L’antibiotico resistenza causa milioni di morti e diventa sempre più pericolosa. Nel 2050, i batteri resistenti agli antibiotici potrebbero causare quasi 2 milioni di morti ed essere la concausa di oltre 8 milioni di decessi, secondo i risultati dal progetto GRAM (Global Research on Antimicrobial Resistance) dedicato al monitoraggio dell’antibiotico resistenza (antimicrobial resistance, AMR), pubblicato sulla rivista The Lancet.
Mentre l’industria farmaceutica investe poco, la scienza occidentale riscopre fagi e probiotici: microrganismi “buoni” che curano, sanificano gli ambienti e consentono l’allevamento salubre degli animali.
Di antibioticoresistenza e dei modi per affrontarla parleranno venerdì 3 ottobre alle ore 16 presso l’Aula magna della Facoltà di Economia di Ferrara Elisabetta Caselli, docente di microbiologia e Luca Ferraro, docente di farmacologia presso l’università di Ferrara nel corso dell’incontro “Antibiotici al limite“ nell’ambito del Festival di Internazionale
Abbiamo chiesto a Elisabetta Caselli di anticiparci alcuni temi che affronterà nel corso dell’ incontro.

L’utilizzo dei probiotici e dei fagi nella lotta all’antibiotico resistenza sta confermando l’efficacia che avete riscontrato nelle prime sperimentazioni?
“Il nostro gruppo di ricerca si occupa da oltre quindici anni di sviluppare sistemi efficaci nel contrastare la crescente diffusione di farmaco-resistenza nei microrganismi responsabili di malattie, cercando soluzioni che siano al contempo sostenibili.
Tra queste, abbiamo studiato approfonditamente i sistemi basati sull’uso probiotici e batteriofagi, agenti biologici innocui per l’uomo ma molto attivi sui batteri patogeni, anche resistenti.
Questi sistemi hanno dato risultati molto promettenti fin dalle prime sperimentazioni, ed attualmente abbiamo ormai oltre 30 studi pubblicati che confermano ed evidenziano ancor più la loro efficacia e la possibilità concreta di introdurli con successo nella lotta alla diffusione dell’AMR.
L’uso di probiotici e fagi potrebbe quindi rappresentare un valido strumento di lotta a questo problema, rapidamente disponibile e a basso costo.”
In quali campi si sono rivelati soprattutto efficaci?
“L’uso di probiotici e fagi come agenti sanificanti si è dimostrato efficace in numerosi contesti, anche molto diversi tra loro: dai setting ospedalieri (inclusi i reparti ad alto rischio), agli ambienti comunitari (scuole, metropolitane), fino agli allevamenti animali, che rappresentano un serbatoio di AMR.
In tutti questi ambiti il sistema probiotici/fagi si è dimostrato almeno 10 volte più attivo della sanificazione chimica nell’eliminare i microbi patogeni, consentendo (al contrario dei disinfettanti) di eliminare anche specificamente quelli resistenti (fino al 99.9%).
Tutto questo senza danni all’ambiente e in modo sostenibile anche economicamente. I batteriofagi si sono inoltre dimostrati potenzialmente utili anche in terapia, per curare infezioni da batteri resistenti non sensibili ad alcun antibiotico.”
Potrebbero essere utilizzati più di quanto non si faccia ora?
“Sicuramente sì, e sulla base dei dati emersi noi ce lo auguriamo. Per quanto riguarda il loro uso come agenti sanificanti, questi sistemi sono utilizzabili fin da subito, essendo già permessa una loro applicazione ambientale.

Questo utilizzo consentirebbe di prevenire un gran numero di infezioni da germi farmaco-resistenti, abbattendo l’uso degli antibiotici e l’incidenza delle infezioni.
Più complessa, al momento, appare la somministrazione dei fagi a scopo terapeutico, in quanto alcuni aspetti regolatori devono essere superati per consentire un loro uso routinario. Tuttavia ci sono già esperienze molto positive al riguardo, e ci auguriamo che anche in questo campo la situazione possa evolvere rapidamente.
Ciò potrebbe consentire di trattare infezioni batteriche altrimenti non curabili, salvando numerose vite.”
