Attacco informatico alle istituzioni italiane: la guerra in Ucraina è anche cibernetica

Contro il nostro invio di armi c'è la regia di una solida struttura politica, secondo il giurista Pietropaoli

Nel pomeriggio dell’11 maggio i siti di Senato, Ministero della difesa, Istituto superiore di sanità e Automobile club d’Italia (Aci) sono rimasti bloccati per alcune ore (salvo quello dell’Aci, tornato operativo il giorno successivo) a causa di un attacco informatico contro il nostro Paese. “Questo attacco conferma il quadro generale della guerra: era infatti già chiaro come fossimo tutti esposti anche sul piano cibernetico. L’azione ha consentito alla Russia di farci capire, anche senza un intervento militare diretto, che l’invio di armi in Ucraina non è un gesto che passa inosservato ma, al contrario, può scatenare ripercussioni su vari livelli, compreso quello della sicurezza informatica.” È quanto dichiara ad Agenda17 Stefano Pietropaoli, docente di Informatica giuridica presso l’Università di Firenze.

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