Nella città iraniana di Qom, considerata la seconda città santa dell’Iran, da dicembre scorso ci sono stati centinaia di casi di avvelenamento respiratorio di giovani studentesse per impedire loro di frequentare le scuole superiori. Lo ha confermato con una dichiarazione il vice ministro dell’Istruzione Younes Panahi.
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Istruzione degli adulti. Senza integrazione non c’è merito
I Centri provinciali da soli non bastano a conseguire gli obiettivi europei
Il vecchio caro Ministero della pubblica istruzione ha perso nel tempo l’aggettivo “pubblica” e ha aggiunto un sostantivo a dir poco ambiguo: “merito”(Ministero dell’istruzione e del merito), il ché ha un sapore assai diverso da quello di favorire i “capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi”, che “hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, recitato nell’art. 34 della Costituzione.
Afghanistan: vietato alle donne l’accesso alle università
È l’unico caso al Mondo. Proteste di docenti e studenti
Come avevamo già riportato in ottobre, nel Paese non si ferma l’oppressione nei confronti delle giovani donne che hanno perso il diritto allo studio. Il nuovo divieto emanato dal ministro dell’istruzione superiore ha effetto immediato, con l’ordine alle università pubbliche e private di vietare alle donne la frequenza, e fa seguito alla chiusura per le ragazze delle scuole secondarie decisa dagli Ulema e dagli anziani nella Grande Conferenza che si è tenuta in luglio a Kabul.
Nessuna speranza per le studentesse afghane
Nessuno - compresa la stampa occidentale - si occupa più del loro destino
Le scuole secondarie per le ragazze afghane sono chiuse da oltre 10 mesi, e non riapriranno. È il risultato della Grande Conferenza che ha riunito nei giorni scorsi, a Kabul, migliaia di anziani e Ulema, termine che nella religione islamica indica religiosi e predicatori; sono loro che avrebbero dovuto dare indicazioni sul futuro delle studentesse afghane dopo che Il governo dei talebani aveva già disatteso tutte le aspettative delle giovani donne che speravano di poter riprendere dal 21 marzo gli studi nelle scuole di istruzione secondaria.
Dai serious game ai laboratori virtuali. Non bastano le tecnologie per migliorare la didattica (2)
Gli insegnanti rispondono alla sfida digitale, ma vanno aiutati
Le tecnologie digitali sono uno strumento innovativo, ma, se non ne viene fatto un uso critico, basato su modelli psicopedagogici, possono essere un’arma a doppio taglio.
L’intermediario tra queste tecnologie e gli studenti sono i docenti, come utenti e come mediatori.
Dai serious game ai laboratori virtuali. Non bastano le tecnologie per migliorare la didattica (1)
L’insegnamento digitale richiede progettazione accurata e competenze specifiche
Recentemente, al Padiglione Italia di Expo Dubai 2020, le Università di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia e di Parma, hanno presentato GoGreen Town, un serious game che si propone di introdurre i giovani cittadini ai temi della sostenibilità e della gestione energetica.
Ricomincia la scuola in Afghanistan ma non per le ragazze
Agli inizi di febbraio alcune università hanno riaperto in Afghanistan, per la prima volta da quando i talebani hanno preso il potere lo scorso agosto. Come riporta Reuters, nella Nangarhar University della città di Jalalabad, situata nella parte orientale del Paese, anche le donne sono tornate a frequentare le lezioni universitarie, senza condividere spazi con gli studenti uomini e accedendo da entrate secondarie.
Attualità dell’insegnamento pedagogico di Paulo Freire a cent’anni dalla nascita
Formazione professionale, educazione degli adulti e alfabetizzazione dei migranti le declinazioni più urgenti
Paulo Freire (1921–1997), brasiliano, ha inventato e messo in pratica una scuola fondata sul dialogo e la qualità dell’esperienza di apprendimento, che è ancora attuale decenni dopo la sua formulazione.