DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 6 La scarsità di acqua e la sua contaminazione provocano milioni di morti. Colpa anche della crisi climatica. Particolarmente esposti i bambini Fondamentali la raccolta dei dati, il monitoraggio e l’intervento delle istituzioni

DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 6 La scarsità di acqua e la sua contaminazione provocano milioni di morti. Colpa anche della crisi climatica. Particolarmente esposti i bambini

Fondamentali la raccolta dei dati, il monitoraggio e l’intervento delle istituzioni

“Ogni giorno, oltre 1.000 bambini sotto i 5 anni muoiono a causa di malattie legate ad acqua e servizi igienici inadeguati, fattori che uccidono complessivamente 1,4 milioni di persone l’anno.” È quanto emerge dal recente comunicato del Fondo delle nazioni unite per l’infanzia (UNICEF), secondo il quale la scarsa disponibilità di acqua colpisce attualmente per almeno un mese all’anno due terzi della popolazione globale. 

Il cambiamento climatico, che determina eventi meteorologici estremi con aumentata frequenza e siccità, sta aggravando la situazione. 

Queste condizioni, entro il 2030, potrebbero causare un’intensa crisi idrica accompagnata da contaminazione batterica e relative malattie associate.

Anche l’Europa, uno dei continenti più ricchi e sviluppati, soffre di gravi problemi come ha rilevato di recente in una nota il Parlamento europeo che ha messo in evidenza la necessità di intervento per far fronte alla crisi idrica in Europa, dove problemi di carenza di acqua, inquinamento idrico e periodi di siccità alternati a piogge intense colpiscono gran parte del territorio europeo.

L’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) ha dichiarato che il 30% della popolazione europea è esposta ogni anno al fenomeno dello stress idrico, con picchi del 70% nei mesi estivi per la popolazione dell’Europa meridionale.

L’inquinamento idrico è principalmente causato dalla presenza nell’acqua di contaminanti chimici usati a livello industriale e agricolo e contaminanti emergenti come le microplastiche.

Per quanto riguarda in particolare il nostro Paese, come riportato nel Rapporto dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) 2024 , l’Italia è uno dei territori particolarmente a rischio siccità, fenomeno che colpisce tutte le regioni del nostro Paese e provoca un calo di disponibilità di risorsa idrica, che potrebbe ulteriormente aggravarsi in futuro. 

Il cambiamento climatico svolge un ruolo chiave in questo fenomeno che si alterna sempre più di frequente a momenti caratterizzati da piogge particolarmente intense. Soprattutto nelle regioni settentrionali negli ultimi vent’anni sono aumentati i periodi di grave siccità alternati a mesi di pioggia in eccesso.

La scarsità di acqua in alcuni territori è anche aggravata dal fenomeno delle perdite idriche, dovute principalmente alle infrastrutture arretrate.

Incoraggianti, ma ancora insufficienti, I progressi raggiunti nell’accesso globale all’acqua potabile 

L’acqua è un bene primario necessario per la salute e l’igiene umana e, come dichiarato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu), l’accesso all’acqua potabile sicura deve essere garantito ai fini del raggiungimento dei diritti umani.

Considerando le ultime stime disponibili a livello globale, riportate nel rapporto relativo allo stato dell’acqua potabile nel Mondo siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’Obiettivo 6 di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, che prevede di garantire l’accesso dell’intera popolazione mondiale ad acqua potabile sicura e controllata. Senza interventi efficaci nessuna regione sarà in grado di garantire l’accesso sicuro all’acqua potabile e ai servizi idrici entro il 2030. 

Confrontando la situazione tra l’anno 2000 e il 2020, ultimo anno disponibile nel rapporto, la popolazione con accesso ad acqua potabile sicura nelle abitazioni private è passata da una percentuale del 62% al 74%.

Nella figura 1 viene riportata la percentuale di popolazione globale coperta da servizi idrici potabili, confrontando la situazione negli anni 2000 e 2020. 

Differenze significative si notano confrontando le diverse regioni del Mondo, dove le aree rurali sono in condizioni peggiori rispetto alle aree urbane. Nella figura 2 viene evidenziato che la copertura dal servizio di acqua potabile varia in modo significativo tra le regioni e che  la situazione più critica si registra nell’Africa subsahariana, zona con la più bassa copertura del servizio di acqua potabile.

