La storia si ripete. Con l’ultima ondata pandemica e l’avvento della variante Omicron le cure per pazienti non-Covid vengono di nuovo messe in discussione. L’esperienza maturata nelle prime fasi dell’emergenza Covid-19 ha permesso alle sanità regionali di preparare piani strategici, ma c’è grande differenza fra le diverse Regioni, e non mancano le criticità.
Eruzioni vulcaniche: pericolo per la salute
Da Tonga all’Etna, problemi respiratori e cardiovascolari, danni oculari e dermici legati a lunghe esposizioni
Nell’arcipelago di Tonga, una catena di isole ubicate nell’Oceano Pacifico a Nord-Est della Nuova Zelanda, le attività di soccorso a seguito della violenta eruzione vulcanica sottomarina proseguono a rilento a causa dei significativi danni strutturali a edifici e viabilità.
In Emilia anche chi vive in strada ha il medico di medicina generale
Diritto alla salute per legge ai senza fissa dimora. Grazie anche alla Onlus Avvocato di strada, lo studio legale più grande del Paese e con minor fatturato presieduto da Antonio Mumolo
La legge della Regione Emilia-Romagna 10/2021, entrata in vigore lo scorso 29 dicembre, garantisce – per la prima volta nel nostro Paese – il diritto alla salute delle persone senza fissa dimora.
Pochi scienziati usano i social media per la comunicazione scientifica
Secondo il chirurgo Unife Zamboni, invece, sono importanti. Ma servono competenza e regole etiche
Secondo il rapporto Eurobarometer 2021, nei Paesi europei il 29% della popolazione si tiene informata su scienza e tecnologia attraverso nuovi media digitali tra cui i social network.
Tonga, la nube eruttiva non raffredderà il clima
Mentre riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci potrebbero aumentare le eruzioni
La recente eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, situato nell’Oceano Pacifico nell’arcipelago di Tonga, ha liberato in atmosfera un’enorme nuvola di cenere e anidride solforosa (SO2) e ha sollevato nella comunità scientifica numerose domande circa le possibili conseguenze sul clima globale.
Oceani e mari sempre più caldi, e il Mediterraneo si riscalda più velocemente di tutti (2)
Perdita di biodiversità e uragani anche alle medie latitudini sono alcune delle conseguenze
Il Mar Mediterraneo, oltre a scaldarsi più velocemente, sta diventando sempre più salato. La sua biodiversità, già da tempo sottoposta a enormi pressioni, sta diminuendo a causa dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione, dell’eccessivo sviluppo costiero e del traffico marittimo, senza contare altre attività antropiche.
Nel bacino sono presenti più di mille specie aliene, tipiche dei mari tropicali, la cui sopravvivenza e diffusione è favorita dall’aumento della temperatura media dell’acqua. Al contrario, molte specie native si stanno spostando alla ricerca di acque più fredde, mentre altre ancora si avviano all’estinzione.
Oceani e mari sempre più caldi, e il Mediterraneo si riscalda più velocemente di tutti (1)
Nuovo record di temperature per il sesto anno consecutivo
I cambiamenti climatici e la salute degli oceani sono strettamente legati tra loro, dato che più del 70% della superficie del Pianeta è ricoperta di acqua. Gli oceani aiutano a regolare il clima sia assorbendo il calore derivante dall’eccessivo accumulo di gas serra nell’atmosfera sia catturando i composti del carbonio, rilasciati dalle attività antropiche e dagli incendi, nella vegetazione sottomarina.
Ecco perché gli anziani rischiano di più con Covid-19
Il sistema immunitario è più debole a causa di linfociti “guardiani” poco efficaci, secondo una ricerca Unife
Nella pandemia in corso abbiamo imparato ben presto come ciascuno di noi reagisca in maniera differente al virus, soprattutto in base all’età. In età avanzata, infatti, SARS-CoV-2, il virus responsabile della malattia Covid-19, è molto spesso associato a sintomi gravi e a un’elevata letalità.
I casi clinici hanno evidenziato che gli anziani, rispetto ai giovani, hanno una risposta immunitaria più debole, aspetto che li rende più suscettibili all’infezione e alle sue forme gravi, e di conseguenza necessitano di un richiamo vaccinale più frequente.
Energia dall’atomo: alti rendimenti, ma non del tutto carbon free
La filiera del nucleare cambia molto nei diversi Paesi
In Europa la maggior parte dei Paesi ricorre ai combustibili fossili per produrre energia. Secondo i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (European Environment Agency, EEA), circa il 77% del fabbisogno energetico del cittadino europeo medio è soddisfatto da petrolio, gas e carbone. A questi si aggiungono il 14% proveniente dall’energia nucleare e il restante 9% da rinnovabili, le quali però sono in rapida crescita.
Gas e atomo per la transizione energetica?
Ne discutono online sabato Vincenzo Balzani, chimico Unibo, Roberto Fazioli, economista Unife e Pippo Tadolini, medico e ambientalista
Cosa ci sarà nel mix di energie che l’Europa utilizzerà per arrivare all’impatto climatico zero previsto per il 2050 dal Green Deal? Ci sarà anche il gas, come vorrebbero le grandi aziende del settore che insistono sulla necessità di usarlo come “ponte” verso un futuro tutto di rinnovabili e sull’urgenza di sostituirlo al più inquinante carbone? Ci sarà il nucleare, come vogliono fortemente alcuni Stati (con la Francia in testa), ma anche alcuni ricercatori, che sottolineano il vantaggio in termini di costi-benefici delle centrali di ultima generazione?
Aumentano le disuguaglianze tra ricchi e poveri. E la responsabilità è soprattutto politica (2)
Politiche sociali inadeguate per l’impoverimento dei Governi. E la giustizia climatica sembra ancora lontana, secondo l’economista Sandrine Labory di Unife
Una via per capire le crescenti disuguaglianze evidenziate dal World Inequality Report 2022 è il gap tra la ricchezza netta dei Governi e quella del settore privato. Negli ultimi quarant’anni i Paesi sono diventati più ricchi, ma i loro Governi sono diventati significativamente più poveri. La quasi totalità della ricchezza è infatti in mano privata, come dimostra il fatto che la quota detenuta dagli attori pubblici nei Paesi più ricchi è vicina allo zero o negativa.
Aumentano le disuguaglianze tra ricchi e poveri. E la responsabilità è soprattutto politica (1)
Le disuguaglianze interne aumentano, ma la colpa non è solo delle politiche di liberalizzazione, secondo l’economista Federico Frattini di Unife
Finalizzato a delineare un quadro generale delle disuguaglianze a livello globale, l’ultima edizione del World Inequality Report 2022 affronta anche l’effetto del Covid-19 su redditi e ricchezza e la correlazione tra il possesso della ricchezza e l’impatto sul cambiamento climatico. Il quadro che ne emerge è che, ancora una volta, le disuguaglianze sono una scelta politica, e non un fatto inevitabile.