Green e libre: verde e libera, così dovrebbe essere, negli intendimenti dell’Unione europea, la ricerca scientifica europea in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La via cosiddetta verde prevede, infatti, che i suoi contenuti in formato digitale siano disponibili negli archivi istituzionali aperti e in Creative Commons per una libera condivisione.
I siti analoghi di altri pianeti sono nel Sud del Mondo, ma troppo spesso si studiano con “ricerche elicottero” neocoloniali
“Sono ambienti estremi da rispettare coinvolgendo scienziati e popolazioni locali” Cavalazzi e Franchi su Nature Astronomy
Coinvolgere gli scienziati locali, creare reti tra loro, rispettare il territorio e collaborare con le popolazioni indigene che lo abitano: queste le buone pratiche per l’accesso e il campionamento di ambienti estremi – come deserti, ghiacciai e fondali marini – analoghi a quelli della Terra primordiale o di altri pianeti.
Libertà di stampa a rischio in sette Paesi su dieci. In Europa aumentano querele temerarie e cause per diffamazione e l’Italia detiene il primato
Il disegno di legge sulla diffamazione è una “bomba a orologeria”, secondo il presidente dell’Ordine dei giornalisti
La libertà e l’indipendenza del giornalismo sono sempre più minacciate. In una recente intervista, il presidente dell’Ordine dei giornalisti italiani Carlo Bartoli denuncia la presenza di una “bomba a orologeria” nelle redazioni, cioè il disegno di legge sulla diffamazione attualmente in Commissione giustizia al Senato.
Il Mondo d’oggi in uno scatto. Proclamati i vincitori del Contest fotografico Unife sugli obiettivi dell’Agenda Onu 2030
Venerdì 1 dicembre, a Palazzo Turchi di Bagno, nella sede della mostra allestita dall’Università di Ferrara per le celebrazioni dei 550 anni dalla nascita di Niccolò Copernico, celebre laureato dell’ateneo estense, si è svolta la cerimonia di premiazione del Copernicus Photo Contest 2023 indetto da Agenda17.
Ecuador, un altro mondo è possibile. Il caso di Salinas: dalla miseria e sfruttamento all’affermazione di una “ricchezza comunitaria” (1)
In un Paese oppresso da violenza ed emigrazione ma che ha deciso di uscire dall’economia fossile
Nel 1971, quando arrivarono i primi volontari, il capoluogo Salinas di Guaranda in Ecuador, situato nella provincia di Bolívar a 3.550 metri di altitudine nei pressi del vulcano Chimborazo, contava un centinaio di famiglie che vivevano in capanne. Circa il 45% dei bambini moriva prima di compiere un anno di vita. Cinquant’anni dopo Salinas de Guaranda è il centro di un sistema economico produttivo basato su quattro attività: agricola/alimentare, turistica, artigianale ed educativo/culturale. Nel territorio, inoltre, è possibile contare circa trenta microimprese e cooperative che assicurano il lavoro a tempo indeterminato a centinaia di salineros.
Ecuador, un altro mondo è possibile. Il caso di Salinas: dalla miseria e sfruttamento all’affermazione di una “ricchezza comunitaria” (2)
Il modello di “società aperta” che possiamo ritrovare anche in esperienze vicine a noi, da Massenzatica a Modena
Da un pugno di capanne dove negli anni Settanta metà dei bambini moriva prima di compiere il primo anno di vita, Salinas di Guaranda in Ecuador è diventato in cinquant’anni il centro di un sistema economico produttivo basato su quattro attività: agricola/alimentare, turistica, artigianale ed educativo/culturale. Nel territorio, inoltre, è possibile contare circa trenta microimprese e cooperative che assicurano il lavoro a tempo indeterminato a centinaia di salineros.
Il Mondo d’oggi in uno scatto. Proclamazione dei vincitori del Contest fotografico Unife sugli obiettivi dell’ Agenda Onu 2030
A palazzo Turchi di Bagno In occasione delle Celebrazioni copernicane
All’interno del programma per le celebrazioni dei 550 anni dalla nascita di Niccolò Copernico, celebre laureato dell’Università di Ferrara, venerdì 1° dicembre alle ore 18 a Palazzo Turchi di Bagno si terrà la premiazione del Copernicus Photo Contest 2023 indetto da Agenda17 e l’inaugurazione della mostra delle opere scelte dalla giuria.
Mai così tante spese militari nel Mondo. Nel 2022 raggiunto il massimo storico
La guerra in Ucraina e la fine dei trattati le cause principali
“La situazione sul piano di battaglia è difficile e questo ci deve spingere ancora di più ad aiutare l’Ucraina” ha dichiarato nei giorni scorsi Jens Stoltenberg, il Segretario generale della NATO. E questo significa: più armi.
Intanto, la Russia – che si è recentemente ritirata dal Trattato CFE sul controllo e contenimento delle armi convenzionali- ha lanciato un programma di produzione bellica mai visto prima, che nel 2024 porterà la spesa militare del Paese a 10,8 trilioni di rubli (circa 111 miliardi di dollari), il 6% del PIL, in aumento rispetto al 3,9% di quest’anno e al 2,7% del 2021.
Armi convenzionali: addio al Trattato CFE sul controllo e contenimento. Un altro colpo alla sicurezza comune
Agevolò la fine della Guerra fredda e portò allo smantellamento di decine di migliaia di equipaggiamenti militari
Il 7 novembre si sono compiuti i tempi previsti per la procedura di ritiro della Russia dal Trattato sulle forze armate convenzionali in Europa (CFET- Treaty on Conventional Armed Forces in Europe oppure CFE Treaty), in vigore dal 9 novembre 1992; al contempo, la Russia si è ritirata da altri due accordi indissolubilmente legati al CFET: l’Accordo di Budapest (3 novembre 1990) e il Flank Document del 31 maggio 1996.
SPECIALE CONVEGNO. Sfida alla bolla. Uscire dall’autoreferenzialità e aprirsi all’ascolto per un futuro desiderabile e condiviso
Moltiplicare le occasioni di riflessione tra policy makers, ricercatori e comunicatori della scienza
Come si conciliano l’indipendenza della politica e la dipendenza delle decisioni da solide basi scientifiche e fattuali? Come ripensare il mestiere di comunicatore e ricercatore introducendo scelte che favoriscano il dialogo tra policy makers, comunicatori e ricercatori?
SPECIALE CONVEGNO. Incontro di apertura sul Pianeta del futuro: comunicare i cambiamenti climatici e la crisi della biodiversità
Evitare catastrofismo e fatalismo per trasmettere la complessità della scienza e coinvolgere i cittadini, secondo la fisica Marina Menga
“La comunicazione gioca un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nell’azione per affrontare il problema ambientale. È attraverso di essa che si diffonde la consapevolezza sui cambiamenti climatici, si informa il pubblico sulle loro cause e conseguenze e si promuovono comportamenti sostenibili” afferma ad Agenda17 Marina Menga, fisica, che si occupa di comunicazione presso il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc) e che sarà moderatrice del primo panel del Convegno nazionale di comunicazione della scienza di Trieste.
SPECIALE CONVEGNO. Gli strumenti digitali al servizio di università e ricerca: la comunicazione della scienza passa anche per il web
Esperienze innovative di tv, magazine e giochi per diffondere la conoscenza
“Le istituzioni sul web: esperienze innovative di divulgazione digitale”: è questo il titolo del Mosaico – un format di presentazione di progetti con un tema comune – in programma il 30 novembre al Convegno nazionale di comunicazione della scienza, organizzato dalla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste dal 28 novembre al 1 dicembre.