Covid-19 in autunno. Come mitigare una pandemia anomala che non si può arrestare. Intervista all’epidemiologo Donato Greco Le straordinarie performance del virus e il ruolo dei vaccini

Covid-19 in autunno. Come mitigare una pandemia anomala che non si può arrestare. Intervista all’epidemiologo Donato Greco

Le straordinarie performance del virus e il ruolo dei vaccini

Iniziano  le scuole e finisce lo smart working: condizioni ideali per la diffusione di un virus che non ha cessato di sorprenderci, con picchi di infezioni concomitanti con quelli della temperatura, complici le nuove varianti Omicron 5 e cugine. Intanto in Cina ripartono i lockdown che coinvolgono milioni di persone, secondo la consolidata strategia “zero Covid”.

Cosa dobbiamo aspettarci in autunno? Lo abbiamo chiesto a Donato Greco, epidemiologo di grande esperienza, già componente del Comitato scientifico del Governo Draghi e consulente dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Che tipo di virus è questo che non demorde neppure d’estate?

“Anzitutto non posso che confermare il comportamento anomalo dell’agente di Covid-19  a cui dobbiamo abituarci perché obiettivamente questo virus sta rompendo tutti gli schemi e i modelli  epidemiologici noti per i virus respiratori. 

Questo virus non rispetta più la stagionalità diversamente dalla maggioranza dei virus, come quelli della varicella e del morbillo. Tutti sappiamo della possibilità dei virus di mutare, ma la maggioranza dei virus ha una buona stabilità. Oggi siamo in grado di confrontare le sequenze genetiche di virus anche di epoche lontane come nel caso delle mummie egizie dell’epoca dei faraoni, studiate dall’Istituto di paleo virologia di Manchester che hanno evidenziato un omologia assoluta con virus tuttora in essere.

Perfino il virus del vaiolo delle scimmie ha sostanzialmente mantenuto per più di cinquant’anni le stesse caratteristiche.” 

La varianti di  Omicron sembrano quasi un nuovo virus. È così? 

“L’agente di Covid-19 è un virus a RNA, a singola elica, che lo rende fragile e maggiormente predisposto alle mutazioni.

Quando la somma di queste mutazioni provoca l’antigenic shif ( spostamento antigenico ), già noto per l’influenza, crea delle varianti totalmente nuove.

La cosa che un po’ spaventa  è che Omicron, rispetto alle precedenti varianti ha aperto un braccio nuovo dell’albero filogenetico del virus come se fosse un altro animale, e come tale si comporta, di fatto ci siamo infettati quasi tutti anche se molti non se ne sono accorti.

L’altra caratteristica di queste varianti è la grandissima capacità di trasmissione, il famigerato indice di trasmissione K che passa da 1,5 massimo due del virus dell’influenza a 15 – 18 per il nuovo coronavirus, per cui un individuo infetto può contagiare 18 persone, anche con un contatto molto debole.”

I vaccini a disposizione  quanto sono efficaci? 

“Va comunque detto che le tre dosi del vaccino anti Covid-19 ricevute da una larga parte di italiani hanno due effetti importanti.

Percentuale di copertura per la terza dose di vaccino sulla platea vaccinabile, costituita da persone immunocompromesse (dose aggiuntiva) e persone di età  maggiore di 12 anni (dose booster).

Il  primo è una immunità sierologica costituita dagli anticorpi che, come per tutti i virus fragili come l’agente di Covid-19, dura 4-6 mesi poi si riduce nel tempo.  Ne consegue che l’ingresso di una nuova variante del virus nell’organismo di un vaccinato non è bloccato e si può reinfettare. Secondo  un  recente rapporto dell’Istituto superiore di sanità (Iss) la protezione di chi ha fatto tre dosi di vaccino verso la variante Omicron non arriva al 40%. Questo a fronte del fatto che siamo abituati ad avere vaccini con un’efficacia del 94,5% contro l’infezione.

