Sanità: secondo l’Oms siamo diventati un sistema misto pubblico-privato. E chi non ha risorse proprie rinuncia alle cure, mentre l’aspettativa di vita dei più fragili diminuisce

Ultimi fra i Paesi sviluppati; in affanno anche l'assistenza famigliare. Le analisi Gimbe e Censis

Nel nostro Paese la situazione sul fronte sanitario, legata anche all’aumento della povertà assoluta, è sempre più critica: “le disuguaglianze sociali nell’accesso alle cure e l’impossibilità di far fronte ai bisogni di salute con risorse proprie rischiano di compromettere la salute e la vita dei più poveri, in particolare nel Mezzogiorno, dove l’impatto sanitario, economico e sociale senza precedenti rischia di peggiorare ulteriormente con l’autonomia differenziata” afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, a commento degli ultimi dati.

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Dal Pnrr 405 milioni per realizzare “Housing temporanei e stazioni di posta” dedicate alle persone senzatetto

Servirebbero però interventi strutturali, e l’assenza del reddito di cittadinanza ingrosserà le file dei bisognosi, secondo l’ “avvocato di strada” Antonio Mumolo

Secondo l’Istat, nel 2021 erano oltre 96mila le persone senza tetto e senza fissa dimora in Italia, di cui più di uno su dieci è un minore. Mentre tuttavia alcuni di loro scelgono deliberatamente di fare una vita da clochard, per la stragrande maggioranza dei casi non si tratta di una scelta. Tra i fattori che conducono a questa condizione, infatti, uno dei più rilevanti è la perdita del lavoro, che può portare a un rapido peggioramento delle condizioni socio-economiche, cui si aggiungono altri fattori di marginalità come avere una cittadinanza diversa da quella italiana o problemi di natura sanitaria o psicologica.

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Cresce la povertà assoluta nel nostro Paese. Una famiglia numerosa su quattro è in gravissima indigenza. Colpiti soprattutto stranieri e lavoratori giovani

I dati Istat per il 2022 confermano la tendenza rilevata in giugno da Caritas

La povertà assoluta si conferma in crescita nel nostro Paese. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha pubblicato il report annuale con i dati per il 2022 e la situazione è sempre più difficile sia per le famiglie sia a livello individuale, a causa soprattutto dell’accelerazione dell’inflazione, che pesa maggiormente sulle fasce economicamente più deboli della popolazione. Ora, una persona su dieci è povera.

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Un italiano su dieci in povertà assoluta, compresi laureati e occupati. Il rapporto Caritas

Un quarto sono bambini. La sanità pubblica è una difesa, ma va tutelata e potenziata

“La povertà in Italia può ormai dirsi un fenomeno strutturale visto che tocca quasi un residente su dieci. Il 9,4% della popolazione residente vive infatti, secondo l’Istat, in una condizione di povertà assoluta”: si apre così il primo Report statistico nazionale sulla povertà presentato recentemente dalla Caritas italiana. I dati si riferiscono a 255.957 persone che si sono rivolte ad essa nel 2022, con un incremento del 12.5% rispetto al 2021.

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La povertà è ereditaria

Non basta nemmeno trovare lavoro: i salari sono troppo bassi

Secondo l’ultimo report dell’Istituto nazionale di statistica (Istat), in Italia sono presenti 5,6 milioni di individui in condizione di povertà assoluta, definita come la soglia per accedere ai beni e servizi necessari per uno standard di vita minimamente accettabile. Si tratta di poco più di 1,9 milioni di famiglie, con un’incidenza maggiore al Sud e minore al Nord (10% contro 6,7%).

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Aumentano le disuguaglianze tra ricchi e poveri. E la responsabilità è soprattutto politica (2)

Politiche sociali inadeguate per l’impoverimento dei Governi. E la giustizia climatica sembra ancora lontana, secondo l’economista Sandrine Labory di Unife

Una via per capire le crescenti disuguaglianze evidenziate dal World Inequality Report 2022 è il gap tra la ricchezza netta dei Governi e quella del settore privato. Negli ultimi quarant’anni i Paesi sono diventati più ricchi, ma i loro Governi sono diventati significativamente più poveri. La quasi totalità della ricchezza è infatti in mano privata, come dimostra il fatto che la quota detenuta dagli attori pubblici nei Paesi più ricchi è vicina allo zero o negativa.

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