Il funambolo della luce A teatro l’avventura di Nikola Tesla, scienziato ed ecologo ante litteram

Il funambolo della luce

A teatro l’avventura di Nikola Tesla, scienziato ed ecologo ante litteram

Il nome “Tesla”, scelto da Elon Musk per le sue auto elettriche di successo mondiale, nasce, come noto, dal cognome di uno dei più grandi personaggi della storia del nostro sviluppo scientifico fra Ottocento e Novecento: Nikola Tesla, alla cui poliedrica genialità certamente l’imprenditore naturalizzato statunitense ama affiancarsi.

Meno noto, invece, è che Tesla, con la sua utopia dell’energia pulita fu un ecologo ante litteram che reimmaginò il rapporto tra scienza, etica e spiritualità collocandolo in una sintesi che aspirava ad andare oltre quella frammentazione a cui una certa interpretazione puramente utilitaristica della scienza porta, senza produrre un vero sviluppo dell’uomo e della collettività.

Il genio in scena

È il suo genio al centro dello spettacolo presentato in prima nazionale lo scorso 5 novembre al Teatro di Rifredi, a Firenze. Un lavoro innovativo del Centro di Produzione Uthopia/Pupi e Fresedde, dal titolo “Il funambolo della luce – Nikola Tesla, ovvero l’uomo che illuminò il mondo” che attraverso la narrazione di Ciro Masella, anche autore del testo, ripropone una figura piuttosto dimenticata ma che è stata fondamentale per lo sviluppo della nostra storia soprattutto per aver introdotto l’uso della corrente alternata, in sostituzione dell’allora largamente diffusa corrente continua.

Ciro Masella – Fotografia di Enrico Gallina

In quella che è conosciuta come la “guerra delle correnti” tra Tesla, propugnatore della prima e Edison, della seconda, fu Tesla ad avere la meglio e a trasformare così industria e società grazie alla possibilità di produrre in modo più efficiente e di trasportare lontano l’energia elettrica, nonché di dare spazio ai motori elettrici in alternata che furono al centro della seconda rivoluzione industriale.

Tesla sentì uno spiccato interesse per la tecnologia fin da ragazzino: si dice fosse guarito dal colera quando il padre gli promise che avrebbe potuto intraprendere gli studi tecnologici a cui anelava.

Diventato ingegnere, ebbe una carriera costellata di alti e bassi, grandi successi e grandi fallimenti, ricchezza e povertà. Dalla capacità di immaginare il motore in corrente alternata osservando il Sole durante una passeggiata nel parco recitando a memoria il Faust di Goethe, passando per decine e decine di invenzioni e brevetti, intuendo il principio della radio senza il quale Marconi non avrebbe potuto poi inventarla, Tesla fu, senza dubbio, un visionario che attingeva dal profondo e “guardava oltre”.

Aveva straordinarie capacità sinestesiche che gli permettevano di modellare il pensiero razionale sull’intuizione. Senza mai dimenticare che, al centro della scienza, c’è e deve rimanere l’uomo.

Come dice Ciro Masella: “Questa figura dalla carica poetica rivoluzionaria mi si è parata innanzi come un forziere carico di ricchezze, una fonte inesauribile di riflessione sul ruolo della scienza oggi, sul suo rapporto con l’umano e con la natura, con il visibile e con ciò che non può essere visto.”

Tesla fu dunque scienziato ma anche filosofo. Diceva di se stesso: “Non sono uno scienziato. La scienza è forse la maniera più conveniente per trovare la risposta alla domanda che mi perseguita da sempre e trasforma i miei giorni e le mie notti in fuoco. Quello che vorrei sapere, ad esempio, è che cosa succede a una stella cadente quando il Sole si spegne. Perché le stelle cadono, come polvere o come semi. E il Sole si disperde, nelle nostre menti. Nelle vite di molti esseri…”

Il viaggio poetico di un ecologo ante litteram

Spiccatamente sensibile ai temi dell’inquinamento, Tesla aveva visioni sulla deriva del nostro ambiente, di una attualità che colpisce profondamente nel momento in cui dipingeva un Pianeta e un’umanità alla deriva se non fossero stati presto presi provvedimenti.

“Il funambolo della luce” è dunque “un viaggio poetico tra parola, danza, immagini e musica”. Una drammaturgia costruita sui dialoghi ispirati alla biografia e agli scritti di Tesla – con inserti di altre fonti letterarie come Montale, Dante, Goethe che vede in scena il bravissimo Ciro Masella, affiancato da Olmo De Martino e dalla danzatrice Isabella Giustina.

Ciro Masella e Olmo de Martino – Fotografia di Giampaolo Bacherini

Video proiettati sullo sfondo del palcoscenico contribuiscono a creare un’atmosfera che trasporta in una dimensione onirica. Uno spettacolo capace di suscitare grande interesse e coinvolgimento e che declina in modo convincente quel binomio “teatro e scienza” che raramente riesce a convivere in scena con risultati – come questo – che emozionano e inducono, allo stesso tempo, a un’autentica riflessione.

Repliche:

28 gennaio 2022 Teatro C. Caporali di Panicale (PG)

18 marzo 2022 Teatro Civico di Vercelli

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