Nella foto un giaguaro si risveglia dopo le iniezioni di cellule staminali, somministrate per accelerare la rigenerazione dei tessuti ustionati a causa degli incendi del 2020 nella zona del Pantanal, nel Brasile occidentale.
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DOPO COP27 Brasile, Indonesia e Repubblica del Congo uniti in una OPEC delle foreste pluviali
Se paghiamo il petrolio al prezzo stabilito dal cartello dei produttori, dovremmo remunerare così anche le risorse ambientali
Sono in corso trattative tra Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo (RDC) – i tre grandi Paesi che detengono oltre metà della foresta pluviale tropicale del Pianeta – per formare un’alleanza strategica, soprannominata l’OPEC (Organization of the Petroleum Exporting Countries) delle foreste pluviali.
L’alleanza è stata lanciata il 14 novembre 2022 alla Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27) in Egitto.
DOPO COP27 Il ritorno del Brasile nella lotta alla crisi climatica
Forse la deforestazione dell’Amazzonia non si fermerà, ma sicuramente diminuirà, secondo Gianfranco Franz, docente Unife
La Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici (Conference of Parties, COP27), tenutasi in Egitto dal 6 al 18 novembre, ha visto il ritorno sulla scena internazionale di Luis Inácio Lula Da Silva, presidente eletto del Brasile, che assumerà l’incarico a partire dal primo gennaio 2023.
Nel suo discorso al summit globale del clima, il leader brasiliano ha criticato le spese eccessive per gli armamenti in un Mondo segnato da molteplici sfide, che vanno dalla fame ai cambiamenti climatici, sottolineando che la lotta alla povertà e alla crisi climatica non sono obiettivi separabili ma vanno affrontati insieme.
Record di candidati indigeni per le elezioni in Brasile
Difendere il proprio territorio, ma soprattutto per difendersi dal genocidio, secondo l’avvocato Ricardo Rao
Circa 34mila chilometri quadrati – un’area superiore a quella del Belgio – di foresta amazzonica disboscata dal 2019, anno in cui Jair Bolsonaro è stato eletto Presidente del Brasile, a oggi. Senza contare la gestione della pandemia da Covid-19, che ha contato oltre 34milioni di contagi e 600mila decessi e che ha fortemente interessato la comunità indigena, spesso abbandonata a se stessa e alle proprie difficoltà. Queste sono solo alcune delle ragioni che giustificherebbero l’aumentato numero di candidati indigeni alle elezioni politiche in Brasile: si parla di quasi il doppio rispetto alle elezioni precedenti.
Le miniere clandestine di oro devastano l’Amazzonia
A rischio ecosistema naturale e sopravvivenza delle popolazioni indigene
Il destino della foresta dell’Amazzonia e dei popoli indigeni che se ne prendono cura dipenderà anche dal risultato del prossimo ballottaggio per le presidenziali del Brasile del 30 ottobre.
Un recente studio condotto dal gruppo di ricerca Forensic Architecture della Goldsmith University of London, in collaborazione con il Climate Litigation Accelerator della New York University, ha ricostruito la sequenza temporale di una serie di eventi di intimidazione e distruzione causate dall’estrazione dell’oro nel territorio del popolo indigeno Yanomami nello stato di Roraima, regione Nord del Brasile, mettendoli in relazione con le politiche dell’amministrazione Bolsonaro.