“Gli ambientalisti e la stessa scienza sostengono da tempo che sotto i 1.800 – 2mila metri di altitudine è assurdo aggiungere nuove strutture per il turismo invernale in quanto la neve andrà diminuendo, fino a scomparire, sotto tale quota” afferma ad Agenda17 Vanda Bonardo, presidente del Comitato internazionale per la protezione delle Alpi (Cipra) e responsabile nazionale Alpi di Legambiente.
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MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Turismo incontrollato e cambiamento climatico mettono a rischio l’ecosistema montano (1)
Soluzioni alternative: dalla mobilità all’allungamento della stagionalità
“Già nel 1986, in occasione dei 200 anni dalla conquista del Monte Bianco, ci fu una presa di posizione per la difesa della montagna. È stato il primo momento in cui gli alpinisti, soprattutto italiani, si sono mossi per dire che sì, le funivie o qualche stradina di montagna in più sono comode, ma portano a un punto che non ci può corrispondere. E questo è ancora più vero oggi” afferma ad Agenda 17 Alessandro Gogna, alpinista e guida alpina, tra i fondatori di Mountain Wilderness.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Anche i rifugi alpini sono a secco
Cosa succede in alta quota ce lo dicono il gestore del Quintino Sella e Benedetti del Cai. Con idee su come ridurre il danno
La carenza idrica che sta segnando il 2022 ha accentuato una difficoltà già esistente per i rifugi alpini che dipendono dall’acqua per l’uso sanitario e, spesso, anche per la produzione di energia elettrica. Continuare a vivere e frequentare la montagna significa perciò anzitutto conoscere con precisione come il cambiamento climatico sta alterando le caratteristiche di quei luoghi. È una competenza che, a questa scala territoriale, possiedono poche persone, fra cui i gestori, che in quei luoghi vivono e lavorano ormai da secoli.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Il cambiamento climatico travolge gli escursionisti sulla Marmolada
Crolla un pezzo del ghiacciaio per il caldo e l’assenza di neve. Dati e analisi del climatologo Mercalli e di Varotto, Unipd, coordinatore del Gruppo Terre Alte del Comitato scientifico del Cai
Nel primo pomeriggio di ieri, sulla Marmolada il crollo di un seracco ha provocato finora sette morti, otto feriti e quindici dispersi, ma il bilancio è ancora provvisorio, mentre continuano le operazioni di identificazione e soccorso. “Non erano prevedibili né il luogo né le circostanze: se fosse avvenuto di notte, infatti, non avrebbe fatto vittime. C’era ovviamente un maggior rischio generalizzato per l’ondata di caldo, ma si sarebbero dovuti chiudere al transito degli alpinisti tutti i ghiacciai delle Alpi in quattro diverse Nazioni e si tratta chiaramente di un provvedimento irrealizzabile” commenta ad Agenda17 Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società meteorologica italiana (Smi).
Sulle Alpi, vegetazione al posto dei ghiacciai
Più verde però non è meglio: temperature più alte, meno acqua e biodiversità. E la CO2 non cala
Lo dimostra uno studio pubblicato su Science da due ricercatori delle Università di Losanna e Basilea. Grazie ai rilevamenti satellitari di un periodo compreso tra il 1984 e il 2001, gli studiosi hanno analizzato che la vegetazione sopra al limite del bosco è aumentata in quasi l’80% delle Alpi.
Le montagne stanno subendo un riscaldamento più drammatico rispetto alle quote più basse, con l’aumento dello scioglimento della neve e il cambiamento dei modelli di nevicate. Il manto nevoso è diminuito in modo significativo anche se finora su meno del 10% della regione dello studio, mentre la produttività della vegetazione è aumentata in oltre due terzi dell’area sopra il limite del bosco, con potenziali impatti ecologici e climatici.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Le Olimpiadi di Cortina non lo sono
Grandi eventi, cambiamento climatico e speculazione sono i problemi, secondo il climatologo Mercalli e il docente di Uni Padova Varotto
Il mercato immobiliare in montagna sta vivendo un momento florido, secondo l’ultimo report di Legambiente. Questa crescita, trainata da pandemia e Superbonus, riguarda tuttavia in particolare le seconde case, con Cortina d’Ampezzo al primo posto a causa delle aspettative per le Olimpiadi invernali del 2026. Questo trend fa temere un aumento del consumo del suolo anche nelle aree montane, che, nell’ultimo rilevamento del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), risultavano invece tra le zone meno colpite.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Ripopolamento per la tutela del patrimonio locale
Cambiamento culturale e recupero dell'esistente le priorità. Il telelavoro è un’opportunità
Il 2022 è stato proclamato dall’Organizzazione delle nazioni unite (Onu) anno dello sviluppo sostenibile della montagna. Come sottolineato in una recente pubblicazione dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), in montagna si concentra la metà degli hotspot di biodiversità, la cui preservazione è fondamentale nell’opera di mitigazione dei cambiamenti climatici. Inoltre, la montagna è un luogo fragile, nel quale persistono profonde disuguaglianze a livello economico, sociale, territoriale e geomorfologico. Cosa significa allora, oggi, pensare a uno sviluppo sostenibile per questi territori?