41 bis: restrizioni e finalità vanno ridiscusse

Dalla strage di Capaci al caso Cospito è cambiato. Lotta alla criminalità organizzata attraverso la “tortura democratica”?

L’art. 41 bis comma 2 previsto dalla legge sull’ordinamento penitenziario contempla un regime detentivo speciale di cui, in corrispondenza con l’arresto di Matteo Messina Denaro e la vicenda di Alfredo Cospito (sulla quale, peraltro, si è recentemente pronunciato l’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, chiedendo di assicurare il rispetto della dignità e dell’umanità del detenuto), si è tornati a discutere, pur esso rimanendo un tabù e o un totem. Pare dunque utile inquadrare i casi di cui si parla in questi giorni, accennando a due aspetti centrali di tale disposizione normativa, nell’ottica di una sua profonda riforma: i contenuti e gli scopi.

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Una Costituzione della Terra per salvarci da cambiamento climatico e disastro nucleare

La proposta del giurista Luigi Ferrajoli agli incontri di Csv e Unife

“Crisi climatiche, migrazioni e guerre: che fare? Dovremmo prendere consapevolezza del fatto che viviamo il momento più drammatico della nostra storia: non è mai successo che la sopravvivenza stessa dell’Umanità fosse così a rischio”. Con queste parole Luigi Ferrajoli, giurista, filosofo del diritto e autore di “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” ha introdotto il primo incontro del corso Mutazione climatica, crisi energetica e guerre.

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La nuova vita della Ragazza afgana fotografata da McCurry

Sharbat Gula, fuggita dall’Afghanistan, vive ora in Italia con i figli. La storia della ragazza ritratta nella celebre foto di Steve McCurry è esemplare per quanto riguarda l’uguaglianza di genere e l’istruzione di qualità, obiettivi centrali dell’Agenda Onu 2030, oggi gravemente negati nel suo Paese di origine.

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Difficile definire il diritto delle future generazioni all’ambiente. Certo invece quello alla tutela dei migranti climatici, secondo il giurista Magri di Unife

La responsabilità giuridica della riduzione delle emissioni all’Accademia delle scienze di Ferrara

“Esiste un diritto al clima? Non ho una risposta certa, credo si debba anzitutto capire il perché di questa domanda. La giustizia climatica è una grande questione sociale e umanitaria, tocca molte discipline e a livello giuridico è un tema ampio. Dopo gli accordi di Parigi del 2015, è esploso quel fenomeno giudiziario nel quale lo Stato è convenuto in giudizio proprio sul tema climatico. Si trovano sentenze ovunque, molto diverse tra loro, ma la domanda da cui partire è: cosa fanno oggi gli Stati per abbattere le emissioni?”.

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Iran, centinaia di studentesse avvelenate

Come in Afghanistan l’obiettivo è bloccare l’istruzione femminile

Nella città iraniana di Qom, considerata la seconda città santa dell’Iran, da dicembre scorso ci sono stati centinaia di casi di avvelenamento respiratorio di giovani studentesse per impedire loro di frequentare le scuole superiori. Lo ha confermato con una dichiarazione il vice ministro dell’Istruzione Younes Panahi.

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Arrestato il professore che difende il diritto allo studio delle ragazze afghane

È stato recentemente arrestato il professor Ismail Mashal, che si è opposto al bando imposto dal Governo talebano all’istruzione delle donne sia nelle università che nelle scuole secondarie.

Come riportato, nel Paese non si ferma l’oppressione nei confronti delle giovani donne che hanno perso il diritto allo studio con il divieto emanato dal Ministro dell’istruzione superiore lo scorso dicembre, che ha ordinato alle università pubbliche e private di vietare alle donne la frequenza.

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SPECIALE CARCERE Giustizia, pena, detenzione e recupero

Giovedì incontro a cura di Ferrara sostenibile 2030

La detenzione in Italia sconta da tempo ritardi che con il passare degli anni appaiono insopportabili e in contrasto netto con la lettera e lo spirito della Costituzione. Nel nostro Paese, la condanna e la carcerazione sembrano indissolubilmente legate, mentre si sottovaluta l’importanza delle misure alternative alla vita reclusa.
Questi temi sono al centro della “Conversazione” organizzata da Ferrara sostenibile 2030 al Circolo Arci Bolognesi di Ferrara il 10 novembre alle ore 17.30. Un’occasione per ascoltare le opinioni di chi direttamente si misura con il problema del carcere da punti di osservazione differenti ma tutti allo stesso modo coinvolti.

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SPECIALE CARCERE La sola reclusione è un fallimento

Idee, risorse e determinazione per un modello sostenibile

A una qualsiasi azienda che si vedesse respinto il 75% dei propri prodotti non resterebbe che portare i Libri in Tribunale. Che dire allora di una istituzione pubblica che si vede rifiutare oltre il 75% del lavoro svolto? Ebbene questo è il risultato raggiunto dal Sistema carcerario del nostro Paese. Questa è la recidiva, quel fenomeno, cioè, che vede rientrare in cella chi ne è appena uscito.

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SPECIALE CARCERE Laurearsi per cambiare vita

Percorso utilissimo ma con molti ostacoli, secondo Stefania Carnevale, delegata Unife. “Studenti senza mani e senza braccia” per carenza di strumenti

Laurearsi in carcere è possibile. È del novembre del 2020 il primo detenuto ad aver conseguito, con lode, la laurea presso l’Università di Ferrara; e fa parte di un gruppo di alcune decine di detenuti che sono giunti al traguardo in uno dei numerosi atenei del nostro Paese che aderiscono alla Conferenza nazionale universitaria poli penitenziari (Cnupp), istituita presso la Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui).

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SPECIALE CARCERE La scuola come scelta

Decidere di studiare in carcere apre alla possibilità di una nuova vita. In un docu-film l’esperienza di Ferrara

Dall’obbligo alla scelta, si può riassumere così l’evoluzione che ha subìto la scuola in carcere. Chi viene a scuola ora lo fa scegliendo liberamente tra le diverse attività trattamentali previste dall’ordinamento carcerario, ma spesso l’istruzione in carcere è per molti il primo approccio in assoluto all’istruzione!

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Non solo hijab nelle proteste delle donne in Iran. In gioco la libertà e il diritto di scelta di tutti

Da due mesi le donne in tutto l’Iran mettono la loro vita in pericolo scendendo nelle strade al grido di  “Jin, jiyan azadî ” (donna, vita libertà) dopo la brutale  uccisione della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini avvenuta il 16 settembre dopo tre giorni dal suo arresto perché non indossava correttamente il velo.

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