Andrei Molodkin minaccia di distruggere Picasso e Ultima generazione copre la teca di Botticelli: non ci resta che l’arte? Appello estremo all'opinione pubblica e agli intellettuali per Assange e per il clima

Andrei Molodkin minaccia di distruggere Picasso e Ultima generazione copre la teca di Botticelli: non ci resta che l’arte?

Appello estremo all'opinione pubblica e agli intellettuali per Assange e per il clima

“L’urgenza del mio progetto è quella di mostrare che la democrazia si trova in grave pericolo. Oggi la voce della cultura è più determinante di quella dei politici.” Andrei Molodkin, che ha già denunciato la guerra in Ucraina, oggi minaccia di distruggere sedici opere d’arte di sua proprietà se il fondatore di WikiLeaks dovesse morire in carcere. 

Nel frattempo, Ultima generazione ha ricoperto il vetro che protegge la Venere di Botticelli con foto della recente alluvione di Campi Bisenzio per denunciare “la distruzione e il dolore che stiamo vivendo a causa della crisi climatica.” 

Non ci resta, dunque, che la provocazione artistica per risvegliare le coscienze?

Molodkin: l’arte a difesa dei diritti umani

Molodkin è un artista concettuale russo che usa l’arte per parlare dei sistemi politici contemporanei e denunciare violazioni dei diritti umani in tutto il Mondo, facendo spesso uso di sangue umano e petrolio. 

La cultura è da sempre la voce degli ultimi: basti pensare al celebre “lo avete fatto voi” rivolto da Picasso all’ambasciatore tedesco di fronte alla foto di Guernica. E tale dovrebbe essere il giornalismo: “dato che questa gente non riuscirà mai a ribellarsi, ci vuole qualcuno che parli per lei” scriveva Kapuściński a proposito della miseria. 

Oggi, nella deriva del giornalismo contemporaneo, è Julian Assange a rappresentare quella voce di denuncia di ingiustizie e soprusi. Ma dal carcere in cui è rinchiuso, lui stesso vittima di un’enorme violazione di diritti, è diventato un senza voce: spetta allora all’opinione pubblica e agli intellettuali schierarsi. 

La minaccia di Molodkin di sciogliere nell’acido capolavori di Warhol, Picasso, Rembrandt e Kounellis in suo possesso sembra allora l’equivalente di quel “lo avete fatto voi”. L’arte è provocazione e la cultura e il giornalismo devono ritrovare quel ruolo di denuncia e opposizione che sembrano aver smarrito.

Non solo diritti umani: la provocazione in difesa dei diritti dell’ambiente

E tra i “senza voce” di oggi, forse la vittima per eccellenza è l’ambiente: di fronte a un clima in rapido peggioramento, sono gli attivisti a riportare la discussione al centro quando le grandi conferenze internazionali hanno chiuso i battenti e l’attenzione è passata altrove.

“I nostri politici continuano a opprimere le voci di chi chiede aiuto e di chi li richiama al loro dovere, con nuove leggi punitive cercando di spaventarci: non capiscono o non vogliono capire che io sto già soffrendo, soffro per il futuro dei miei amici, soffro per il futuro delle persone che amo, soffro per il futuro di mia figlia”: sono le parole dell’attivista che pochi giorni fa ha attaccato le foto dell’alluvione di Campi Bisenzio sull’opera esposta agli Uffizi. 

Opera che è protetta da una teca di vetro: queste azioni non hanno mai intaccato il patrimonio artistico, ma vogliono creare scalpore attorno a un tema trascurato. Come risposta, l’“eco-vandalo” ha ricevuto 20mila euro di sanzione.

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