Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (1) L’Obiettivo 2 dell’Onu, cibo per tutti entro il 2030, è molto lontano

Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (1)

L’Obiettivo 2 dell’Onu, cibo per tutti entro il 2030, è molto lontano

Il World Food Programme (WFP), principale organizzazione umanitaria e agenzia delle Nazioni unite premiata con il Nobel per la pace 2020, lancia un appello urgente. Sono 45 milioni le persone nel Mondo a rischio carestie e morte a causa di conflitti, cambiamenti climatici, pandemia Covid-19 e instabilità economica. Questo numero è aumentato dai 27 milioni del 2019, e i Paesi maggiormente colpiti sono l’Afghanistan, l’Etiopia, il Sud Sudan, la Siria e lo Yemen.

Crisi climatica e costi umani

Nel mese di ottobre 2021, alcune zone costiere e del Sud-Est del Kenya hanno avuto la piovosità più bassa dal 1981. La siccità prolungata per tre stagioni consecutive ha notevolmente ostacolato la produzione agricola e l’allevamento, esaurito le fonti d’acqua per gli animali e costretto la popolazione a percorrere distanze sempre più lunghe per trovare di cui sfamarsi. 

L’Ufficio delle Nazioni unite per il Coordinamento degli affari umanitari (Office for the Coordination of the Humanitarian Affairs, OCHA) ha pubblicato a novembre un report che evidenzia come l’aggravarsi della siccità provochi nel Paese gravi carenze alimentari per circa 2,4 milioni di persone; 368mila persone sono a livelli di emergenza alimentare e più di 523mila bambini sotto i cinque anni soffrono di malnutrizione acuta e avrebbero urgente bisogno di cure.

Le foto, scattate dal fotogiornalista Ed Ram in diverse località del Kenya, mostrano animali emaciati morti sul terreno asciutto (© Ed Ram/Getty Images)

Tuttavia, non sono solo gli esseri umani a subire le conseguenze negative della siccità: decine di capi di bestiame sono infatti morte di fame in Kenya negli ultimi mesi. Secondo un articolo del quotidiano keniota The Star, le giraffe nella regione di Garissa sono più di 4mila e la siccità ha ucciso decine di animali selvatici, ma queste cifre non sono definitive, in quanto il Governo sta ancora raccogliendo dati sul bilancio delle vittime animali.

Misurare le crisi alimentari per prevenirle

Per misurare gli stadi delle crisi alimentari, le organizzazioni umanitarie internazionali utilizzano una metodologia chiamata Integrated Food Security Phase Classification (IPC), che prevede cinque livelli di classificazione. 

IPC

Livello 1 – Sicurezza alimentare

Le persone hanno accesso a cibo sufficiente, sicuro e nutriente per soddisfare le esigenze alimentari necessarie a una vita attiva e sana. In questa fase, meno del 5% della popolazione è malnutrita e le persone hanno un reddito stabile. Il cibo è disponibile in quantità costante e di qualità per la maggior parte delle persone, che assumono più di 2.100 calorie al giorno.

Livello 2 – Insicurezza alimentare

In questa fase le persone hanno difficoltà a soddisfare le proprie esigenze primarie. Hanno redditi insufficienti, assumono meno di 2.100 calorie al giorno e il 5-10% soffre di malnutrizione.

Livello 3 – Insicurezza alimentare acuta

L’insicurezza alimentare acuta è quando parte della popolazione può soddisfare i bisogni alimentari minimi solo vendendo beni essenziali e altri usano le risorse essenziali per sostenere una dieta limitata. Le scelte alimentari sono limitate e le persone faticano enormemente per ottenere le calorie di cui hanno bisogno. Un totale di 10-15% della popolazione è gravemente malnutrita e i redditi sono interrotti.

Livello 4 – Emergenza umanitaria

Questa fase è caratterizzata da carenze alimentari estreme con elevati livelli di malnutrizione acuta e il rischio di morte per fame è in rapido aumento. La perdita di reddito in questa fase è irreversibile, e tra il 15 e il 30 % della popolazione è gravemente malnutrita. Le persone hanno accesso a tre o meno gruppi alimentari come frutta, cereali e verdure.

Livello 5 – Carestia

L’ultimo stadio dove mancano completamente l’accesso al cibo e ad altre necessità di base. Ogni giorno, almeno due persone su 10mila muoiono di fame o di malattie causate dalla malnutrizione. Più del 30% della popolazione è gravemente malnutrita, e vi è una perdita totale di reddito. Le persone hanno accesso solo a uno o due gruppi alimentari e c’è una carenza significativa di calorie quotidiane per persona. Un totale del 20% delle famiglie affrontano carenze alimentari estreme. 

Varcare la soglia della carestia va evitato a tutti i costi

Quando una carestia viene ufficialmente dichiarata, già molte persone hanno perso la vita. In anni recenti sono state dichiarate due carestie: in Somalia nel 2011 e in Sud Sudan nel 2017. 

Bambini in un campo profughi vicino a Sanaa, Yemen (© Khaled Abdullah/Reuters)

In Yemen, uno dei Paesi più poveri del mondo arabo, dopo sette anni di guerra assistiamo a una delle peggiori crisi umanitarie che provoca in oltre la metà della popolazione, circa 16,2 milioni di persone, una fase di insicurezza alimentare acuta e mette oltre 5 milioni di persone a rischio carestia. La metà di tutti i bambini sotto i cinque anni, che ammontano a 2,3 milioni, sono a rischio malnutrizione e circa 400mila soffrono di malnutrizione acuta e potrebbero morire.

Le cause delle crisi alimentari sono spesso una combinazione di fattori strutturali, carenza di cibo, conflitti e condizioni climatiche. (1.Continua)

One thought on “Sull’orlo della fame oltre 45 milioni di persone (1)

L’Obiettivo 2 dell’Onu, cibo per tutti entro il 2030, è molto lontano

  1. Lo so bene. Cosa possiamo fare? Io conosco bene i problemi del nord Tanzania, che sono gli stessi del Kenia. Non piove , muoiono le mucche, muoiono i bambini. Muoiono tutti. Inoltre in Tanzania ( che è ricchissima di oro, tanzanite, acqua. Sì acqua. L acqua viene sottratta per i land grabbing e così via!

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