Le ultime nevicate, che hanno portato un po’ di sollievo sull’arco alpino, non possono avere la pretesa di risollevare il territorio italiano dall’evidente siccità che già ora lo contraddistingue. Gli ultimi dati, raccolti ed emessi da Fondazione CIMA e aggiornati al 15 febbraio 2023, ribadiscono le condizioni di deficit di risorsa idrica nivale in particolare nella zona alpina (-53%). La neve caduta non è infatti sufficiente a raggiungere i valori medi del periodo 2011-21, soprattutto sulle Alpi.
Vilma Osella
DOSSIER MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE I rifugi alpini come luogo di condivisione sociale e confronto, secondo Giacomo Benedetti, vicepresidente Cai
In carenza di interventi di mitigazione climatica, le relazioni tra chi vive il territorio sono un’alternativa per nuove risposte
Le temperature elevate della primavera ed estate associate alla carenza idrica evidente già a inizio luglio anche ad alta quota hanno preoccupato da subito i rifugisti che temevano una chiusura anticipata della stagione di lavoro. Qualche precipitazione nel mese di agosto associata a interventi per migliorare la captazione dell’acqua hanno garantito il mantenimento dei servizi in quota fino a metà-fine settembre come da prassi.
Giacomo Benedetti, neoeletto alla vicepresidenza generale del Club alpino italiano (Cai), racconta ad Agenda17 come è andata la stagione estiva.
MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. La siccità compromette anche gli alpeggi
Malgari sempre più in difficoltà. A fine settembre scendono le mandrie, ma forse non risaliranno più
L’estate 2022 è ormai conclusa e sarà ricordata come una delle meno piovose del secolo soprattutto nelle zone del Nord Italia, come ben evidenziato dal bollettino emesso dall’Osservatorio siccità del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) a fine agosto. I fenomeni temporaleschi del mese di agosto, anche se accolti come una benedizione, sono stati intensi e concentrati in tempi brevi e spazi ristretti.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. La fitodepurazione per i rifugi rispetta l’ambiente. Anche in alta quota
Parlano esperti e gestori: saperi antichi, competenze tecnico-scientifiche, enti locali e turisti collaborano insieme
“Oggi si parla molto di economia circolare e uno dei modi per praticarla in montagna è la corretta gestione delle acque reflue. Noi ci abbiamo pensato sedici anni fa, realizzando un impianto di fitodepurazione nel rifugio Bosconero, il primo in Italia a quota così elevata, con tutte le criticità e i vantaggi che tale ambiente presenta. Successivamente, altre realtà ci hanno copiato, nel senso positivo del termine, soprattutto nel versante occidentale delle Alpi e anche oltre i 2mila di altitudine, con grande soddisfazione nostra e loro” afferma ad Agenda17 Davide Tocchetto, agronomo e collaboratore della Fondazione Giovanni Angelini – Centro studi sulla montagna.
MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Anche i rifugi alpini sono a secco
Cosa succede in alta quota ce lo dicono il gestore del Quintino Sella e Benedetti del Cai. Con idee su come ridurre il danno
La carenza idrica che sta segnando il 2022 ha accentuato una difficoltà già esistente per i rifugi alpini che dipendono dall’acqua per l’uso sanitario e, spesso, anche per la produzione di energia elettrica. Continuare a vivere e frequentare la montagna significa perciò anzitutto conoscere con precisione come il cambiamento climatico sta alterando le caratteristiche di quei luoghi. È una competenza che, a questa scala territoriale, possiedono poche persone, fra cui i gestori, che in quei luoghi vivono e lavorano ormai da secoli.
Dighe e sbarramenti minacciano la vita dei nostri fiumi
Secondo una ricerca europea, un ostacolo ogni km. Il nostro Paese in ritardo
Il fluire delle acque dei fiumi è fondamentale per la biodiversità, perché assicura lo spostamento di sedimenti, dei nutrienti e degli stessi animali. Eppure questa condizione non è sempre garantita sul territorio europeo, e in special modo in Italia, dove numerosi ostacoli provocano la frammentazione dei corsi d’acqua, impoverendo degli ecosistemi.
Edonismo energetico
L’immagine di Dario Lanfranconi, architetto svizzero specializzato in fotografia e architectural visualisation, ironizza su l'iniquo accesso all’energia fra Paesi ricchi e poveri
L’opera è parte di un lavoro commissionato dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione svizzera per rappresentare in una mostra fotografica i diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile in occasione della Conferenza annuale per la cooperazione del 2016.