Stoccaggio della CO2 e crediti di carbonio continuano a essere un problema per la decarbonizzazione

L’Europa li vuole e il sito di Ravenna sarà uno dei più grandi, ma molte ricerche indipendenti li contestano

Secondo l’ultimo report di Oil Change International, che ha analizzato otto grandi compagnie petrolifere a livello mondiale, nessuna di esse sta rispettando gli accordi per l’eliminazione dei combustibili fossili: anzi, loro da sole sono sulla buona strada per usare il 30% del nostro rimanente budget di carbonio per limitare il riscaldamento a 1.5°C previsto dagli accordi di Parigi.
Queste aziende intendono affidarsi a metodi come la cattura e lo stoccaggio di carbonio (CCS, Carbon Capture and Storage), alle compensazioni e/o altre soluzioni che, in realtà, “ritardano e distraggono dalla fine dei combustibili fossili” oltre a prolungare l’impatto dell’energia fossile sulla salute e la sicurezza delle comunità.

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Contributi al dialogo – Retoriche della rigenerazione urbana: Féris, il progetto a ridosso delle mura estensi

In contrasto con i principi di Agenda 2030, il patrimonio storico cittadino e la pubblica utilità (anche degli studenti universitari)

In piena crisi climatica non si può continuare a perseguire vecchi modelli di sviluppo fallimentari mentre dovremo modificare radicalmente stili di vita, di produzione e di consumo e ripensare i modelli di città. È questo uno dei concetti fondamentali affermato da chi studia l’evoluzione delle città e il rapporto fra urbanizzazione e crisi ambientale. L’architetto Romeo Farinella dell’Università di Ferrara ne ha fornito su questa pagine una documentata ricostruzione storica e una convincente prospettiva per il futuro parlando di “decarbonizzazione per la città postindustriale”.

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Le parole e le cose – Rigenerazione urbana

La sfida per la città postindustriale è la “decarbonizazione”, ma si sta imponendo un’ eco-retorica che camuffa interventi di gentrificazione e speculazione

Abbiamo già pubblicato su Agenda17 riflessioni su parole come sostenibilità” e “resilienza” che sono “evocative ma di significato ambiguo” fino a diventare “slabbrate e consunte” e che, allontanate dai significati a cui riferivano nei contesti originali, hanno finito per perdere la carica di analisi critica o addirittura per camuffare interventi incongruenti e antitetici a quella carica. È stato così per “green”, che è diventato il pass par tout per ingenti operazioni di “greenwashing” in cui sono in gioco enormi interessi.

A cosa ci sta portando la parola “rigenerazione” nelle città?

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Accelerare la decarbonizzazione applicando ai trasporti le tecnologie esistenti

Elettrificare le auto conviene, mentre per navi e aerei il futuro è più incerto, secondo Nicola Armaroli del Cnr

In Italia il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra, e più del 90% di queste sono imputabili al trasporto su gomma.
Per ridurre al 55% le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica al 2050 previsto dal Green Deal è quindi fondamentale accelerare la transizione energetica nel settore dei trasporti.

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L’Europa investe nell’idrogeno verde, ma il suo contributo alla conversione sarà limitato

Servirebbero obiettivi più ambiziosi sulle rinnovabili

L’Europa prevede che entro il 2050 la quota di idrogeno nel mix energetico potrebbe raggiungere il 13%-20%, e ha varato misure atte a favorire lo sviluppo del settore. Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin ha recentemente dichiarato a un convegno di Utilitalia che sono previsti stanziamenti sull’idrogeno per 3,2 miliardi di euro nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).

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