“Come in passato molti preti e istituti religiosi aiutarono gli agricoltori con la creazione di cooperative per vincere le carestie o meccanizzarsi, oggi il tema delle Comunità energetiche rinnovabili (Cer) può essere un’occasione per tessere legami in un momento in cui il cambiamento sociale frammenta, soprattutto nelle periferie. Siamo impressionati dal livello di litigiosità raggiunto, che fa sì che si diventi in qualche modo ‘massa’, incapaci di pensare, e ci spinge a scartare i più deboli e gli stranieri.
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I diritti dei popoli indigeni entrano nell’Accordo Cop15 per la biodiversità. Solo dichiarazioni di principio?
Sono il 5% della popolazione mondiale, ma l’80% della biodiversità è nei loro territori. Dovrebbero decidere loro, secondo Frank Deer dell'Università del Manitoba e noi potremmo imparare nuovi paradigmi ecologici, secondo Anita Gramigna di Unife
Sette target su ventitré dell’Accordo Kunming-Montreal per la tutela della biodiversità globale chiamano in causa i popoli indigeni. Il 30% degli obiettivi di conservazione riconosce infatti a chiare lettere i diritti delle popolazioni che vivono da sempre nei territori da tutelare. E non è poco, dato che negli accordi precedenti di diritti degli indigeni non c’era pressoché traccia.
Al via la rinaturalizzazione del Po: il più grande progetto Pnrr per la biodiversità e l’adattamento climatico
“Poligono del Giappone” nuovo pericolo. Un buon piano, ma è mancata la partecipazione secondo Andrea Agapito Ludovici, responsabile Area fiumi del WWF
Il progetto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per la rinaturazione del bacino del fiume Po è iniziato. Pochi giorni fa, infatti, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha rilasciato l’informativa tecnica che sbloccherà parte dei 357 milioni di euro di finanziamento del progetto.
COP15 Crisi della biodiversità: sempre più specie a rischio di estinzione
Allarme alla Conferenza di Montreal: servono interventi urgenti
La varietà di specie che popolano il nostro Pianeta si assottiglia di giorno in giorno, mentre la lista di quelle che rischiano di scomparire continua ad allungarsi. Ne fa parte anche l’orango di Sumatra (Pongo abelii), dichiarato a rischio critico di estinzione dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (International Union for Conservation of Nature, IUCN).
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE È iniziata la stagione dello sci. Con sempre meno neve
Quarant’anni fa nevicava due settimane in più. Il 2022 annus horribilis per i ghiacciai alpini
La grave siccità che ha colpito le nostre montagne quest’estate non sarà un evento isolato: uno studio pubblicato su Scientific Report conferma che questo trend negativo colpisce da decenni le aree montuose di tutto il Mondo, che hanno perso due settimane di neve l’anno rispetto al 1982.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Ripensare tutto: sicurezza, abitare, relazioni umane, cura dell’ecosistema
Bilancio con Benedetti, Calzolari, Gogna e Mercalli. Al centro la crisi climatica
L’anno internazionale dello sviluppo sostenibile della montagna sta arrivando all’ultima tappa: la stagione invernale, che – perlomeno in Europa – coincide con quella della sci. È tempo di bilancio dei mesi appena trascorsi, prima di dedicarci a quella che ormai è chiamata la “monocoltura dello sci”, che ha la sua apoteosi nelle Olimpiadi invernali.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Se la montagna soffre, soffriamo anche noi
Celebrazioni: occasione perduta. Ripartire dal basso e dai giovani
A guardarle dal basso sono belle. Anzi, bellissime. E il mondo, visto da lassù, si presenta nuovo, con tutt’altre prospettive e contorni inediti. Non è retorica, ma un’ammissione inalienabile del reale. Ammesso ovviamente che questa bellezza delle montagne, tutt’altro che illusoria, non sia inquinata nello sguardo dagli effetti di interventi umani di discutibile significato, che spesso corrispondono anche a un doloroso e profondo impatto ambientale. Questa premessa apparentemente trascurabile è invece utile e necessaria per fare una riflessione sull’Anno internazionale dello sviluppo sostenibile della montagna, proclamato dall’Organizzazione delle Nazioni unite (Onu) per questo 2022 e che sta per chiudersi.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Il pericolo non si affronta con l’ossessione della sicurezza, secondo Alessandro Gogna
La lezione della Marmolada: alpinismo con libertà, responsabilità e conoscenza del cambiamento climatico
Marmolada, 3 luglio 2022, ore 14.30: un’enorme massa di ghiaccio si stacca dalla parte alta del ghiacciaio e scivola a valle, trascinando detriti e uccidendo undici alpinisti.
