Direttiva europea contro la criminalità ambientale: nuovi reati e sanzioni per i trasgressori. Puntare sul risarcimento del danno, non sulle pene, secondo l’avvocato D’Ippolito

Rischio di ostruzionismo da parte degli Stati. Incentivare nel frattempo la sensibilizzazione

Il 27 febbraio il Parlamento europeo ha approvato la nuova direttiva sulla tutela penale dell’ambiente, che introduce in via definitiva nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale.

La direttiva entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (Ue) e i ventisette Stati membri avranno poi due anni per recepire le norme nel diritto nazionale.

Abbiamo chiesto a Giuseppe D’Ippolito, ambasciatore per l’Italia del Patto per il clima della Commissione europea e avvocato cassazionista, di esprimere ad Agenda 17 il suo punto di vista su contesto, novità ed eventuali punti di forza e criticità in cui si inseriscono le attuali azioni giuridiche e operative contro la criminalità ambientale.

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La nuova Politica agricola europea non rispetta il Green Deal e delude ambientalisti e piccoli agricoltori

“A nome della Commissione, appoggio al 100% il compromesso politico raggiunto. Il pacchetto generale è ottimo ed equilibrato. Sono fermamente convinto che questo accordo rappresenti un passo avanti fondamentale e sono sicuro che la nuova Politica agricola comune incoraggerà un’agricoltura sostenibile e competitiva, tutelando gli agricoltori e mettendo a disposizione alimenti sani per tutta la società”. Sono le parole di Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

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