L’uomo non “vede” le piante, ma la loro organizzazione in comunità può insegnarci la sopravvivenza come specie, secondo Stefano Mancuso

Al Festival dell’economia una riflessione sulle differenze tra mondo umano e vegetale

Siamo “ciechi verso le piante” sostiene Stefano Mancuso, docente e direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale dell’Università di Firenze, secondo il quale non è immaginabile che una forma di vita riesca a raggiungere oltre l’80% di un sistema come quello del nostro Pianeta senza avere delle particolarità ed essere in grado di risolvere problemi. Eppure noi umani, lo 0,01% della biomassa della Terra, non “vediamo” le piante, non ne percepiamo la complessità, quando invece dovremmo chiederci cosa si possa imparare da organismi con un tale successo evolutivo.

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Natura protagonista al festival fotografico Selvatica di Biella. “Il tempo dell’attesa è ormai finito e non possiamo più rimandare di occuparci di ambiente e della sua protezione” (1)

Dalle xilografie giapponesi dell’Ottocento alla fotografia con l’Intelligenza artificiale

“La conservazione senza denaro è solamente conversazione”; partendo da questo slogan il gruppo Skua Nature Group ha elaborato un modello in cui il valore della natura è considerato anche un valore economico per un nuovo turismo naturalistico. E ora gestisce numerose riserve, in cui si sviluppano azioni dedicate alla conservazione e a studi sulla biodiversità usando fondi provenienti dal turismo naturalistico, capanni di osservazione, birdwatching ed escursioni fotografiche in collaborazione tra pubblico e privato.

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La lezione del Covid. “Lockdown Memory” è molto più di una (bella) pièce teatrale sulla pandemia: è l’ “emozione documentata” del terribile contesto politico che abbiamo già rimosso

Il Laboratorio per la pace intervista la compagnia teatrale Instabili vaganti

Uno spettacolo per raccontare il lockdown e le storie nascoste che quel periodo ha portato con sé: si chiama “Lockdown Memory”, della compagnia teatrale Instabili Vaganti, che lo ha recentemente proposto al Centro teatrale universitario di Ferrara.

È notizia di questi giorni che l’Organizzazione mondiale della sanità non è riuscita – complice anche la posizione del nostro Paese – a varare il nuovo piano pandemico globale, mentre l’influenza aviaria ha fatto il salto di specie contagiando alcuni agricoltori americani.

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Al Parco arte vivente due grandi mostre sulla profonda correlazione fra umano e non umano

Il Pav realizzato da Piero Gilardi è un incubatore di coscienza ecologica

Tra le opere esposte nel Parco arte vivente (Pav) di Torino, quella di Stefano Boccalini, “PublicPrivate”, rispecchia in maniera particolare lo spirito del centro sperimentale d’arte contemporanea che la ospita. Per le due parole, public e private, l’autore ha scelto due materiali simili, acciaio e ferro, ma con caratteristiche tecniche che le rendono soggette in modo differente allo scorrere del tempo: l’acciaio mantiene la sua brillantezza originale mentre il ferro si deteriora e arrugginisce, richiamando implicitamente l’elemento dell’acqua, sulla quale è cruciale il dibattito politico come bene pubblico.

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Comacchio anni Sessanta, sessant’anni dopo. L’acqua è ancora tutto, ma tutto è cambiato

Foto e cartografia in mostra a Palazzo Turchi di Bagno per capire e valorizzare il territorio

“È essenziale ragionare sull’acqua con un altro modo di vedere le cose perché l’acqua è fonte di vita da sempre e abbiamo una bio-diversità da difendere e tutelare. Possiamo ancora fare molto, siamo ancora in tempo.” Con queste parole Alessandro Bondesan, capo settore Sistemi informativi territoriali del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara sintetizza i problemi legati al territorio di Comacchio, la città lagunare al centro del grandioso processo storico delle bonifiche e ora di un altrettanto imponente cambiamento climatico che coinvolge territorio e paesaggio.

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“La crisi climatica è un mostro che sfugge al controllo e si diffonde”. Così Filippo Andreatta, regista di un Frankenstein in chiave ecologica

Riparte da Trento la nuova produzione teatrale di OHT basata sul classico riletto dalla filosofa Dehlia Hannah

Quando il pubblico entra, lo spettacolo è già iniziato. Sul palcoscenico scende una pioggia tenue e una donna – che emette lamenti di fatica – taglia in parti sempre più piccole dei tronchi di legno tra un groviglio di fili e di macchinari. Quando tutti gli spettatori sono al loro posto, le luci in sala calano e lo spettacolo si mette in moto.
Comincia così il Frankenstein o Il moderno Prometeo, la nuova produzione di Office for a Human Theatre (OHT) andata in scena dall’8 al 12 febbraio al Teatro Astra di Torino e attualmente in programma al Teatro SanbàPolis di Trento il 31 marzo e il 1 Aprile, per la regia di Filippo Andreatta.

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Pandemic Surrealism

Florence Nightingale reinterpretata dalla scienziata Eleonora Adami per un tributo alle donne di scienza e della sanità nella pandemia. Mostra UNESCO Creative Resilience

Florence Nightingale, fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna, fu antesignana della presentazione dei dati statistici e della loro divulgazione.

Secondo UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), le ricercatrici tendono ad avere carriere più brevi e meno retribuite rispetto ai colleghi maschi. Inoltre, nonostante rappresentino il 33,3% di tutti i ricercatori, solo il 12% sono membri delle ambite accademie scientifiche nazionali.

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Il funambolo della luce

A teatro l’avventura di Nikola Tesla, scienziato ed ecologo ante litteram

Il nome “Tesla”, scelto da Elon Musk per le sue auto elettriche di successo mondiale, nasce, come noto, dal cognome di uno dei più grandi personaggi della storia del nostro sviluppo scientifico fra Ottocento e Novecento: Nikola Tesla, alla cui poliedrica genialità certamente l’imprenditore naturalizzato statunitense ama affiancarsi.

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