Subito parte la litania dei “si poteva” e dei “si doveva”: prevedere, informare, monitorare, vietare. Con gli inevitabili colpevoli individuali e istituzionali che, a vario titolo, non hanno previsto, informato, monitorato, vietato. La tragedia, si dice, sarebbe stata certo evitata se fossero state messe in atto le giuste misure di divieto, monitoraggio, informazione e prevenzione. Un circolo vizioso che pare individuare nella strada normativa dei regolamenti, dei divieti e dei patentini l’unica possibile per frequentare la montagna in sicurezza.
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE Vivere in alta quota per sfuggire al riscaldamento globale: per Luca Mercalli è ancora possibile
Le terre alte resteranno comunque più vivibili. Cambieranno paesaggi e turismo
“Non voglio dipingere la montagna come un Eldorado – afferma ad Agenda17 Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana (Smi) –. È un luogo che avrà i suoi problemi come qualsiasi altro, ma almeno rispetto al caldo, che è l’elemento più vistoso e certo del cambiamento climatico (non a caso si chiama riscaldamento globale), la montagna è ancora un luogo dove avere un po’ più di fresco.
DOPO COP27 Brasile, Indonesia e Repubblica del Congo uniti in una OPEC delle foreste pluviali
Se paghiamo il petrolio al prezzo stabilito dal cartello dei produttori, dovremmo remunerare così anche le risorse ambientali
Sono in corso trattative tra Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo (RDC) – i tre grandi Paesi che detengono oltre metà della foresta pluviale tropicale del Pianeta – per formare un’alleanza strategica, soprannominata l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) delle foreste pluviali.
L’alleanza è stata lanciata il 14 novembre 2022 alla Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27) in Egitto.
DOPO COP27 Il ritorno del Brasile nella lotta alla crisi climatica
Forse la deforestazione dell’Amazzonia non si fermerà, ma sicuramente diminuirà, secondo Gianfranco Franz, docente Unife
La Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27), tenutasi in Egitto dal 6 al 18 novembre, ha visto il ritorno sulla scena internazionale di Luis Inácio Lula Da Silva, presidente eletto del Brasile, che assumerà l’incarico a partire dal primo gennaio 2023.
Nel suo discorso al summit globale del clima, il leader brasiliano ha criticato le spese eccessive per gli armamenti in un Mondo segnato da molteplici sfide, che vanno dalla fame ai cambiamenti climatici, sottolineando che la lotta alla povertà e alla crisi climatica non sono obiettivi separabili ma vanno affrontati insieme.
EcosistER: rete ibrida tra università, imprese ed enti pubblici per la transizione ecologica del sistema produttivo emiliano
Unife capofila con Massimiliano Mazzanti per l’economia circolare e costiera
L’Emilia Romagna è uno dei dodici ecosistemi dell’innovazione finanziati con i fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): 110 milioni di euro per la costruzione di un nuovo patto tra clima e lavoro. Gli ecosistemi dell’innovazione sono reti ibride tra accademia, mondo produttivo ed enti pubblici per avviare concretamente l’intersezione tra sostenibilità economica, ambientale e impatto sociale sul territorio.