Figura 1 – acqua potabile sicura: confronto anni 2000 – 2020 a livello globale

Figura 2 – distribuzione acqua potabile sicura nelle regioni mondiali

Per ottenere l’accesso ad acqua potabile sicura in tutte le scuole del Mondo si dovranno mettere in atto sforzi massicci. Secondo il rapporto citato, si stima che nel 2021 solo il 71% delle scuole mondiali avesse accesso a servizi basici di acqua potabile e il 51% non avesse alcun accesso. I bambini più colpiti sono gli abitanti dell’Africa subsahariana, seguiti dai bambini di diverse regioni asiatiche.

La salute globale insidiata dalla cattiva qualità dell’acqua

Ogni anno nel Mondo più di un milione di persone muoiono a causa di condizioni causate dall’utilizzo di acqua potabile non sicura, prima fra tutte la diarrea che uccide soprattutto bambini piccoli. Le malattie diarroiche possono essere associate a sintomi anche gravi dovuti alla privazione di acqua dal corpo e alla riduzione di assorbimento di nutrienti, causando in questo modo fenomeni di malnutrizione. Le cause alla base della diarrea sono riconducibili a patogeni tra cui batteri, in particolare l’Escherichia Coli e virus come il Rotavirus, trasmessi tramite l’acqua contaminata. Il trattamento dell’acqua tramite filtrazione, la disinfezione tramite aggiunta di cloro e il trattamento solare possono portare alla riduzione di eventi diarroici fino al cinquanta percento rispetto all’acqua non trattata.

Il trattamento dell’acqua può prevenire la comparsa di patologie dovute al batterio Legionella, principale patogeno contaminante dell’acqua nei Paesi sviluppati, tramite l’inalazione di gocce di acqua contaminata presente nei sistemi di condizionamento.

I dati presenti nell’ultimo rapporto sullo stato globale dell’acqua potabile mostrano che la contaminazione microbiologica aumenta considerevolmente analizzando come fonti le acque superficiali e i pozzi, che generano acqua non controllata.

Come mostrato nella figura 3, i Paesi con rischio più elevato di contaminazione microbiologica da E.Coli si trovano in Africa, con la situazione più critica in Togo e Chad.

Figura 3 – rischio di contaminazione da E.Coli nell’acqua di superficie

Inoltre, si evidenziano differenze significative tra le zone urbane e quelle rurali: l’acqua potabile è più contaminata nelle zone meno urbanizzate dei Paesi più poveri.

Un altro problema di salute pubblica legato all’acqua potabile è rappresentato dalla contaminazione chimica, analizzata nel report sullo stato globale dell’acqua potabile. Tra le sostanze più pericolose per la salute umana rilevate nell’acqua ci sono l’arsenico, il fluoro e il piombo. Tra i contaminanti chimici emergenti dell’acqua spiccano pesticidi, farmaci, microplastiche e le sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), ancora poco studiate per la determinazione delle concentrazioni che causano tossicità nell’uomo.

L’arsenico è naturalmente presente nelle acque sotterranee ma ne sono state rilevate concentrazioni particolarmente elevate nelle acque sotterranee di molti Paesi asiatici, come evidenziato nella Figura 4. L’esposizione all’arsenico provoca diversi tipi di tumore, tra cui quello ai polmoni, vescica, pelle e aumenta la probabilità di sviluppare patologie cardiovascolari, polmonari e diabete.

Secondo modelli statistici la popolazione globale esposta a elevate concentrazioni di arsenico nelle acque sotterranee oscilla tra 94 e 220 milioni di persone, la maggioranza delle quali si trova in Asia, come mostrato nella figura 4.

Figura 4 – esposizione globale alla contaminazione dell’acqua da arsenico

Il fluoro viene comunemente utilizzato nei dentifrici e nell’acqua potabile come additivo per rinvigorire lo smalto dei denti, ma a concentrazioni superiori al limite stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) può causare erosione dentale e deformazione delle ossa. Il fluoro è presente nelle acque sotterranee oltre la soglia di sicurezza in molti territori dell’Asia e dell’Africa, come mostrato nella figura 5.

