Carceri: il Governo approva due protocolli per aiutare i giovani autori di reato, ma taglia il Fondo per la povertà educativa

Il Fondo è essenziale perché i giovani autori di reato provengono spesso da contesti sociali poveri

“Restituendo dignità a genitori detenuti e garantendo una crescita possibilmente meno traumatica a figli minori senza colpe, oppure offrendo opportunità e alternative valide a giovani e gruppi di ragazzi sottoposti a procedimenti penali, si sta indicando un percorso di crescita all’intero Paese.” Sono le parole di Marco Rossi-Doria, presidente dell’impresa sociale Con i bambini, a commento dei recenti protocolli d’intesa siglati dall’associazione che presiede e da Fondazione Con il Sud con il Ministero della giustizia per favorire iniziative volte al reinserimento sociale e l’inclusione di giovani e adulti autori di reati.

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Sostegno alle donne che si liberano dalla violenza. Molte parole e poche risorse: il Reddito di libertà arriva in ritardo e resta insufficiente

Più della metà di quelle accolte dai centri antiviolenza di D.i.Re non hanno un reddito sicuro

Dopo un’attesa di quasi un anno, solo a dicembre 2024 è stato firmato il decreto che sblocca i fondi per il Reddito di libertà per il triennio 2024-2026: dieci milioni di euro per ognuno dei tre anni. “Pur sembrando una buona notizia – dichiara Antonella Veltri, presidente di Donne in rete contro la violenza (D.i.Re) – questi fondi sono attesi da quasi un anno dalle donne che ne hanno fatto richiesta. In molti casi, questo ritardo ha pregiudicato i percorsi di libertà delle donne, che hanno dovuto rivedere i loro progetti di vita. Quello che non sembra chiaro è che le vite delle donne non possono aspettare.”

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Armi sempre più potenti all’Ucraina: inutili per rovesciare le sorti del conflitto. Pericolosissime per l’escalation che potrebbe ora coinvolgere la Nato. Cioè noi

Arrivano i Mirage francesi con missili a lungo raggio, mentre noi inviamo difesa antiaerea a un esercito incapace di usarla

Nei primi giorni del conflitto, i giornalisti nostrani con l’elmetto (cioè quasi tutti quelli asserragliati nelle redazioni dei grandi giornali) si esaltavano raccontando l’eroica risposta della popolazione all’invasione russa: dai cartelli delle indicazioni stradali spostati per sviare le colonne corazzate ai tank incendiati dalle bottiglie molotov fatte in casa. Chissà quale era la fonte di quelle sciocchezze sbattute in prima pagina. Sciocchezze e fake pericolose, però,  perché accompagnate all’istigazione ai giovani ad arruolarsi.

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Un anno pieno di armi. Trump vuole il cinque per cento del Pil alla Difesa. Intanto nel nostro Paese aumenti record delle spese militari e altro invio di materiale bellico (secretato) all’Ucraina

Strategia Usa condivisa dalla Von der Leyen. Nulla conta l'opinione contraria dei cittadini

Ieri, Donald Trump ha confermato che i Paesi NATO dovranno impegnare il 5% del proprio Prodotto interno lordo per la Difesa. Un’enormità, se si pensa che non arriviamo ancora al precedente livello richiesto del 2%. E che non sia una sparata del neoeletto presidente USA lo conferma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha affermato che i Paesi dell’Unione devono aumentare le proprie spese nella difesa, coerentemente anche con il rapporto Draghi, da lei commissionato, sulla competitività.

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Onu, Patto per il futuro. Utopia o speranza? Una governance multilaterale è possibile, secondo l’economista Frattini di Unife

Ma le economie avanzate devono rinunciare a parte del potere e quelle emergenti agire con realismo. La Nuova banca per lo sviluppo dei Brics sarà la cartina tornasole

“La proposta di riforma del sistema di governance globale mi sembra ben fatta e questo mi fa essere speranzoso. Mi sembra di vedere tutti gli elementi da mettere sul piatto per poter effettivamente raggiungere l’obiettivo: non è solo la questione economica né solo quella politica, ma tutte le questioni vanno trattate insieme per cercare di creare un sistema coerente” dichiara ad Agenda17 Federico Frattini, docente di Economia dello sviluppo presso l’Università di Ferrara.

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Europa tra Usa e Brics: economia debole e dipendente dal dollaro, ai margini del Mondo multipolare secondo l’economista Paolo Pini

Abbandono del Green Deal, massicci acquisti di armi USA a scapito del welfare. In Nord Africa chiusura alle migrazioni e partnership bloccate

Dopo il vertice dei Brics a Kazan, si fa sempre più chiara la volontà di questi Paesi di ridefinire gli equilibri geopolitici internazionali. I temi in gioco sono tanti: il multilateralismo, la possibilità di un mercato alternativo al dollaro, il ruolo dell’Africa e i possibili cambiamenti con la nuova amministrazione americana. Come si posiziona l’Europa in questo scenario? Lo abbiamo chiesto a Paolo Pini, già docente di Economia politica presso l’Università di Ferrara.

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L’abbattimento degli orsi tiene conto di valutazioni tecniche, ma la decisione è politica

Il ruolo dell’Ispra e il caso di M91 secondo Piero Genovesi, responsabile Servizio fauna selvatica dell’Istituto

“La reintroduzione dell’orso non è mai stata a rischio zero. Per quanto gli orsi siano generalmente pacifici, è innegabile che vadano classificati come animali potenzialmente pericolosi. Da un lato, si sarebbe potuto – e dovuto – fare di più per informare e preparare le comunità locali alla convivenza con un grande carnivoro che, nel corso degli anni, per forza di cose si è sempre più abituato all’uomo. Dall’altro, l’opinione pubblica doveva essere informata che qualche abbattimento, pur con tutte le precauzioni del caso, si sarebbe reso necessario nel corso del tempo.” Lo dichiara ad Agenda17 Piero Genovesi, responsabile del Servizio di coordinamento della fauna selvatica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

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Il Consiglio d’Europa denuncia l’approccio violento e degradante dei Cpr italiani, diventati come carceri

Sovra-prescrizione di psicofarmaci e uso eccessivo della forza contro i migranti, secondo il rapporto

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (Committee for the Prevention of Torture, CPT), un organo del Consiglio d’Europa, ha denunciato nel suo ultimo rapporto le condizioni di vita dei migranti trattenuti in quattro Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) italiani: Milano, Gradisca d’Isonzo (Gorizia), Potenza e Roma.

Come avevano già fatto il progetto “Chiusi dentro. Dall’alto” di PlaceMarks, Altreconomia e RiVolti ai Balcani, il CPT ha criticato la struttura simil-carceraria dei centri, con schermi a tripla maglia metallica alle finestre e cortili recintati da gabbie.

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Donne e caffè nel “Nord Pioniero del Paranà”; una storia di partecipazione ed emancipazione nel Sud del Brasile

Così si applica l’Agenda Onu 2030 per la sostenibilità

L’ultimo successo l’hanno ottenuto a Jacarezinho, in Paranà, dove in autunno si è tenuta la fiera Ficafè, manifestazione che dal 2008 dà visibilità al caffè prodotto di produzione locale. Oltre 4 mila persone hanno visitato l’esposizione, ampliando il bacino tra i conoscitori del caffè, quindi le possibilità commerciali per i gruppi di donne della regione.

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