In secondo luogo va ricordato che le tre dosi di vaccino anti Covid-19 sinora somministrate hanno costruito una immunità cellulare profonda, che resta ed è quella che ci protegge dalle forme gravi di malattia. 

In virtù di questa, il virus che si moltiplica nell’epitelio dell’orofaringe, della gola provocando mal di gola,  tosse, un po’ di febbre non riesce a superare l’anello di Waldeyer, un gruppo di linfonodi che ci protegge a livello della gola contro l’ingresso nella trachea, nei bronchi, nei bronchioli fino agli alveoli e può dare luogo ad una polmonite primaria, virale che può essere molto letale.

Per cui le tre dosi di vaccino ci proteggono contro la malattia severa e questa protezione cellulo-mediata la conserveremo a lungo molto presumibilmente per anni, mentre non siamo protetti dall’infezione o dalla reinfezione.

Secondo il rapporto dell’Iss quasi il 20% dei casi positivi (si tratta in realtà di positivi al test di cui il 90% è asintomatico) sono reinfezioni in persone che hanno già avuto o la vaccinazione o la malattia. Quindi la vaccinazione, non protegge al 100% dalla malattia da nuove varianti, ma riduce il rischio di contrarre l’infezione dei vaccinati rispetto ai non vaccinati del 40%, mentre conferisce una protezione verso la malattia grave che raggiunge quasi il 90% nei più anziani. 

Da qui l’importanza di effettuare la quarta dose di richiamo per i soggetti a rischio per età e patologie gravi concomitanti. Non va infatti dimenticato che dei quasi 100 morti al giorno, l’età media dei decessi  è superiore a 85 anni e con una media di 3,5 patologie gravi concomitanti.

A tal proposito va ricordato che le quattro ‘indicazioni estive’ dell’Oms hanno previsto ‘terza dose di vaccino per tutti, quarta ai super fragili, precauzioni nei luoghi chiusi e risposta terapeutica per i fragili’.

Relativamente al trattamento terapeutico è importante sottolineare la disponibilità di farmaci antivirali efficaci che per essere tali debbono però essere somministrati all’esordio della malattia, da qui è necessaria tempestività nella diagnosi e nella somministrazione.”

 In un solo anno sono stati  vaccinati 50 milioni di italiani. Come valutare questa campagna vaccinale senza precedenti?

“Va  riconosciuto  che la campagna vaccinale contro Covid-19 ha avuto un successo che non ha precedenti nel nostro Paese, si è trattato di una campagna vaccinale universale, svolta sostanzialmente in un anno che ha coperto 50 milioni di persone. 

Purtroppo restano più di cinque milioni e mezzo di soggetti mai vaccinati. Due milioni e mezzo sono i bambini sotto i 5 anni che sono assolutamente giustificati poiché il vaccino non è ancora disponibile e di norma se contraggono la malattia l’esito non è sfavorevole. 

Vi è però uno zoccolo duro di altri due milioni e mezzo di adulti di cui 150.000 ultraottantenni che non sono stati vaccinati. 

Questo a fronte del fatto che secondo il rapporto dell’Iss il tasso di ospedalizzazione per i non vaccinati risulta due volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo e tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Parimenti il tasso di ricoveri in terapia intensiva nel periodo 24/06/2022-24/07/2022 per i non vaccinati risulta più del doppio rispetto ai vaccinati con ciclo completo.” 

Rispetto alle vaccinazioni, cosa conviene fare ora?

“Mentre la curva epidemica delle nuove varianti Omicron 5 e cugine di Covid-19 sembra finalmente in calo,  dobbiamo comunque prepararci ad un autunno che si presenterà con un mix di influenza e Covid-19.

Non possiamo pensare di tenere sotto controllo la catena delle infezioni virali, i fatti ci hanno ampiamente dimostrato che non è possibile, anche in realtà come quella cinese dove sono state adottate misure restrittive estreme, ma possiamo agire per mitigarne gli effetti.

