DOSSIER ALLUVIONI CATASTROFI E POLITICHE TERRITORIALI

DOSSIER ALLUVIONI CATASTROFI E POLITICHE TERRITORIALI

“Il cambiamento climatico porta con sé un intensificarsi della frequenza di eventi meteo estremi, come vediamo in tanti episodi che stanno colpendo diverse parti del mondo.

L’Emilia-Romagna si trova nella scomoda posizione di hotspot climatico ed è stata interessata da nuove alluvioni a settembre e ottobre 2024, a poco più di un anno di distanza da quelle del maggio 2023.” Così Arpae Emilia-Romagna (Agenzia prevenzione ambiente energia) inquadra le catastrofiche alluvioni che hanno colpito la Regione con una violenza e “tempi di ritorno” tali da porsi al di fuori di “normali” eventi meteoclimatici.  

“I nuovi scenari di rischio idrogeologico ci pongono di fronte a una necessaria revisione delle modalità di gestione delle emergenze e dell’attività di prevenzione, adattamento e comunicazione, anche con un coinvolgimento della popolazione” conclude Arpae nel numero della rivista Ecoscienza dedicata a questi eventi. 

E da qui parte questo dossier di Agenda17 Plus: dalla necessità di una approccio interdisciplinare in grado di affrontare tutta la portata del problema nella prospettiva di una revisione strategica delle politiche territoriali che travalica i confini regionali.

In apertura di questo dossier, Alfredo Alietti, docente di sociologia urbana e del territorio presso l’Università di Ferrara, inquadra il problema partendo dalle emergenze ambientali per indicare le linee di una necessaria revisione politica, sociale, economica e culturale.

Il contributo di Alietti muove dal seminario che si è tenuto a Ferrara il 7 maggio, e che dà il titolo a questo dossier: “Alluvioni, catastrofi e politiche territoriali. Approcci e ricerche interdisciplinari”. 

Un punto di partenza che si svilupperà nel futuro grazie alla creazione di un Centro interateneo sulle catastrofi a cui hanno già aderito gli atenei di Torino e Padova. 

Leggi tutto L’emergenza ambientale è ormai strutturale e ha raggiunto una rilevanza politica, sociale, economica e culturale decisiva e non più rinviabile

Nasce il centro interateneo sulle catastrofi

La base scientifica – dati e i modelli – per spiegare i fenomeni che hanno colpito l’Emilia Romagna, e ne fanno una regione dove il riscaldamento globale si manifesta in modo più marcato e rapido rispetto alla media globale, causando impatti più gravi sugli ecosistemi e sulla popolazione (hotspot climatico), la fornisce Federico Grazzini, meteorologo, esperto di scienze dell’atmosfera e del clima presso Arpae Emilia-Romagna

Leggi tutto Come si generano gli eventi estremi di precipitazione in Emilia-Romagna
Il ruolo dell’aumento delle temperature dell’aria e del Mediterraneo

L’altra faccia delle alluvioni è la siccità. Angela Maria Di Francesco ricostruisce il quadro analizzando i dati forniti dai maggiori centri di ricerca internazionali: bilancio idrico, calo delle portate e scioglimento dei ghiacciai. Per il nostro Paese si parla di un patrimonio idrologico in inesorabile impoverimento, in cui giocano un ruolo rilevante le minori precipitazioni nevose e i prelievi dell’agricoltura.

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Fiumi sempre più poveri d’acqua. In italia meno neve e uso agricolo

Se, come dice Alfredo Alietti nel suo articolo di introduzione al dossier, siamo ormai in una situazione in cui è meglio non utilizzare più il temine climate change (cambio climatico) ma usare più correttamente climate changed (clima cambiato), da dove (ri)partire per elaborare una strategia di risposta adeguata e coerente?

Agostino Petrillo, sociologo presso il Politecnico di Milano, inquadra il problema nella sua dimensione più generale analizzando l’opposizione paralizzante tra apocalittici e integrati, e, in mancanza di “lotte geosociali” propone una strategia di lotta come quella adottata da Perseo per sconfiggere la Medusa

Leggi tutto Apocalittici e integrati nella questione ambientale

La mancanza di un forte movimento ambientalista segnalata da Petrillo, non significa che non ci sia consapevolezza del problema da parte di cittadini. Al contrario, come riporta Diletta Chirici analizzando i dati raccolti dal progetto SCARER, (Risk Communication and Engagement for Societal Resilience) gli eventi come le alluvioni che si sono succedute in Emilia Romagna hanno aumentato la percezione del rischio idraulico in Italia. Il problema è che alla maggiore consapevolezza non è accompagnata una reale capacità di risposta.

Leggi tutto Chi ha paura dell’alluvione? Italiani consapevoli ma poco preparati, rileva il progetto SCARER di Unife

Spostandosi su un piano più operativo per attivare soluzioni e strategie, senza perdere di vista però la complessità e la portata delle risposte necessarie, il dossier offre diverse prospettive di analisi. Alessandra Marin, dal suo punto di vista di docente di urbanistica presso il Dipartimento di scienze dell’ambiente e della prevenzione dell’Università di Ferrara, propone di rispettare il principio della connettività fluviale abbandonando il concetto di “rete blu” e di mera difesa, per progettare la relazione tra acqua e città come rigenerazione territoriale

Leggi tutto Non solo “reti blu”. Per un rapporto biofilico tra acque e città

Le buone pratiche territoriali che da un lato offrono garanzie di sicurezza agli abitanti e dall’altro rispettano l’equilibrio vitale ecologico degli ambienti fluviali sono l’ulteriore contributo di Angela Maria Di Francesco

Leggi tutto La riduzione della portata è un danno per l’ecosistema dei fiumi 
Le buone politiche territoriali: “Deflusso minimo vitale” e norme europee per l’uso sostenibile dei corsi d’acqua

Al concetto di biofilia evocato da Alessandra Marin si può ascrivere la soluzione forse più radicale, ma non per questo utopica, di riconoscere ai fiumi personalità giuridica, e, di conseguenza, specifici diritti. In Italia non è possibile, ma altri Paesi lo hanno fatto. E non sono nemmeno una rarità: circa 200 regolamenti o sentenze, in vari Paesi del mondo considerano gli ecosistemi come soggetti di diritti. È Francesca Maltagliati a illustrarci queste soluzioni

Leggi tutto In alcuni Paesi i fiumi sono soggetti giuridici con diritti. In Italia non è possibile, secondo il giurista Marco Magri di Unife 

Oltre alle risposte “strategiche” di cui il dossier si è occupato nei precedenti articoli, è importante prendere qui in esame sia le risposte “tecniche” che mettono a sistema le conoscenze esistenti – tante e di elevata qualità scientifica – per elaborare specifici piani di intervento territoriali che le amministrazioni possono e dovrebbero applicare, sia le risposte tecniche innovative che nascono dalla ricerca scientifica d’avanguardia condotta con le più avanzate metodologie, che potranno fornire nuovi strumenti per soddisfare alla richiesta di sicurezza e gestione del rischio.

Il Piano speciale per l’Emilia Romagna elaborato a partire dall’alluvione del 2023, illustrato da Alice Ghilardi, è esemplare per completezza e chiarezza dell’analisi scientifica e per le soluzioni di interventi territoriali che propone. È uno strumento tecnico che, se utilizzato dalle amministrazioni, potrebbe fornire le adeguate indicazioni di gestione del territorio 

Leggi tutto Un Piano speciale per le calamità prodotte in Emilia Romagna dalla crisi climatica: analisi delle criticità e strategie di intervento

Sul piano della ricerca che utilizza le più avanzate metodologie scientifiche si colloca Il progetto STRENGTH, di cui ci parla Marco Faggioli. Obiettivo di STRENGTH – la cui caratteristica saliente è di essere basato su data science per interpretare i dati e prendere decisioni – è migliorare la resilienza dei territori nei confronti dei rischi naturali

Leggi tutto Progetto europeo STRENGTH: Data Science, Intelligenza artificiale e Machine Learning per mitigare i rischi naturali di territori dell’Emilia Romagna e Croazia

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