Aumentano i casi di Covid-19. Siamo giunti a una situazione endemica? Siamo pronti per affrontare un autunno di convivenza con il virus? L’analisi di Roberta Siliquini, presidente Siti I nuovi vaccini, la loro disponibilità e le indicazioni di utilizzo

Aumentano i casi di Covid-19. Siamo giunti a una situazione endemica? Siamo pronti per affrontare un autunno di convivenza con il virus? L’analisi di Roberta Siliquini, presidente Siti

I nuovi vaccini, la loro disponibilità e le indicazioni di utilizzo

Sale il numero di chi contrae l’infezione anche dopo  numerose vaccinazioni e ripetuti contagi, mentre mancano direttive precise su come comportarsi. A partire dal mondo della scuola, che ha riaperto senza nessuna indicazione da parte del ministero. Abbiamo chiesto il quadro della situazione a Roberta Siliquini, direttore della Scuola di specializzazione in Igiene e medicina preventiva dell’Università di Torino e presidente della Società italiana d’Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI). 

L’attuale situazione epidemica nazionale e mondiale configura il passaggio ad una condizione di endemia per Covid-19 o ne siamo ancora lontani?

“Al di là della dichiarazione dell’Oms di fine pandemia lo scorso 5 maggio, l’attuale andamento di Covid-19 sembra confermare che siamo entrati nella fase endemica, è chiaro che essendo nel primo anno di questa nuova fase ci possono essere dei picchi epidemici per lo più dovuti a fattori esterni: la fine delle vacanze ed il ritorno al lavoro, l’apertura delle scuole ed in particolare il maggiore utilizzo dei mezzi pubblici, creano maggiori occasioni di diffusione del virus.

Il fatto che siamo passati ad una fase endemica non ci autorizza ad abbassare la guardia e l’andamento di Covid-19 va tenuto sotto controllo, dal monitoraggio si potrà, poi, passare gradualmente alla sorveglianza come per le altre malattie infettive. 

Roberta Siliquini Presidente SItI, è Professore ordinario di Igiene presso la facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Torino dove dirige la Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva. (© panoramasanita.it)

Ciò non significa banalizzare la patologia, chi lo ha fatto dicendo che era una banale influenza, non sapeva che l’influenza non è affatto banale. La progressiva riduzione della patogenicità delle varianti circolanti , che speriamo continui, l’enorme campagna vaccinale realizzata, e i nuovi vaccini disponibili consentono di tenere sotto controllo le riprese epidemiche ponendo la massima attenzione alla protezione delle persone a maggior rischio anziani e pazienti “fragili” in genere che diventano sorvegliati speciali .“

Le vaccinazioni previste per il prossimo autunno consentiranno di far fronte  anche alle varianti che continuano ad emergere?

I nuovi vaccini anti Covid-19 autorizzati da EMA ed AIFA sono stati aggiornati con la variante XB ( nota come Eris), quella maggiormente circolante durante l’ estate, che viene piano piano sostituita dalla cosiddetta variante B5 ( Pirola) e che sembrano produrre un’ottima risposta immunitaria. 

Contrariamente a quello che succedeva all’inizio della pandemia in cui una variante nuova sostituiva completamente quella precedente, in questo momento è presente un’ampia serie di varianti circolanti che non si elidono a vicenda, ma che derivano tutte dallo stesso lignaggio. Quindi i vaccini aggiornati le coprono tutte. 

Si tratta di tre vaccini , due a m-RNA e uno proteico ricombinante.  l’Italia, come altri paesi, soffre un po’ del fatto che durante il programma e l’impegno massivo nella campagna vaccinale sono stati fatti contratti importanti con un’azienda e quindi l’Italia è stata costretta, come tutti gli altri Paesi, ad avere il maggior numero di dosi relative a questa azienda. Per la campagna autunnale è stato previsto l’acquisto anche di circa 3 milioni di dosi del vaccino proteico ricombinante mentre non si sa ancora se avremo anche il terzo vaccino l’altro m-RNA semplicemente per una questione di contratti. 

Lo scorso luglio la  Società Italiana di igiene (SItI) e la Società italiana di malattie Infettive e tropicali (Simit) avevano formulato una serie di raccomandazioni per affrontare anche con i vaccini una nuova stagione autunnale di convivenza con il Covid-19. Nel documento, ricorda Siliquini, si sottolinea inoltre l’importanza di mantenere una piattaforma vaccinale la più ampia possibile mantenendo sia entrambi i vaccini a mRNA che vaccini proteici adiuvati al fine di garantire la scelta più opportuna e quindi personalizzata alle esigenze del singolo soggetto, in considerazione anche della loro diversa maneggevolezza. 

Ad inizio agosto La Direzione generale della prevenzione del ministero della Salute ha diffuso una circolare con le prime indicazioni per l’avvio della campagna nazionale di vaccinazione anti-Covid-19 che ha accolto gran parte delle istanze del documento SItI Simit. Il punto ora è rendere disponibili i vaccini il più tempestivamente e diffusamente possibile 

I vaccini sono arrivati il 25 settembre , e il ministro della Salute con una circolare del 27 settembre ha inviato indicazioni e raccomandazioni per la campagna di vaccinazione autunnale/invernale 2023/2024 anti Covid-19  nella quale si annuncia ‘l’attuale disponibilità del vaccino a m-RNA Comirnaty Omicron XBB 1.5 (Pfizer) e la prossima disponibilità del vaccino proteico adiuvato Nuvaxovid XBB 1.5 aggiornato, la cui approvazione da parte di EMA è prevista per la metà del mese di ottobre’ e si indicano, nell’Allegato 2, i gruppi di persone a cui viene raccomandata la vaccinazione con il vaccino aggiornato.

