Gli scienziati europei: vietare subito l’installazione di nuove caldaie a gas

Gli scienziati europei: vietare subito l’installazione di nuove caldaie a gas

Per mitigare il cambiamento climatico è necessario vietare le nuove caldaie a gas, smettere  di usare tutti i combustibili fossili, e aumentare in modo massiccio la produzione di elettricità da fonti di energia rinnovabili. È quanto afferma il nuovo rapporto sul futuro del gas dell’European Academies Science Advisory Council (EASAC).

Il gas naturale non è più pulito di altri combustibili fossili e il suo utilizzo al posto del carbone o del petrolio rischia di ottenere una riduzione minima o addirittura nulla degli effetti dei gas serra; il rapporto evidenzia l’altissimo potenziale di riscaldamento globale causato da fughe di metano nell’atmosfera, in gran parte non registrate, lungo l’intera catena di approvvigionamento del gas naturale.

Copertina del progetto ©easac.eu – The Future of Gas Report

Per molti anni il gas naturale è stato considerato come il più pulito della famiglia dei combustibili fossili e si è ipotizzato che il passaggio dalla combustione di carbone al gas fosse il percorso ideale verso l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050.

Tuttavia, buona parte del mondo scientifico è oggi d’accordo che il metano sia uno degli elementi più climalteranti e possa essere persino più pericoloso dell’anidride carbonica. Agenda17 ha dato ampio spazio a questo tema, confrontando diversi aspetti scientifici.

Emissioni lungo tutta la catena ed elevato potenziale di riscaldamento globale

Il rapporto dell’EASAC evidenzia come il gas produca emissioni di anidride carbonica non solo quando viene utilizzato per generare elettricità e calore, ma anche durante il processo di liquefazione – necessario al trasporto – e successivamente di rigassificazione. A questo si aggiunge il potenziale climalterante causato da fughe di gas libero lungo l’intera catena di approvvigionamento che nessuna struttura metanifera riesce totalmente ad azzerare.

Le emissioni di metano hanno una durata di vita nell’atmosfera di soli dieci anni, dieci volte inferiore a quella dell’anidride carbonica. Tuttavia, il suo potenziale di riscaldamento globale su vent’anni è oltre ottanta volte superiore a quello dell’anidride carbonica, il che significa che è molto più distruttivo. “Finora abbiamo valutato l’impatto delle emissioni di gas serra in un arco di tempo che andava fino a 100 anni. E non c’è nulla di sbagliato in questi calcoli. 

Infografica del progetto. Adattato da ©easac.eu – The Future of Gas Report.

Tuttavia, il cambiamento climatico sta progredendo così velocemente che ora dobbiamo concentrarci sugli impatti nei prossimi dieci anni. Ecco perché non c’è alternativa alla sostituzione immediata del gas naturale con le energie rinnovabili” afferma Neven Duić, presidente del Comitato direttivo per l’energia dell’EASAC.

Il gas è centrale in Europa: va sostituito, ma senza colpire le fasce più deboli

Il gas naturale oggi è utilizzato principalmente in tre modi in Europa: nelle caldaie a gas per il riscaldamento degli edifici, nelle turbine a gas per la produzione di elettricità e nelle industrie (ad esempio nell’industria alimentare per il calore di processo e in quella chimica come materia prima). 

In alcuni Paesi dell’Unione europea (Ue), il gas naturale è diventato il principale combustibile per la generazione di elettricità. Il riscaldamento degli edifici ha dominato il consumo di gas in Europa nel 2020 e quasi il 40% degli edifici residenziali nell’Ue sono stati riscaldati da caldaie a gas nel 2018.

Gli edifici hanno dominato il consumo di gas naturale in Europa nel 2020. Adattato da ©easac.eu – The Future of Gas Report.

Per raggiungere gli obiettivi dell’Ue in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, le caldaie a gas naturale devono essere sostituite, preferibilmente molto prima del 2050, da alternative a basse emissioni di anidride carbonica, come le pompe di calore elettriche alimentate da energia elettrica rinnovabile, il riscaldamento solare e/o geotermico o i sistemi di teleriscaldamento ad alta efficienza. Tuttavia la diffusione di questi nuovi impianti richiederà nuove politiche e ingenti quantità di capitale d’investimento.

In otto Paesi europei sono già in atto politiche che vietano direttamente le caldaie a gas naturale negli edifici o che richiedono percentuali elevate di riscaldamento da fonti rinnovabili, vietando di fatto l’uso di caldaie a gas naturale (ad esempio in Germania). Tali azioni dovrebbero essere incentivate in tutta Europa.

Otto Paesi europei hanno già adottato politiche per il divieto di nuove caldaie a gas naturale  (S&P Global 2022b; copyright 2022 by S&P Global Inc. Adattato da ©easac.eu – The Future of Gas Report.

La sostituzione di tutte le caldaie a gas domestiche esistenti non sarà né facile né rapida a causa dell’elevato numero di impianti coinvolti. Il Joint Research Centre della Commissione europea ha stimato che nel 2019 c’erano circa 65 milioni di caldaie a gas naturale negli edifici residenziali dell’Europa, e molti proprietari non hanno i mezzi necessari per pagarne la sostituzione.

Secondo William Gillett: “Non tutti hanno i soldi o un credito sufficiente con le banche per comprare un nuovo sistema di riscaldamento. Il successo dell’Europa nella riduzione delle emissioni di gas serra richiede lungimiranza, sensibilità sociale e meccanismi di sostegno mirati ai gruppi e alle famiglie più vulnerabili.” Il rapporto dell’EASAC si conclude con l’auspicio che l’Europa si prepari con urgenza a un futuro costruito su fonti di energia rinnovabile e senza l’uso di gas, riducendo allo stesso tempo al minimo la povertà energetica.

One thought on “Gli scienziati europei: vietare subito l’installazione di nuove caldaie a gas

  1. Molto interessante e meritevole sia di ulteriore approfondimento, sia di iniziative specifica di vertenza con le pubbliche amministrazioni.
    Perché, in attesa di provvedimenti legislativi nazionali, i poteri locali potrebbero almeno lanciare una vasta campagna di sensibilizzazionen e di promozione perché non vengano installate nuove caldaie a gas al momento in cui si renda necessaria la sostituzione di quelle esauste. La qual cosa fra l’altro potrebbe e dovrebbe essere accompagnata dalla sollecitazione a dotare titti gli edifici possibili di impianti fotovoltaici.

    Giusewppe Tadolini, Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”

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