Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (2) Le abbondanti piogge primaverili non bastano ai laghi d’alta quota, secondo i malgari Ellena e Marchetti. Benedetti del Cai: “aiuti ai rifugi per l’acqua”

Chiudono i rifugi alpini e si scende dalle malghe. Un’altra stagione difficile a causa del cambiamento climatico (2)

Le abbondanti piogge primaverili non bastano ai laghi d’alta quota, secondo i malgari Ellena e Marchetti. Benedetti del Cai: “aiuti ai rifugi per l’acqua”

Nonostante la situazione non sia stata grave come lo scorso anno, anche quest’estate la siccità si è fatta sentire già alle quote più alte. I rifugi alpini evidenziano le crescenti difficoltà di gestione a causa della sempre maggior carenza idrica, ma anche i malgari fanno sempre più fatica ad abbeverare i loro animali e i laghi d’alta quota perdono molto del loro invaso.

Giacomo Benedetti, vicepresidente nazionale del Club alpino italiano (Cai), descrive ad Agenda17 qual è stata la percezione della problematica acqua per il territorio montano italiano dove operano diffusamente i rifugi del Cai. “A fronte di un’aspettativa drammatica per la stagione estiva a causa di almeno due anni di siccità che ha colpito i rifugi, le condizioni per fortuna sono state migliori del previsto. I rifugi – precisa Benedetti – hanno affrontato il problema della scarsità d’acqua con attenzione, consapevolezza e razionalità, ottimizzando le risorse, anche se sono state le piogge della tarda primavera e le ultime nevicate a consentire di reggere fino a fino stagione. 

Giacomo Benedetti, vicepresidente nazionale Cai (©Giacomo Benedetti)

Certamente non siamo in tempi di abbondanza ed è per questo che anche quest’anno il Cai ha riproposto un bando nazionale per sostenere economicamente lavori di ottimizzazione delle procedure di captazione e conservazione dell’acqua nei pressi dei rifugi. Gli effetti positivi degli interventi realizzati con i fondi del bando dello scorso anno sono stati un elemento a sostegno dell’uso razionale della risorsa acqua in quota, risorsa sempre meno disponibile.” 

Le piogge non compensano la mancanza di neve: l’esempio del lago Visaisa

Anche i malgari, che avevano visto compromesso il loro lavoro l’anno scorso, sottolineano una situazione che, se pur temporaneamente migliore rispetto a quella dello scorso anno grazie alle abbondanti piogge di fine primavera, rimane critica sul lungo periodo. 

Luca Ellena, studente in ingegneria ed malgaro in estate  (© Luca Ellena)

“Per recuperare i due anni di siccità appena passati – racconta ad Agenda17 Luca Ellena, giovane studente universitario che in estate aiuta negli alpeggi il padre malgaro in alta valle Maira, presso il Comune di Marmora -, non bastano le piogge di maggio, che hanno probabilmente garantito alle falde di alcune zone di rimanere stabili rispetto allo scorso anno con addirittura un leggero miglioramento ma non sono riuscite a far recuperare al lago Visaisa, per esempio, tutta l’acqua persa in questi anni.” 

Davide Marchetti, malgaro a Chiappera in alta valle Maira (©Davide Marchetti)

E  proprio al lago Visaisa il malgaro Davide Marchetti, di Acceglio, porta da decenni le vacche ad abbeverarsi. “La situazione generale – spiega ad Agenda17 – è sicuramente migliore dello scorso anno, ma al lago Visaisa, che si alimenta solo dallo scioglimento dei nevai, ho dovuto tirare chilometri di tubo e mettere una pompa per abbeverare gli animali perchè l’acqua va sempre più giù.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *