I fiumi alpini e l’uomo. Un’amicizia finita male, secondo Stefano Fenoglio cofondatore di Alpstream

Il centro di ricerche studia i corsi a monte e la conservazione della loro biodiversità

Venivamo da una prolungata siccità nel 2022 e 2023, quando il cambio di rotta del mese di maggio – che ha prodotto le alluvioni in Emilia Romagna – ha portato significative nevicate tardive in quota sui monti, che, se hanno colmato temporaneamente i corsi d’acqua, non hanno potuto però ristabilire le condizioni di equilibrio dei fiumi alpini. Alpstream è il nome del primo Centro di ricerca per lo studio dei fiumi alpini del nostro Paese, e si occupa di analizzare la relazione tra crisi climatica e stato dei fiumi alpini. Sono ricerche preziose perché permettono di individuare fenomeni meno appariscenti di quanto non sia un grande fiume come il Po in secca in pianura, ma che costituiscono il campanello d’allarme anche per altre problematiche.

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Stazioni sciistiche piccole chiuse, quelle grandi sovvenzionate. La risposta è nella creatività delle comunità

Casi, testimoni ed esperti di tanti successi raccontati in “Inverno liquido” da Maurizio Dematteis

Le ultime nevicate, che hanno portato un po’ di sollievo sull’arco alpino, non possono avere la pretesa di risollevare il territorio italiano dall’evidente siccità che già ora lo contraddistingue. Gli ultimi dati, raccolti ed emessi da Fondazione CIMA e aggiornati al 15 febbraio 2023, ribadiscono le condizioni di deficit di risorsa idrica nivale in particolare nella zona alpina (-53%). La neve caduta non è infatti sufficiente a raggiungere i valori medi del periodo 2011-21, soprattutto sulle Alpi.

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Sci: si punta tutto sulla neve artificiale. Ma sarà inutile a causa della crisi climatica, dicono gli studi

È necessario diversificare l’offerta turistica per tutelare le comunità, afferma l’Onu

Secondo i dati scientifici nei prossimi anni diventerà quasi impossibile sciare, soprattutto alle quote più basse: eppure, innevamento e nuovi impianti rimangono una priorità nell’agenda degli operatori del settore. Come agire, allora, per uno sviluppo sostenibile e a lungo termine? Dobbiamo cambiare il nostro approccio a ecosistemi delicati come quelli montani, a partire dalla stagione invernale, che più manifesta gli effetti del clima che cambia. Va in questa direzione la risoluzione delle Nazioni unite sullo “Sviluppo sostenibile delle montagne” adottata lo scorso novembre da 110 Paesi: presentata da Italia e Kirghizistan, incoraggia gli Stati a intraprendere azioni di lungo termine per lo sviluppo delle aree montane.

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MONTAGNA: ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. La siccità compromette anche gli alpeggi

Malgari sempre più in difficoltà. A fine settembre scendono le mandrie, ma forse non risaliranno più

L’estate 2022 è ormai conclusa e sarà ricordata come una delle meno piovose del secolo soprattutto nelle zone del Nord Italia, come ben evidenziato dal bollettino emesso dall’Osservatorio siccità del Centro nazionale delle ricerche (Cnr) a fine agosto. I fenomeni temporaleschi del mese di agosto, anche se accolti come una benedizione, sono stati intensi e concentrati in tempi brevi e spazi ristretti.

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Estate con numerosi divieti di balneazione

Qualità delle acque generalmente buona, ma siccità e piogge estreme compromettono la capacità di autodepurazione dei fiumi

L’estate 2022 è stata caratterizzata da numerosi divieti temporanei di balneazione: livelli al di sopra dei limiti fissati per i batteri Escherichia Coli ed enterococchi intestinali, indicatori di contaminazione fecale, hanno interessato la costa adriatica, ligure e tirrenica nei mesi di giugno e luglio. Eppure secondo l’ultimo rapporto dell’European Environment Agency (EEA) che, in ottemperanza alla Direttiva europea monitora la balneabilità delle acque utilizzando gli stessi parametri, nel quadriennio 2018-2021 in Italia risultano in eccellenti condizioni l’88% delle acque, tra marine e lacustri.

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Mekong prosciugato da siccità, dighe e sfruttamento intensivo

Una crisi alimentare e ambientale che coinvolge l’intero Sud-Est asiatico

Per il quarto anno consecutivo il Mekong, il fiume più esteso dell’Indocina, entra in emergenza idrica: la peggiore degli ultimi sessant’anni. Dalle sue acque proviene il 25% del pescato d’acqua dolce globale e dipendono non solo il sostentamento di oltre 60 milioni di persone, ma anche delicati equilibri geopolitici.

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MONTAGNA, ANNO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE. Anche i rifugi alpini sono a secco

Cosa succede in alta quota ce lo dicono il gestore del Quintino Sella e Benedetti del Cai. Con idee su come ridurre il danno

La carenza idrica che sta segnando il 2022 ha accentuato una difficoltà già esistente per i rifugi alpini che dipendono dall’acqua per l’uso sanitario e, spesso, anche per la produzione di energia elettrica. Continuare a vivere e frequentare la montagna significa perciò anzitutto conoscere con precisione come il cambiamento climatico sta alterando le caratteristiche di quei luoghi. È una competenza che, a questa scala territoriale, possiedono poche persone, fra cui i gestori, che in quei luoghi vivono e lavorano ormai da secoli.

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La grande sete. Sesta crisi idrica nell’arco di vent’anni

Inverno siccitoso, alte temperature, ma anche una gestione inefficiente. A rischio agricoltura e acqua potabile. Servono interventi lungimiranti

2003, 2006, 2007, 2012, 2017 e ora 2022. L’Italia sta affrontando la sesta crisi idrica nell’arco di vent’anni. A causa di un inverno particolarmente siccitoso e di temperature superiori di due gradi rispetto alla media, il Po ha raggiunto livelli minimi che non si vedevano da settant’anni, secondo l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdBPo). Anche i laghi, eccetto il Garda, sono in sofferenza. La produzione di energia idroelettrica è calata quasi del 50% rispetto all’anno scorso ed è a rischio oltre un terzo della produzione agricola nazionale.

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Siccità: l’85% delle nostre acque potabili proviene dalle falde, ma anche lo stato delle riserve sotterranee è critico

In uno studio di Legambiente analisi e proposte

Mancanza di piogge, fiumi e invasi in secca, mentre l’estate deve ancora iniziare. E non saranno le acque del sottosuolo, da cui dipendiamo in larga parte, a salvarci.
Sovra sfruttamento e inquinamento rappresentano, secondo Legambiente, due grandi pericoli per la principale riserva di acqua potabile del nostro Paese: le acque sotterranee.

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Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (1)

L’Obiettivo 2 dell’Onu, cibo per tutti entro il 2030, è molto lontano

Il World Food Programme (WFP), principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni unite premiata con il Nobel per la pace 2020, lancia un appello urgente. Sono 45 milioni le persone nel Mondo a rischio carestie e morte a causa di conflitti, cambiamenti climatici, pandemia Covid-19 e instabilità economica. Questo numero è aumentato dai 27 milioni del 2019, e i Paesi maggiormente colpiti sono l’Afghanistan, l’Etiopia, il Sud Sudan, la Siria e lo Yemen.

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