“La COP29 avrebbe certamente potuto raggiungere un risultato più significativo per ciò che riguarda il tema climate finance, le compensazioni per l’adattamento di regioni fragili responsabili per piccole quote del riscaldamento globale, che sopportano costi molto elevati – afferma Massimiliano Mazzanti, direttore del Dipartimento di economia e management dell’Università di Ferrara, che ha partecipato ai lavori a Baku -. Vi sono comunque delle luci, in attesa delle prossime COP30 e 31, rispettivamente in Brasile e Australia. A Baku, ad esempio, il tema dei crediti di carbonio che nasceva dall’embrione di Parigi 2015 ha visto un importante passo in avanti.”
Maria Grazia Campantico
“Ti senti come se fossi un subumano”
Striscia di Gaza. La foto di Amnesty International Italia. Rapporto"Israele sta commettendo genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza”
Al 7 ottobre 2024, a distanza di un anno dall’inizio dell’offensiva di Israele nella Striscia di Gaza, l’esercito israeliano aveva ucciso 42mila palestinesi, tra cui oltre 13.300 bambini, e feriti oltre 97mila.
“Ti senti come se fossi un subumano: il genocidio di Israele contro la popolazione palestinese a Gaza” è il titolo del rapporto di Amnesty International: oltre a morti e feriti, infatti, Israele ha anche forzatamente sfollato circa 1,9 milioni di palestinesi, il 90% degli abitanti di Gaza, almeno una volta. Queste persone si sono trovate a vivere in condizioni precarie che le sottopongono spesso a morte lenta e calcolata.
COP16. La Conferenza delle Nazioni unite sulla biodiversità rinvia lo stanziamento dei fondi e allontana l’obiettivo della protezione
“Pericolosamente fuori strada” per il WWF. “C’è una virulenta contrapposizione globale fra Nord e Sud” afferma Mistri, ecologo Unife
È finita la COP16, la Conferenza sulla biodiversità riunitosi a Cali (Colombia) dal 21 ottobre al 1° novembre, per l’implementazione del Global Biodiversity Framework. E, secondo molti osservatori, non è stato un successo. Nonostante alcuni risultati positivi, le aspettative disattese a Cali mettono a rischio l’attuazione del Quadro globale per la biodiversità.
COP16. Riflettori su perdita di biodiversità e cambiamento climatico. WWF: in soli 50 anni diminuzione del 70% delle popolazioni di animali selvatici
Il pericolo dei tipping point, i punti di crisi irreversibile. Ma siamo ancora in tempo per invertire la rotta
Ha preso il via il 21 ottobre il sedicesimo incontro della Conferenza delle Nazioni unite sulla biodiversità (COP16), durante il quale i Governi avranno il compito di rivedere lo stato di attuazione del quadro globale in seguito all’adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (GBF), riflettendo sull’importanza di agire per il clima e la protezione della vita.
COP16. Riflettori su perdita di biodiversità e cambiamento climatico: due facce della stessa medaglia
Michele Mistri, ecologo Unife, esperto di biodiversità degli ecosistemi marini: grande importanza della prima Conferenza su un accordo globale. Il nodo delle risorse finanziarie
Si è aperta il 21 ottobre e proseguirà fino al 1° novembre a Cali (Colombia) la 16ma Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (COP16), con una partecipazione stimata di oltre 12.000 persone, fra ministri, scienziati e operatori, inclusi almeno dieci capi di Stato.
“Tipping point positivi”: bloccare i punti di crisi irreversibili del clima è possibile
Servono specifici interventi dei Governi. Un buon esempio: la chiusura dell’ultima centrale a carbone UK
Il 30 settembre il Regno Unito, primo Paese al Mondo ad aver inaugurato nell’Ottocento a Londra una centrale elettrica a carbone, ha detto addio alla produzione di tale energia, interrompendo il funzionamento dell’ultima centrale elettrica a “coal” a Ratcliffe-on-Soar in Nottinghamshire con un anno di anticipo rispetto all’impegno dichiarato dal Governo, in recepimento a quanto approvato dal Climate Change Act.
Nuove concessioni per estrarre energie fossili: oltre due volte il limite necessario per rispettare l’aumento della temperatura di 1,5° C
A guidare la corsa alle nuove licenze sono Paesi a bassa dipendenza dal fossile
Produzione ed uso di combustibili fossili continuano ad aumentare, nonostante giugno 2024 sia stato il tredicesimo mese consecutivo più caldo mai registrato e il riscaldamento climatico anomalo seguiti a causare considerevoli danni al nostro Pianeta.
