La libertà e l’indipendenza del giornalismo sono sempre più minacciate. In una recente intervista, il presidente dell’Ordine dei giornalisti italiani Carlo Bartoli denuncia la presenza di una “bomba a orologeria” nelle redazioni, cioè il disegno di legge sulla diffamazione attualmente in Commissione giustizia al Senato.
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Assange a un passo dal carcere a vita negli Stati Uniti. Ultima possibilità di appello
Al centro c’è la libertà di stampa, garantita dal suo modello di giornalismo. Senza siamo ciechi: ieri l’Iraq, oggi l’Ucraina
In una sentenza di tre pagine emessa il 6 giugno, il giudice dell’Alta corte britannica ha respinto l’appello di Julian Assange, fondatore di Wikileaks, contro l’ordine di estradizione degli Stati Uniti, firmato un anno fa dal ministro degli interni britannico. Assange si trova da quattro anni nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh a Londra e, se estradato, rischia una pena fino a 175 anni di carcere.
Aumenta il numero di giornalisti uccisi o incarcerati
Presi di mira - in assenza di protezione delle autorità politiche - per le indagini sui Governi, gruppi criminali e imprese, secondo il giurista Ruben Razzante
Sono già due i giornalisti uccisi nel 2023, entrambi in Camerun. Si tratta di Ola Bebe, conduttore radiofonico, e Martin Zogo, direttore dell’emittente privata “Amplitude FM”. Zogo, in particolare, stava lavorando a un’inchiesta sull’appropriazione indebita di fondi pubblici e per il suo omicidio è stato arrestato uno degli imprenditori più noti del Paese. Reporters Sans Frontières (RSF) ha parlato di crimine di Stato.
Domani giornata per la liberazione di Assange: eventi in tutto il Mondo
Ora più che mai abbiamo bisogno del giornalismo scientifico di WikiLeaks, l’unico in grado di fare inchiesta sui dati nascosti nei file segreti
Chi ha fatto esplodere i gasdotti Nord Stream 1 e 2, posati sul fondo di un tratto di mare sorvegliatissimo dalla flotta e aviazione NATO? Chi ha fatto saltare il ponte che collega la penisola di Crimea alla Russia, un’arteria vitale sotto stretto controllo russo? Le fonti di parte si sono scatenate in ricostruzioni di propaganda. E questo è normale in guerra. Le fonti giornalistiche – quelle, in verità sempre più rare, lontane dalle parti – arrancano e azzardano. Ipotesi. Ipotesi che sono perlopiù deduzioni da proposizioni generali di tipo retorico (ad esempio “a chi giova?”). Altro non possono fare, perché mancano i dati, mancano le prove, manca la “pistola fumante” dell’inchiesta giornalistica.
Assange estradato in USA. La decisione del Governo inglese è la sconfitta della libertà di stampa e della democrazia
La decisione temuta è arrivata. La ministra dell’interno inglese Priti Patel ha ordinato l’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti, dove rischia fino a 175 anni di carcere. “Una giornata buia per la libertà di stampa e per la democrazia britannica” si legge sul profilo Twitter di WikiLeaks, che annuncia il ricorso.
Assange colpito perché ha svelato l’uso delle tecnologie di Rete nell’inchiesta giornalistica
Il metodo scientifico di WikiLeaks: “aprire” i dati, verificarli, condividerli e crittografare le fonti per proteggerle
“Il caso di Assange è semplicissimo da capire: si tratta di una mostruosa ingiustizia, nella quale per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un giornalista rischia la prigione a vita per aver rivelato crimini di guerra e torture, mentre i criminali di guerra e i torturatori sono liberi come l’aria. Ora l’unica cosa che può salvarlo è la pressione dell’opinione pubblica, che deve far capire alla politica quanto è assurda e inaccettabile questa ingiustizia.” È quanto dichiarato da Stefania Maurizi, giornalista d’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, alla Festa della legalità 2022 organizzata dal Comune di Ferrara.
La libertà di Assange è la libertà di stampa
Giornalismo scientifico, non fuga di notizie la sua lezione
La decisione finale spetta ora al Ministro dell’interno inglese, che deve pronunciarsi entro domani: se sarà estradato, Julian Assange rischia una condanna fino a 175 anni di carcere e, con essa, sarà inflitto un duro colpo alla libertà di stampa e al diritto di informazione.
Meno libertà di stampa nel Mondo. Anche per colpa di giornalisti troppo vicini al potere. Per il giurista Grandi è urgente intervenire sulla diffamazione per non intimidire i redattori
Dal 2013 Reporter Sans Frontières (RSF) pubblica ogni anno il World Press Freedom Index, una classifica mondiale per monitorare il rispetto della libertà di stampa. I dati di quest’anno mostrano un giornalismo mai così in difficoltà: risulta infatti completamente o parzialmente bloccato nel 73% dei 180 Paesi presi in considerazione.