A luglio 2025 la legge 405 del 1975 che istituì i consultori familiari pubblici compirà cinquant’anni. Negli ultimi anni le logiche di depotenziamento e aziendalizzazione li hanno spesso ridotti a semplici ambulatori sanitari svuotandoli del loro senso sociale e di confronto con e tra le utenti.
In questo quadro, i movimenti femministi e transfemministi hanno avviato una riflessione che ha portato a interessanti sperimentazioni quali le consultorie autogestite. Una di queste è la consultoria autogestita universitaria di Bologna Mala Consilia.
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Le consultorie femministe autogestite: recuperare il senso sociale dei consultori pubblici (2)
Le consultorie femministe autogestite: recuperare il senso sociale dei consultori pubblici (1)
Potenzialità e limitazioni della legge attuale. Creare spazi di scambio di sapere e alleanze per migliorare il servizio pubblico, secondo Bruna Mura docente di Sociologia dei generi presso l’Università di Urbino
È ora di bilanci per la legge che quasi cinquant’anni fa istituì i consultori familiari pubblici (legge 405 del luglio 1975). Fin dalla loro nascita i consultori pubblici sono stati caratterizzati da potenzialità e limitazioni, ma negli ultimi anni le logiche di depotenziamento e aziendalizzazione li hanno spesso ridotti a semplici ambulatori sanitari, svuotandoli del loro senso sociale e di confronto con e tra le utenti.
Aumentano le esecuzioni della pena capitale nel Mondo, in particolare in Iran e Arabia Saudita
Le donne, le minoranze etniche e gli oppositori politici sono quelli a rischio maggiore anche solo per un tweet
Nel mese di maggio Amnesty International ha pubblicato il Rapporto sulla pena di morte e sulle esecuzioni eseguite nel Mondo nel 2023. Amnesty International ha registrato 1.153 esecuzioni, un aumento del 31% rispetto alle 883 esecuzioni eseguite nel 2022.
Il significativo aumento del totale globale è dovuto principalmente all’aumento delle esecuzioni in Iran e in Arabia Saudita che sono stati responsabili dell’89% del totale delle esecuzioni conosciute.
Contro la città autoritaria. L’associazione Sex and the City studia Milano dal punto di vista delle donne: dagli spazi pubblici a quelli di cura domestici
Esperienze dirette contro la paura nei luoghi urbani e progetti di abitare collettivo collaborativo oltre i legami di sangue
“Quando ci si occupa di città ‘a misura di donna’ l’unica soluzione è dare voce alle donne: non possiamo ipotizzare cosa è meglio per loro se non glielo abbiamo mai chiesto. Nelle nostre ricerche partiamo da queste domande, concentrandoci in particolare sul tema del lavoro di cura nella famiglia e su quello della percezione della paura nei luoghi dell’abitare, perché è attorno a essi che si ancorano le grandi differenze della vita quotidiana tra uomini, donne e minoranze di genere.” È quanto dichiarano ad Agenda17 Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro, ricercatrici e fondatrici dell’associazione di promozione sociale (Aps) Sex & the City.
Aborto: difficile metterlo in Costituzione come è accaduto in Francia. L’iter è molto più complesso, spiega il costituzionalista Veronesi di Unife
L’Ordine dei medici di Torino interviene contro la proposta di legge per costringere le donne ad ascoltare il battito del feto. Danneggia il cuore
Con una decisione da molti definita “storica” lo scorso 4 marzo il Senato francese ha confermato il progetto di legge costituzionale per garantire l’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg).
Christine Bard storica francese del femminismo ha dichiarato: “non capita così spesso di qualificare un momento come storico e dal forte impatto simbolico”. E nel nostro Paese si è riaperto il dibattito sulle norme di diritto che riguardano l’Ivg: dalla modifica costituzionale alla legge 194.
Contro la città autoritaria. Lo sguardo delle donne per ritrovare il senso del vivere insieme
Nella storia della progressiva conquista da parte delle donne del diritto ad esprimersi in tutte le professioni, l’architettura è stata un baluardo piuttosto duro da conquistare. Tenute lontane dalla possibilità di progettare lo spazio pubblico, governato da sempre dal pensiero maschile, le donne hanno sviluppato nei secoli una cultura dell’abitare, che, trasformata in competenze progettuali, nel ‘900 è uscita dallo spazio privato ed ha espresso in più occasioni una qualità umana e professionale inconfondibile.
