“Le sfide che le città affrontano possono essere vinte in modo da permettere loro di continuare a prosperare e crescere, migliorando l’utilizzo delle risorse e riducendo l’inquinamento e la povertà. Il futuro che vogliamo include città che offrano opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base, all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro.” Queste sono le parole che illustrano l’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu: Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi.
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Contributi al dialogo – Retoriche della rigenerazione urbana: Féris, il progetto a ridosso delle mura estensi
In contrasto con i principi di Agenda 2030, il patrimonio storico cittadino e la pubblica utilità (anche degli studenti universitari)
In piena crisi climatica non si può continuare a perseguire vecchi modelli di sviluppo fallimentari mentre dovremo modificare radicalmente stili di vita, di produzione e di consumo e ripensare i modelli di città. È questo uno dei concetti fondamentali affermato da chi studia l’evoluzione delle città e il rapporto fra urbanizzazione e crisi ambientale. L’architetto Romeo Farinella dell’Università di Ferrara ne ha fornito su questa pagine una documentata ricostruzione storica e una convincente prospettiva per il futuro parlando di “decarbonizzazione per la città postindustriale”.
DOSSIER ASSEMBLEE dei CITTADINI Dalla rappresentanza alla ‘lottocrazia’
Non c’è decarbonizzazione senza democratizzazione
Mentre le nostre conoscenze confermano il cambiamento climatico causato dall’uomo, il ticchettio dell’orologio del clima avanza inesorabile e incalzante; gli anni passano, le temperature medie del pianeta aumentano, e continuiamo a ‘ballare sul Titanic’ navigando sulla rotta di collisione…
Il punto cruciale è quindi se le società umane siano in grado di prendere le decisioni adeguate per affrontare la sfida, nonché di poi attuarle realmente (aspetto questo sempre in secondo piano nel discorso pubblico, ma imprescindibile se si mira ad avere un impatto effettivo).
DOSSIER ASSEMBLEE dei CITTADINI Sperimentazioni di successo in tutto il Mondo
In centinaia di casi i cittadini sono impegnati attivamente in questioni sofisticate e importanti
Gli esempi di processi deliberativi abbondano; l’Ocse, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo (2020) ne ha censiti finora oltre 300, a tutti i livelli di governo, dal locale al nazionale, europeo e globale; ne cito solo alcuni a titolo esemplificativo.
La neutralità climatica nelle città italiane è ancora lontana
Energia pulita, mobilità sostenibile, consumo di suolo e verde urbano: troppa retorica e poche pratiche, secondo l'architetto Farinella di Unife
Un recente studio del Green City Network, in collaborazione con i gestori dei servizi energetici, ha evidenziato che solo il 4% delle città del nostro Paese ha fissato l’obiettivo della neutralità climatica netta al 2050, mentre l’85% ha aderito al Patto dei sindaci.
La transizione ecologica non può avvenire senza giustizia sociale
Le città sono le maggiori responsabili dell’inquinamento. Ma secondo Farinella e Alietti di Unife la pianificazione urbana senza equità non funziona
“Oggi chi vive nelle favelas lavora nei quartieri vicini, dove la ricca borghesia si serve di questi lavoratori per mantenere il proprio benessere. E si tratta delle stesse dinamiche che caratterizzano lo sviluppo a livello globale: molte città del Mondo sono strutturate in questo modo, e in esse si produce la ricchezza che serve a noi per prosperare, con una serie di conseguenze in termini di disuguaglianze sociali e ambientali.” Parte da questo quadro generale l’architetto Romeo Farinella per affrontare, con il sociologo Alfredo Alietti, il tema dell’ordine e del disordine urbano, come dimensioni che hanno accompagnato lo sviluppo delle nostre città e che sono oggi legate alle disuguaglianze sociali e ai temi della giustizia climatica.
Contributi al dialogo – Il caso del verde pubblico a Ferrara
Contrasto al business, buone pratiche e collaborazione istituzionale
Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale delle foreste. L’ha deciso l’Assemblea generale delle Nazioni unite nel 2013, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dell’importanza del patrimonio arboreo per la sopravvivenza del Pianeta. Da allora questa consapevolezza è continuamente aumentata, fino a diventare uno dei temi centrali della Conferenza sul clima di Glasgow, COP26.
Istat, quanto siamo lontani dal traguardo di città e comunità sostenibili
L’obiettivo 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu misurato secondo nove parametri
L’Istituto nazionale di statistica (Istat) redige annualmente un Rapporto SDGs (Sustainable Development Goals) nel quale illustra lo stato di attuazione in Italia dei 17 obiettivi (GOAL) dell’Agenda Onu 2030.
Obiettivo 11 Secondo l’architetto Gianluca Frediani, la riqualificazione delle aree urbane povere deve tener conto delle diverse realtà dei Paesi
Slum e favelas servono alle città, e non possono essere semplicemente cancellati. Riqualificare evitando speculazione e gentrification. La povertà abitativa è questione di democrazia e diritto di cittadinanza.
Obiettivo 11 Secondo l’architetto Romeo Farinella, sicurezza e partecipazione in città sostenibili non devono restare slogan irrealizzabili
Obiettivi utili come indicazioni per aprire il dibattito, ma non si può prescindere dalla concreta realtà dei diversi regimi politici del Mondo. La sicurezza non deve essere reclusione dagli altri e dalla natura, e la partecipazione non deve diventare un atto formale.
Obiettivo 11 Come salvaguardare il patrimonio culturale e naturale e realizzare una mobilità sicura per tutti secondo l’architetto Antonello Stella
Inserire un po’ di verde non significa rinaturalizzare le città. Valorizzazione e riuso del costruito e stop al consumo di suolo secondo un’ “etica del metro cubo”.
Mobilità sostenibile nelle metropoli significa anzitutto mettere in relazione le parti più povere con quelle più ricche.
Biennale di Venezia. Architetture per vivere insieme, secondo gli architetti Frediani e Melis, curatore del padiglione Italia (2)
Critiche (infondate?) allo spazio del nostro Paese
Dopo l’esposizione internazionale collocata nell’Arsenale si giunge al padiglione Italia. Non sono mancate le critiche: il caos, il colore nero predominante, i numerosi pannelli con lunghi testi, alcuni video accompagnati da un audio poco udibile.