Figura 5 – esposizione globale alla contaminazione dell’acqua da fluoro

Il piombo viene rilasciato nei sistemi idrici dai materiali idraulici che lo contengono e può provocare danni significativi sulla salute umana, tra cui quelli neuroevolutivi nei bambini. 

L’importanza dei governi nelle azioni politiche e normative

Per raggiungere un progresso tale da garantire l’accesso all’acqua potabile in modo sicuro e controllato entro il 2030 è essenziale che i governi intervengano mediante l’introduzione di norme e politiche relative al settore idrico che fornisce tutti i servizi di acqua potabile, come dichiarato nell’ultimo rapporto relativo all’acqua potabile a livello mondiale.

Tra i mezzi per rendere più efficiente la fornitura di acqua potabile di buona qualità ci sono incentivi garantiti ai fornitori di servizi sulla base del raggiungimento di obiettivi, per esempio obiettivi di accesso all’acqua potabile, tali per cui maggiore è il numero di famiglie che ne hanno accesso, maggiori saranno le sovvenzioni. 

Sono necessarie azioni per fornire acqua potabile di qualità alle zone rurali dei Paesi meno sviluppati, dove l’approvvigionamento è garantito dalla comunità sulla base di volontari, per questo motivo nasce il bisogno di intervenire per assicurare un servizio fornito da professionisti.

Un altro aspetto importante è il monitoraggio dei dati relativi all’accesso a servizi idrici sicuri e agli interventi messi in atto. Dovrebbero essere resi pubblici dati affidabili per garantire trasparenza ma anche per indirizzare decisioni future identificando le aree di intervento più critiche e gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati nei tempi auspicati.

La garanzia di accesso ad acqua potabile sicura comporta vantaggi economici e sociali, tra cui un miglioramento generale della salute con la conseguente riduzione dei costi sanitari, aumento della produttività lavorativa, aumento dell’uguaglianza di genere per migliore accessibilità.

In Italia buona qualità dell’acqua. Proposta di  gestione integrata per un servizio idrico più efficiente

L’Unione europea (Ue) ha aggiornato la direttiva acqua potabile (2020/2184) introducendo criteri più stringenti sulla qualità dell’acqua per uso umano, ponendo particolare attenzione alle sostanze pericolose come piombo, cloro, sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) e microplastiche e introducendo nuove limitazioni di concentrazione per alcune di queste sostanze. La direttiva, che in Italia è recepita tramite il decreto legislativo 18/2023, promuove anche un approccio di trasparenza per la pubblicazione dei dati relativi alla qualità dell’acqua.

In Italia i dati qualitativi dell’acqua, che comprendono i risultati di analisi chimiche, chimico-fisiche e microbiologiche, sono stati presentati per la prima volta dal Centro nazionale per la sicurezza delle acque (CeNSiA) nel 2024. Dall’analisi dei dati emerge una buona qualità dell’acqua italiana che rispetta nel 98,4% dei casi i limiti prestabiliti.

Secondo il rapporto Blue Book 2025 della Fondazione Utilitas sui dati del servizio idrico integrato in Italia, la situazione attuale è caratterizzata da diverse modalità di affidamento del servizio, con maggiore prevalenza per il servizio coperto da aziende pubbliche e miste a maggioranza pubblica, come riportato nella figura 6.

Figura 6 – distribuzione percentuale della popolazione servita da servizio idrico integrato per tipologia di affidamento

I gestori di grandi dimensioni – secondo il report della Fondazione – riportano risultati molto positivi in termini economici, a differenza dei gestori più piccoli che sono maggiormente colpiti dagli elevati costi di gestione soprattutto legati ai costi del servizio e al personale impiegato. 

Un aspetto importante di questo fenomeno è la differente disponibilità economica destinata al potenziamento delle infrastrutture, alla fornitura di un servizio più efficiente e al miglioramento delle tariffe, a favore dei gestori di grandi dimensioni. Questo si riflette in differenze tariffarie del servizio fornito agli utenti a seconda del territorio considerato. 

Secondo il rapporto Blue Book 2025, come prospettiva futura si potrebbe valutare l’introduzione di una tariffa unica per permettere di gestire al meglio aspetti come i costi di gestione, necessità di nuovi investimenti e far fronte alla riduzione della popolazione, soprattutto in alcuni territori colpiti particolarmente dal fenomeno della siccità.

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