Più trasparenza, meno rischi, più partecipazione, meno pericoli. Queste dovrebbero essere le parole chiave che guidano gli intenti della nuova legge europea sull’intelligenza artificiale nata con l’obiettivo di rendere obbligatorie le buone pratiche connesse ai suoi usi.
Il Consiglio ha fatto l’ultimo passaggio approvativo il 21 maggio 2024, entrerà in vigore venti giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale e sarà pienamente applicabile due anni dopo.
Invece i divieti saranno effettivi dopo sei mesi e dopo dodici sarà la volta delle norme di gestione e degli obblighi per i modelli di IA per uso generale. Infine, le norme per i sistemi di IA – integrati in prodotti regolamentati – si applicheranno dopo trentasei mesi.
Elena Guerra
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Si chiude oggi la Settimana nazionale delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) indetta dal Ministero dell’università e della ricerca. Sono trascorsi poco più di vent’anni da quando, nel 2001, fu creato l’acronimo. Allora il governo americano ritenne queste materie strategiche per superare il divario tra la formazione dei giovani e le esigenze di un sistema economico e produttivo sollecitato dalla rivoluzione scientifico-tecnologica e giunto ora fino alle soglie della Intelligenza artificiale generativa (GAI Generative artificial intelligence).
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Green e libre: verde e libera, così dovrebbe essere, negli intendimenti dell’Unione europea, la ricerca scientifica europea in vista degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La via cosiddetta verde prevede, infatti, che i suoi contenuti in formato digitale siano disponibili negli archivi istituzionali aperti e in Creative Commons per una libera condivisione.