Mentre il governo italiano è appiattito sulle posizioni trumpiane in riferimento al genocidio di Gaza e, contemporaneamente, sul bellicismo europeo in riferimento alla guerra in Ucraina, la recente indagine del Censis “Gli italiani e la guerra” descrive un Paese che ha una diffusa coscienza pacifista, molto più profonda delle sue classi dirigenti.
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Manifesto di Ventotene. Cos’è e perché è attuale. Il filosofo Pugliese sottolinea che l’Europa “anziché adottare politiche federaliste e disarmiste, è di nuovo epicentro di una potenziale guerra mondiale e di un mostruoso programma di riarmo”
Proposte concrete per la pace in Ucraina
In questi giorni c’è molta polemica attorno al Manifesto di Ventotene. Il ruolo dell’Europa in relazione alla guerra in Ucraina e al riarmo che si sta affermando ne hanno rilanciato l’importanza come punto di riferimento per un’ Europa che, uscita distrutta dalle guerre del secolo scorso, aspirava alla pace e alla collaborazione fra gli Stati.
Un anno pieno di armi. Trump vuole il cinque per cento del Pil alla Difesa. Intanto nel nostro Paese aumenti record delle spese militari e altro invio di materiale bellico (secretato) all’Ucraina
Strategia Usa condivisa dalla Von der Leyen. Nulla conta l'opinione contraria dei cittadini
Ieri, Donald Trump ha confermato che i Paesi NATO dovranno impegnare il 5% del proprio Prodotto interno lordo per la Difesa. Un’enormità, se si pensa che non arriviamo ancora al precedente livello richiesto del 2%. E che non sia una sparata del neoeletto presidente USA lo conferma la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha affermato che i Paesi dell’Unione devono aumentare le proprie spese nella difesa, coerentemente anche con il rapporto Draghi, da lei commissionato, sulla competitività.
Disobbedire alle leggi è una pratica della democrazia, secondo Federico Zuolo filosofo politico dell’Università di Genova
“La disobbedienza compare quotidianamente nella discussione pubblica. C’è chi la evoca fiducioso, e chi la deplora; chi la attende, e chi la teme. In ogni caso, sembra far parte del nostro vissuto politico quotidiano. Eppure, oggi è difficile valutarne la consistenza storica e politica.”
Così Federico Zuolo, docente di filosofia politica dell’Università di Genova, introduce, nell’ambito delle iniziative organizzate dal Laboratorio per la pace dell’Università di Ferrara, il suo libro “Disobbedire. Se, come, quando”, in cui analizza i vari aspetti che caratterizzano la disobbedienza nel tentativo di costruire uno spazio discorsivo condiviso, aperto a prospettive valoriali, politiche e umane di diversa origine.
“Il coraggio di avere paura”. Sul filo di rasoio dell’escalation della guerra fra potenze nucleari in corso in Europa
Un solo ordigno nucleare “tattico” provocherebbe in meno di un'ora decine di milioni di morti
Nel 2019 un gruppo di ricercatori dell’università di Princeton, guidati dal professor Alex Glaser, svolse una simulazione sugli effetti di una guerra nucleare tra Russia e Nato. Il modello era basato sulla reale dotazione nucleare delle potenze in campo e sui rispettivi obiettivi strategici ed aveva come ipotesi di avvio un primo colpo “tattico” nucleare inviato dall’esclave russa di Kaliningrad – l’antica Königsberg, città di Immanuel Kant autore, tra l’altro, del progetto Per la pace perpetua… – con l’obiettivo di fermare l’avanzata della Nato verso i confini russi, e la conseguente risposta nucleare USA-Nato.
Prospettive grigie per il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari. La seconda sessione per la conferenza di riesame si chiude senza documento
Contrapposizioni su ogni punto, clima politico avvelenato dai conflitti e dal riarmo bloccano la diplomazia
Si è svolta a Ginevra dal 22 luglio al 2 agosto, sotto la presidenza dell’ambasciatore kazako Akan Rakhmetullin, la seconda sessione del comitato preparatorio (PrepComII) dell’undicesima Conferenza di riesame (RevCom) del Trattato di non proliferazione (NPT), prevista per il 2026.
Contributi al dialogo – La “forza della verità” per decostruire la narrazione bellicista
La questione del peggioramento delle condizioni della libertà di stampa a livello mondiale – anche nel nostro Paese – è di capitale importanza in un periodo in cui le guerre aumentano di numero e violenza e la menzogna diviene un’arma diffusa e sempre più sofisticata grazie a nuove tecnologie.
Il filosofo Pasquale Pugliese, invitato a “parlare di pace in tempo di guerra” agli Emergency Days di Ferrara, ci propone diversi spunti di approfondimento