Coordinamento donne di montagna: una rete femminile per costruire il cambiamento
Dal Piemonte alla Bolivia. Gli appuntamenti di marzo e giugno
Nelle terre alte lo sguardo delle donne porta lontano. Lo ha intuito, in alta Valle Maira in Piemonte, il Coordinamento Donne di Montagna. In vent’anni di attività ha raggiunto la Bolivia dall’altra parte del mondo, per poi tornare a casa, nelle Valli che si affacciano sul Monviso.
Oggi punta a valorizzare le attività e le piccole aziende a conduzione femminile, a creare una rete di amministratrici dei Comuni delle aree interne, ma soprattutto a rendere la montagna un luogo animato da nuove comunità e da uno sviluppo sostenibile.
Una città a misura di donna
Costruire una città che va bene per le donne significa costruire una città che va bene per tutti
In questi anni nel nostro Paese si è parlato molto di progettazione urbana secondo diversi modelli di città: smart, green, ecosostenibili, sicure, accessibili e inclusive, città partecipate, città “30 kmh”, fino alla città “15 minuti”. Su Agenda17 troviamo anche il manifesto contro la città autoritaria e il modello della città felice.
In questo articolo vorrei proporre il modello della città femminista, una città a misura di donne, perché, come si evince dai modelli teorici e dalle sperimentazioni fatte, in Europa da Vienna e Barcellona, in Canada a Montreal, in Australia a Melbourne, “costruire una città che va bene per le donne significa costruire una città che va bene per tutti”, tenendo ben presente che una città femminista non è fatta soltanto di pietre, non è soltanto una diversa destinazione degli spazi pubblici o un’aggiunta a quelli esistenti, ma è un progetto unitario del vivere insieme.
Le donne che subiscono violenza di genere hanno diritto alla protezione internazionale
La Corte di giustizia dell'Ue riconosce questi casi come una forma di persecuzione. Nel nostro Paese pochissimi sono accettati
La Corte di giustizia dell’Unione europea (Ue) ha stabilito il 16 gennaio 2024 che le donne migranti soggette a violenza di genere nel loro Paese di origine hanno diritto a ricevere lo status di rifugiate o la protezione sussidiaria. Il pronunciamento è avvenuto in seguito alla richiesta della Bulgaria di valutare il caso di una donna turca di origini curde che, vittima di un matrimonio forzato e violenza domestica, aveva fatto domanda di protezione internazionale.
Non sono sola
Foto terza classifica al Copernicus Photo Contest
Ispirata dalle opere di Shirin Neshat, artista iraniana.
Scrive l’autrice: “Non sono sola, sono con me. Non sono sola, sono sì con te!. Pensavo di essere completa, pensavo di essere al sicuro, ma poi all’improvviso.., tutto andò perduto. Ero sola. Rimasi in silenzio. Il mio destino rideva di me. Rallegrava il mio profondo dolore silenzioso. Non ho mai sollevato alcuna domanda.
Nobel Economia a Claudia Goldin per gli studi sul mercato del lavoro femminile. L’analisi di Laura Ramaciotti, economista e Rettrice Unife
In posizioni lavorative elevate le donne hanno prestazioni superiori; meglio offrire eque condizioni di ingresso nel mercato occupazionale piuttosto che incentivi
Claudia Goldin, docente ad Harvard, è la terza donna a vincere il Premio Nobel per l’economia e la prima a farlo per ricerche che riguardano la comprensione dei risultati del mercato del lavoro femminile e gli strumenti per raggiungere la parità tra uomini e donne sul posto di lavoro. Ne abbiamo parlato con la rettrice dell’Università di Ferrara, che insegna economia applicata e si occupa di politiche per l’innovazione aziendale.
Istat, quanto siamo lontani dal traguardo dell’uguaglianza di genere
L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’Onu misurato secondo dieci parametri
L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha redatto anche quest’anno il rapporto SDGs 2023 (Sustainable Development Goals) per illustrare la situazione attuale del nostro Paese rispetto ai 17 obiettivi nell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu). Per quanto riguarda l’obiettivo 5, riportiamo l’andamento di alcuni parametri da noi già considerati un anno fa.