Pertanto possiamo prepararci sin da settembre per avviare a una campagna vaccinale intensa, massiccia, universale facendo tre cose importanti:

1. Vaccinare i bambini a partire dai sei mesi. I vaccini anti Covid-19 per la fascia di età da 6 mesi a 5 anni hanno già ricevuto l’approvazione all’uso negli Stati Uniti e sono in corso di approvazione presso l’European medicines agency (Ema), mentre per sopra i 5 anni sono già stati approvati. 

 2. Somministrare vaccini di richiamo efficaci verso le varianti Omicron che rappresentano il 100% delle varianti circolanti . Il 1 settembre l’EMA ha espresso parere favorevole all’uso di due vaccini (adattati) aggiornati per fornire una protezione più ampia contro Covid-19.

I nuovi vaccini sono versioni adattate dei vaccini già in uso  Comirnaty (Pfizer/BioNTech) e Spikevax (Moderna) per colpire la sottovariante Omicron BA.1 oltre al ceppo originale di SARS-CoV-2.

Secondo Ema, Comirnaty Original/Omicron BA.1 e Spikevax Bivalent Original/Omicron BA.1 possono ampliare la protezione contro diverse varianti e dovrebbero quindi aiutare a mantenere una protezione ottimale contro Covid-19 mentre il virus si evolve. I nuovi vaccini sono destinati all’uso in persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno ricevuto almeno la vaccinazione primaria  contro Covid-19. 

3. La somministrazione del vaccino antinfluenzale. L’influenza che aveva conosciuto un calo importante nel 2020, grazie anche alle misure di contenimento, ha ripreso in parte la sua corsa nel 2021 e si prevede per il prossimo autunno una nuova ondata.

Ricordiamo che l’influenza rappresenta una patologia non indenne da rischi per anziani e soggetti con  comorbidità (ha causato in passato sino a 8-9000 morti/anno) da qui la raccomandazione di vaccinare contro influenza e anche contro lo pneumococco, causa di infezioni sovente fatali.”

Cosa possiamo fare ancora per arrivare a una gestione “normale” della pandemia?

“Oltre alle vaccinazioni vale comunque la pena mantenere alcune precauzioni, che vanno scolpite, embedded, fra le nostre abitudini: mettere la mascherina nei bus affollati, in treno, nei locali chiusi. La mascherina FP2 è ormai scientificamente dimostrato che ha buona capacità di ridurre il contagio, quindi vale la pena usarla occasionalmente con cautela e usarla bene.

Meno utili appaiono le disinfezioni continue ed ossessive che paiono avere una insufficiente evidenza sul piano scientifico al fine della trasmissione del virus.

Andrà anche valutata l’utilità di continuare ad eseguire la ricerca del virus ogni volta che compare una sintomatologia di tipo respiratorio.

In definitiva  dobbiamo tornare ad una normalità gestionale dell’epidemia di Covid-19 a cui il Servizio sanitario nazionale si sta preparando in virtù della riorganizzazione prevista dal Piano di ripresa e resilienza con le Case della comunità più vicine al cittadino che richiederanno la necessaria dotazione di personale, ancora da colmare, per arrivare meglio attrezzati ad affrontare il prossimo inverno.”

One thought on “Covid-19 in autunno. Come mitigare una pandemia anomala che non si può arrestare. Intervista all’epidemiologo Donato Greco

Le straordinarie performance del virus e il ruolo dei vaccini

  1. Articolo utilissimo. In Italia l’utilizzo della mascherina FFP2 è ancora abbastanza esteso sui treni e in luoghi affollati. In altri paesi europei è quasi scomparso. Sarebbe necessario un comportamento simile almeno. Se non è utile un provvedimento come quello cinese, possibile tra l’altro solo in un paese autocratico, quanto meno in Europa consigliare mascherine ancora per limitare i contagi sarebbe necessario.

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