Scompaiono i ghiacciai delle Alpi. Dalle Dolomiti alle montagne svizzere, entro pochi decenni si estingueranno: molto caldo e neve insufficiente

Gravi conseguenze per i fiumi: hanno raggiunto il “picco idrico” dovuto alla fusione glaciale e ora le portate diminuiranno

“Nel giro di pochi decenni, i ghiacciai delle Dolomiti scompariranno o si frammenteranno in piccoli corpi glaciali senza dinamica. Il loro destino appare purtroppo inevitabile anche assumendo una stabilizzazione del clima sui valori medi degli ultimi trent’anni (1991-2020).” Queste le conclusioni inequivocabili del recente studio sullo stato dei nostri ghiacciai delle Alpi orientali condotto dall’Istituto di scienze polari del Cnr e dell’Università Ca’ Foscari Venezia.

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Neve: -57% rispetto alle medie storiche, in sofferenza le risorse idriche nivali italiane. I dati di Fondazione Cima

Secondo le previsioni, la primavera sarà più calda della norma con elevata probabilità di fusione accelerata del manto nevoso

L’inverno dovrebbe essere il periodo in cui la neve si accumula, raggiungendo il suo picco tra la fine di febbraio e la metà di marzo, secondo i dati storici, e costruendo una riserva d’acqua importante per la primavera e l’estate, ma la realtà che emerge dai dati attuali è ben diversa. Anche questo mese si conferma una tendenza che ormai caratterizza le stagioni invernali recenti in Italia: poche luci e molte ombre sulla risorsa idrica nivale.

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L’Italia cerca il via libera alla caccia a orsi e lupi. Nel Decreto legge sulla montagna passa anche un emendamento contro i grandi carnivori

Una vergognosa e crudele concessione secondo Lav

Il recente declassamento a livello europeo del lupo da specie rigorosamente protetta a specie solo protetta sortisce il primo effetto. Nel recente dibattito in Senato attorno alla Legge quadro sulla montagna, infatti, è stato approvato l’emendamento di due senatori del Sudtiroler Volkspartei nel quale si introduce la possibilità di fissare un tasso massimo di “prelievi” (uccisioni) di lupi e orsi su base regionale e delle Province autonome. L’Italia, dunque, inizia a cercare il modo di aprire la caccia contro i grandi carnivori.

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Mountain Partnership (FAO) valorizza i piccoli imprenditori di montagna del Sud del Mondo

“Certificazione partecipata”: la storia del prodotto, delle persone, delle materie prime e del consumo consapevole in una “etichetta narrativa”

La Mountain Partnership Products (MPP) Initiative sostiene 18mila agricoltori, di cui il 60% sono donne, nei Paesi in via di sviluppo. Attualmente ne coinvolge otto (Bolivia, India, Kyrgyzstan, Mongolia, Nepal, Panama, Perù e le Filippine), e garantisce con il marchio MPP quarantacinque prodotti, ad esempio il miele di api senza pungiglione delle Ande boliviane e il riso rosa e viola degli agricoltori dell’Himalaya indiano, ma anche prodotti tessili. Si tratta di un progetto esemplificativo di come sia possibile intervenire sulle aree marginali per contrastare lo spopolamento e proteggere al contempo ambiente e biodiversità. 

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Montagne (sempre più) verdi? Lo sguardo attento di una rifugista e gli studi scientifici sulla scalata verso l’alto delle piante

Da una chiacchierata in rifugio con chi è capace di osservare, porsi delle domande e fare delle ipotesi, agli studi scientifici internazionali e locali che confermano un fenomeno che potrebbe cambiare il volto delle nostre cime: la risalita delle specie vegetali verso le alte quote.
Gli occhi azzurri di Elisa scrutano oltre la finestra del rifugio. “Io ho una mia teoria”, dice, un accenno di cautela nella voce, proprio di chi non ha studiato per ciò che si appresta a dire, ma è capace di osservare e provare a ricavare delle ipotesi.

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Molti lupi uccisi legalmente e illegalmente. Cresce l’intolleranza di popolazioni prive di aiuti per la convivenza (1)

La specie gode un’ampia protezione legale in Europa, ma si vorrebbe abbassarla per via delle predazioni. Spesso però è l’uomo a non proteggere il bestiame

“Aveva predato sedici capre e per questo è stato ucciso. La Direzione della sicurezza del Cantone di Uri ha informato che questa mattina alle 4, un lupo è stato abbattuto dalle autorità faunistiche incaricate dall’Ufficio foreste e caccia.” Così Ticino online riporta in giugno la notizia dell’abbattimento nel Comune di Realp, in Svizzera, di un lupo. Nel comunicato rilasciato si precisa però che il lupo abbattuto si “presuppone” sia il responsabile. Per saperlo bisognerà aspettare l’analisi del Dna. Fino ad oggi non ci sono novità, ma sicuramente verrà aggiornato il (folto) elenco di lupi abbattuti di cui la Svizzera tiene conto con elvetica precisione.

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