Ora si tratta di rendere effettivamente fruibile la vaccinazione in modo in modo omogeneo nelle diverse regioni, un ‘operazione che sarebbe stato necessario organizzare per tempo, col dovuto anticipo. Questo anche in modo da informare tempestivamente le persone per cui la vaccinazione è raccomandata e comunque resa disponibile evitando, inopportune, differenze tra i vari territori regionali.

La  campagna vaccinale anti Covid-19 ha coinvolto un numero straordinario di persone, tuttavia nelle ultime abbiamo assistito ad una forte flessione delle adesioni e una sorta di perplessità verso il vaccino, ciò può rappresentare un problema per il successo della campagna vaccinale autunnale contro Covid-19 ? Che fare?

“Effettivamente una percentuale di cittadini molto bassa ha approfittato delle cosiddette quarte e quinte dosi di vaccino anti Covid-19, le dosi booster dopo la terza. E questo è dovuto a molti fattori. 

Fra questi un po’ di stanchezza vaccinale (non un’esitazione vaccinale vera e propria) che hanno fatto dire a una quota importante della popolazione ‘mi sono vaccinato, ora questa patologia non è più così grave come in passato, non mi vaccino più’. 

Cosa fare dunque? Intanto iniziare a fornire una comunicazione chiara e rigorosa ricordando ai cittadini: il nostro sistema immunitario relativamente a questo virus  nel tempo perde la capacità di risposta, sia quella ottenuta sia con la malattia spontanea che con la vaccinazione. La vaccinazione, in grado di proteggere contro le forme più gravi di malattia, purtroppo non fornisce una copertura per tutta la vita. 

Soprattutto nei pazienti ‘fragili’ ed anziani la risposta immunitaria cellulo-mediata arriva con qualche giorno di latenza e può rappresentare un grande pericolo, perché durante questi  primi giorni il virus può replicarsi e provocare molti danni, talora fatali.

I vaccini anti Covid-19 sono stati utilizzati in un tempo brevissimo da miliardi di persone, fornendo, come mai prima nella storia delle vaccinazioni, una serie di dati cosiddetti Word real che derivano dall’uso quotidiano. Tali dati hanno dimostrato che i vaccini anti Covid-19  proteggono parzialmente dalla malattia con percentuali che vanno dal 55 al 70% ma hanno una efficacia molto alta, superiore al 90%, nel prevenire la patologia grave e severa. 

Quindi il fatto che ci sia ugualmente ammalati nonostante la vaccinazione , come può succedere anche per l’influenza, non significa che il vaccino non è stato efficace, ma lo è stato perché, pur  in presenza della malattia, ha evitato un esito infausto, cosa che purtroppo senza vaccini spesso capita.

Se andiamo a vedere i dati di chi si è ammalato in modo severo o è morto vediamo che sono tutti soggetti non vaccinati o che non hanno concluso adeguatamente il ciclo vaccinale.

Perché dunque vaccinarsi oggi? Perché questi vaccini sono aggiornati alle varianti circolanti, cosa che non erano ovviamente quelli che abbiamo utilizzato fino a un anno fa, quando abbiamo fatto l’ultima dose .

In definitiva, superata la fase in cui siamo stati costretti a comportamenti regolati da norme stringenti, in cui ci siamo comportati molto bene, il mio invito  è di fare tesoro di quello che è successo consapevoli che di  Covid-19 ancora si muore.

Oltre ai vaccini che altri strumenti abbiamo a disposizione per far fronte alla ripresa dell’epidemia di Covid-19 , sono ancora attuali le mascherine?

“Le mascherine dovrebbero essere sempre attuali, dovevano esserlo anche prima della pandemia nel caso di malattie infettive che si trasmettono per via respiratoria. Se si hanno sintomi di un’infezione respiratoria, si starnutisce o si tossisce è buona regola indossarla per proteggere gli altri, così come è una buona regola indossarla se si entra in un luogo molto affollato come può essere un mezzo pubblico.

Lo fanno e l’hanno fatto prima della pandemia di Covid-19 in moltissimi Paesi dove è buona norma per il medico che si avvicina al letto del paziente indossare la mascherina, quindi le mascherine non passeranno mai di moda. 

È evidente che in questo momento non è necessario pensare a procedure che coinvolgano tutta la popolazione rispetto all’ obbligo di indossarla, il buon senso ed il senso di responsabilità dovrebbero guidare i comportamenti individuali.

A ciò vanno aggiunte le raccomandazioni del Ministero della Salute circa l’uso delle mascherine  nei soggetti con diagnosi confermata di Covid-19 non più soggetti ad isolamento e le ‘Nuove misure per limitare la circolazione del Covid-19 nei Pronto soccorso (Ps) e nelle Residenze socio assistenziali (Rsa)’ disposte dal Ministero della salute a seguito dell’incremento della circolazione del virus di Covid-19. 

È inoltre indicata l’effettuazione dei tamponi per chi accede a strutture sanitarie come Ps o Rsa in presenza di sintomi compatibili con il Covid-19 o che hanno avuto contatti stretti con un caso confermato di Covid-19 negli ultimi cinque giorni. 

L’indicazione ad effettuare il test è prevista per tutti i pazienti che devono essere ricoverati o trasferiti in strutture assistenziali ad alto rischio, reparti con pazienti immunocompromessi e fragili, strutture protette e Rsa a prescindere dalla presenza o meno di sintomi. Lo stesso vale per gli ospiti che vogliono accedere a queste strutture, a cui viene inoltre raccomandato di evitare la visita in caso di sintomi compatibili con il Covid-19.”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *