Pesticidi, ora sappiamo quanto danneggiano. Ma l’Europa, complice l’ostruzionismo italiano, rimanda lo stop al glifosato Acque e cibo contaminati, perdita di salute e biodiversità: i risultati di tre report

Pesticidi, ora sappiamo quanto danneggiano. Ma l’Europa, complice l’ostruzionismo italiano, rimanda lo stop al glifosato

Acque e cibo contaminati, perdita di salute e biodiversità: i risultati di tre report

Sui pesticidi e il loro impatto sappiamo sempre di più, eppure abbandonarli sembra impossibile. A lanciare l’allarme è la versione italiana del nuovo Atlante dei pesticidi – Fatti e immagini della chimica in agricoltura, redatta dalla fondazione Heinrich-Böll-Stiftung con Friends of Earth Europe, Pesticide Action Network, Cambiamo agricoltura, Fondazione Cariplo e pubblicata all’inizio di febbraio.

Un lavoro corale e ricco di dati, in grado di dare una panoramica dei danni che queste sostanze provocano alla nostra salute e al Pianeta. È ormai chiaro infatti che i pesticidi – o fitofarmaci – si accumulano nell’ambiente, generando non solo malattie, inquinamento e un’impressionante perdita di biodiversità, ma anche forti disuguaglianze tra Nord e Sud del Mondo. 

Insetticidi, fungicidi, erbicidi, molluschicidi, acaricidi, nematocidi, anticrittogamici sono infatti responsabili in totale di circa 385 milioni di casi di avvelenamento ogni anno, soprattutto nelle aree rurali più povere. Il mercato globale di questi prodotti ha raggiunto il valore di 84,5 miliardi di dollari nel 2019, crescendo di oltre il 4% dal 2015, ed è controllato per oltre il 70% da quattro società (Sygenta, Bayer, Corteva, BASF). 

I pesticidi sono tra i responsabili del declino degli insetti a livello globale. Un fenomeno preoccupante anche per l’agricoltura stessa, che dipende in gran parte dalla presenza degli impollinatori (©Schnuddel \ Getty Images)

L’Atlante è stato presentato durante la Festa del Bio di Milano, nel weekend tra il 4 e il 5 febbraio. “Il messaggio che vogliamo dare è chiaro: oggi non possiamo più accontentarci di un cibo buono – ha commentato in questa occasione Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia -. Ciò che mangiamo deve necessariamente diventare anche accessibile a tutti, pulito, sano e giusto.” E un’agricoltura che limiti l’utilizzo di pesticidi è un tassello importante per raggiungere questo obiettivo: “Il biologico – ha dichiarato sempre durante la Festa del Bio Maria Grazia Mammucini, presidente di FederBio – da metodo agronomico è diventato ormai strumento delle politiche a livello europeo e internazionale. Ha una grandissima responsabilità.”

È così: oggi la riduzione nell’utilizzo dei pesticidi è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 in tema di sostenibilità e nuovi metodi di produzione, ma anche per la concretizzazione di articolate politiche europee come il Green Deal e la nuova Restoration Law, che potrebbe presto entrare in vigore. Eppure, l’Europa sembra andare a rilento e non mancano le contraddizioni; basti pensare che proprio alla fine del 2021 – con il voto favorevole, tra gli altri, dell’Italia –  è stato rimandato di un anno lo stop al glifosato, uno tra i fitofarmaci più utilizzati e discussi. Ne abbiamo parlato con Federica Luoni, responsabile dell’area agricoltura di Lipu – BirdLife Italia, che ha curato la versione italiana dell’Atlante. “È fondamentale che l’opinione pubblica comprenda il perché è necessario ridurre drasticamente l’uso dei pesticidi, e l’Atlante ha proprio questo valore. 

Ostruzionismo delle istituzioni, associazioni e imprese italiane

Benché tutti si dicano a favore di un’agricoltura sostenibile e attenta al clima e all’ambiente, infatti, alla luce dei fatti i passi in avanti sono ancora troppo pochi. In Europa e nel nostro Paese, dopo un periodo di calo – spiega ad Agenda17 Luoni – l’utilizzo di prodotti fitosanitari è tornato a crescere. Inoltre non possiamo non notare che come le associazioni di categoria, anche italiane, insieme all’industria dell’agrofarmaco stiano facendo un forte ostruzionismo a tutte quelle norme che la Commissione europea sta cercando di introdurre per raggiungere gli obiettivi di riduzione dell’utilizzo dei pesticidi fissate dalla Strategia Farm to Fork, come il Nuovo regolamento per l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, utilizzando lo spauracchio della ‘sicurezza alimentare’ o un presunto attacco al Made in Italy.

In Italia la frutta è, in media, uno degli alimenti con il più alto tasso di residui di pesticidi (©magicflutel \ Getty Images)

In nuovo Atlante arriva quasi in contemporanea ad altri due documenti fondamentali sul tema: il nuovo Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), con dati riferiti al 2020, e il dossier Stop Pesticidi 2022 redatto da Legambiente in collaborazione con Alce Nero, entrambi in grado di mostrare quanto i pesticidi siano ormai diffusi nell’ambiente e anche sulle nostre tavole, su scala nazionale. 

Pesticidi nelle acque secondo Ispra e negli alimenti secondo Legambiente 

Secondo i dati del rapporto Ispra, infatti, sono presenti pesticidi nel 23,3% delle acque sotterranee analizzate e nel 55,1% di quelle superficiali. Sempre per quanto riguarda le acque superficiali, nel 30% delle zone prese in esame i livelli sono superiori a quelli considerati sicuri, soprattutto nelle aree contaminate dal glifosato. Il dossier Legambiente, invece, si è concentrato sul rilevamento della presenza di pesticidi negli alimenti. Anche se la percentuale di alimenti che sforano le soglie di sicurezza è molto bassa (1-2%), circa la metà dei campioni presenta chiare tracce di fitofarmaci, con un picco per la frutta.
“Il nostro Paese, con i suoi dati di crescita di produzione e consumo di prodotti biologici – conclude Luoni – e la sua grande diversità sia in termini naturali sia culturali e, dunque, enogastronomici, potrebbe fare da precursore nello stop ai pesticidi. Invece ci ritroviamo ancora con un Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (Pan) datato 2014 e in attesa di rinnovo da quattro anni, piano che nascerà già vecchio se non verrà adeguato ai target europei. Questo piano dovrebbe assolutamente rispondere ai dati allarmanti arrivati da Ispra. Purtroppo, invece di affrontare il problema, spesso lo si vuole negare o minimizzare.”

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