Produzione ed uso di combustibili fossili continuano ad aumentare, nonostante giugno 2024 sia stato il tredicesimo mese consecutivo più caldo mai registrato e il riscaldamento climatico anomalo seguiti a causare considerevoli danni al nostro Pianeta.
Secondo il rapporto dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea), per limitare il riscaldamento globale a 1,5° C rispetto ai livelli preindustriali, le emissioni di gas serra legate ai combustibili fossili dovrebbero ridursi entro il 2030 del 75% rispetto al livello raggiunto nel 2022.
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Nuove concessioni per estrarre energie fossili: oltre due volte il limite necessario per rispettare l’aumento della temperatura di 1,5° C
Aumento delle temperature peggio del previsto per motivi inspiegabili. Gli scienziati dell’IPCC sono estremamente preoccupati
Indagine del Guardian. Senza tempestivi interventi politici il cambiamento climatico sarà irreversibile
L’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +1.5°C rispetto all’epoca preindustriale potrebbe essere già solo un buon proposito: centinaia tra gli scienziati più autorevoli a livello mondiale hanno infatti previsto un aumento di almeno 2.5° C entro la fine del secolo. E le conseguenze saranno catastrofiche.
COP27, temperature e scioglimento dei ghiacci maggiori del previsto
Si scioglie la Groenlandia. Impossibile contenere l’aumento delle temperature sotto un grado e mezzo. Nel nord est del Paese, il ghiacciaio Zachariae Isstrøm diventa un fiume d’acqua
Secondo uno studio pubblicato su Nature, la perdita di ghiaccio della grande isola artica è stata a lungo sottostimata. Entro il 2100, il flusso di ghiaccio della Groenlandia nord-orientale contribuirà all’innalzamento del livello del mare sei volte in più rispetto al previsto: un contributo aggiuntivo tra 13,5 e 15,5 millimetri, pari a quello dell’intera calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi 50 anni.
L’aumento di un grado e mezzo, previsto dagli Accordi di Parigi, potrebbe essere raggiunto nei prossimi cinque anni
Probabilità in aumento, secondo i metereologi. Caldo record già in alcune Regioni
In almeno uno dei prossimi cinque anni la temperatura globale potrebbe già raggiungere il valore soglia stabilito dagli Accordi di Parigi, pari a +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. A sancirlo è il Global Annual to Decadal Climate Update for 2022-2026 dell’Organizzazione meteorologica mondiale (World Meteorological Organization, WMO). Secondo il rapporto, la probabilità che avvenga lo sforamento è cresciuta costantemente dal 2015, quando era vicina allo zero, al 10% per gli anni 2017-2021 e fino al 48% per il periodo 2022-2026.
Le foreste europee sono sempre più vulnerabili
A causa dei cambiamenti climatici circa il 60% delle foreste sta perdendo le proprie difese naturali contro incendi, parassiti e altri eventi atmosferici.
Con l’aumento di temperatura globale di circa 0,5 gradi che si è verificato dopo il 2000, incendi, attacchi di parassiti e colpi di vento rischiano di danneggiare nei prossimi anni circa 33,4 miliardi di tonnellate di biomassa forestale; è quanto rileva uno studio condotto da Giovanni Forzieri, ricercatore presso il Joint Reserch Centre della Commissione europea, nel febbraio 2021 su Nature Communications.
Sono cinque gli Stati maggiormente responsabili del riscaldamento del Pianeta
Un recente studio pubblicato su Nature Communications Earth & Environment quantifica i contributi dei cinque maggiori emettitori di gas serra al riscaldamento regionale previsto per il 2030.
Tonga, la nube eruttiva non raffredderà il clima
Mentre riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci potrebbero aumentare le eruzioni
La recente eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, situato nell’Oceano Pacifico nell’arcipelago di Tonga, ha liberato in atmosfera un’enorme nuvola di cenere e anidride solforosa (SO2) e ha sollevato nella comunità scientifica numerose domande circa le possibili conseguenze sul clima globale.
Oceani e mari sempre più caldi, e il Mediterraneo si riscalda più velocemente di tutti (2)
Perdita di biodiversità e uragani anche alle medie latitudini sono alcune delle conseguenze
Il Mar Mediterraneo, oltre a scaldarsi più velocemente, sta diventando sempre più salato. La sua biodiversità, già da tempo sottoposta a enormi pressioni, sta diminuendo a causa dell’inquinamento e dell’eutrofizzazione, dell’eccessivo sviluppo costiero e del traffico marittimo, senza contare altre attività antropiche.
Nel bacino sono presenti più di mille specie aliene, tipiche dei mari tropicali, la cui sopravvivenza e diffusione è favorita dall’aumento della temperatura media dell’acqua. Al contrario, molte specie native si stanno spostando alla ricerca di acque più fredde, mentre altre ancora si avviano all’estinzione.
Oceani e mari sempre più caldi, e il Mediterraneo si riscalda più velocemente di tutti (1)
Nuovo record di temperature per il sesto anno consecutivo
I cambiamenti climatici e la salute degli oceani sono strettamente legati tra loro, dato che più del 70% della superficie del Pianeta è ricoperta di acqua. Gli oceani aiutano a regolare il clima sia assorbendo il calore derivante dall’eccessivo accumulo di gas serra nell’atmosfera sia catturando i composti del carbonio, rilasciati dalle attività antropiche e dagli incendi, nella vegetazione sottomarina.
Oceano Artico, le isole Svalbard brillano di meno
La foto di Stefano Guindani, fotoreporter italiano, mostra il passaggio dal bianco al grigio causato dalla riduzione dell’albedo per via del riscaldamento globale
Nel marzo del 1986 alle isole Svalbard, l’arcipelago della Norvegia che è il luogo abitato più a Nord della Terra, fu registrata la temperatura record di -46,3 °C.