Secondo il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, le emissioni di gas serra legate ai combustibili fossili dovrebbero ridursi entro il 2030 del 75% rispetto al livello raggiunto nel 2022.
Il ghiacciaio Pine Island in Antartide potrebbe essere prossimo al suo tipping point
Fra le conseguenze, un maggiore rischio di innalzamento del livello del mare
Le piattaforme di ghiaccio che costeggiano l’Antartide sostengono il flusso di ghiaccio dall’entroterra contribuendo a limitare l’innalzamento del livello del mare. Esse sono agganciate alla costa tramite “punti di ancoraggio”, che costituiscono un indicatore dello spessore delle piattaforme stesse.
Negli ultimi tre anni l’assottigliamento delle piattaforme ha subito un’accelerazione, rischiando di compromettere l’effetto protettivo delle barriere all’innalzamento del livello del mare. Quest’ultimo rappresenta uno dei maggiori impatti a lungo termine della crisi climatica e potrebbe portare a un ridisegnamento nei prossimi secoli della mappa del Mondo, con entità di innalzamento delle acque molto più elevata di quella prevista.
Tenersi a distanza dai tipping point: un modello matematico per misurare la resilienza degli ecosistemi proposto da Camilla Sguotti di Unipd
Individuare le variabili per prevenire i punti di crisi irreversibile di un sistema naturale. Il caso della pesca del merluzzo
Con l’attuale livello di riscaldamento globale alcuni ecosistemi hanno perso resilienza e sono già prossimi al raggiungimento dei climate tipping point, soglie critiche il cui superamento può causare cambiamenti di grande portata, con effetti retroattivi e amplificanti tali da provocare trasformazioni irreversibili. Ma quanto può sopportare un ecosistema prima di raggiungere questi “punti di non ritorno”?
Stoccaggio della CO2 e crediti di carbonio continuano a essere un problema per la decarbonizzazione
L’Europa li vuole e il sito di Ravenna sarà uno dei più grandi, ma molte ricerche indipendenti li contestano
Secondo l’ultimo report di Oil Change International, che ha analizzato otto grandi compagnie petrolifere a livello mondiale, nessuna di esse sta rispettando gli accordi per l’eliminazione dei combustibili fossili: anzi, loro da sole sono sulla buona strada per usare il 30% del nostro rimanente budget di carbonio per limitare il riscaldamento a 1.5°C previsto dagli accordi di Parigi.
Queste aziende intendono affidarsi a metodi come la cattura e lo stoccaggio di carbonio (CCS, Carbon Capture and Storage), alle compensazioni e/o altre soluzioni che, in realtà, “ritardano e distraggono dalla fine dei combustibili fossili” oltre a prolungare l’impatto dell’energia fossile sulla salute e la sicurezza delle comunità.
Obesità in crescita: più di un miliardo di persone nel Mondo. Il fenomeno preoccupa anche l’Italia
I dati di The Lancet e dell’Istituto superiore di sanità e un Piano internazionale per affrontarla. Intervista a Vincenzo Brandolini, già docente di chimica degli alimenti Unife
Continuano ad allarmare i dati crescenti dell’obesità a livello mondiale. È quanto emerge da un recente paper pubblicato su The Lancet, che offre un focus su tendenze globali di sottopeso e obesità nel periodo 1990-2022. Il lavoro è frutto di un’analisi aggregata di 3663 studi rappresentativi della popolazione con 222 milioni di bambini, adolescenti e adulti. I dati sono stati raccolti e analizzati dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e diffusi anche attraverso l’Osservatorio globale della salute.
I cambiamenti climatici possono portare i sistemi naturali a punti di crisi irreversibile. Servono dati accurati per i modelli teorici
Un contributo fondamentale per conoscere i “tipping point” viene dal telerilevamento satellitare, secondo Paolo Cipollini dell’ESA
Nelle operazioni di rilevamento dei cambiamenti climatici i satelliti forniscono informazioni essenziali, migliorando la comprensione di fenomeni complessi come i climate tipping points, soglie critiche che una volta superate possono causare mutamenti irreversibili all’interno del sistema, e offrendo un contributo allo sviluppo di strategie efficaci per la mitigazione e l’adattamento.