Air Break: combattere l’inquinamento dell’aria. Anche con un concorso di immagini Meno informazioni, più azioni, secondo un’indagine sulla popolazione

Air Break: combattere l’inquinamento dell’aria. Anche con un concorso di immagini

Meno informazioni, più azioni, secondo un’indagine sulla popolazione

L’aria è un elemento essenziale per la vita. La Pianura Padana è tra le zone più inquinate d’Europa e con la qualità dell’aria peggiore. Nell’ambito della Festa dell’Aria, organizzata dal progetto AIR-BREAK, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara ha indetto il contest “Storie d’Aria”.

 La sfida è aperta a fotografi e grafici di tutti i livelli, sia professionisti che dilettanti, che attraverso un’immagine riescano a comunicare le molteplici manifestazioni dell’aria e a riflettere sugli impatti dell’inquinamento atmosferico nei cambiamenti climatici nei nostri territori. Qui il bando e le indicazioni per partecipare. La scadenza è il 18 dicembre.

Percezione pubblica: l’aria peggiora ed è ora di intervenire su produzione e traffico 

Durante l’edizione 2023 della Festa dell’Aria, Michele Bartolomei (ART-ER) ha presentato i dati dell’indagine sociale condotta nell’ambito del progetto prepAIR, guidato dalla Regione Emilia Romagna. 

L’indagine ha misurato la percezione pubblica della qualità dell’aria nel bacino padano.

Due cittadini su tre (65%) ritengono che negli ultimi dieci anni la qualità dell’aria sia peggiorata e che le principali cause di inquinamento della propria zona di residenza vadano individuate nel settore industriale (97%) e dei trasporti (96%). 

Si tratta di percezioni che non trovano un supporto empirico nei dati scientifici che, invece, mostrano,  un “non peggioramento”,  che tra i settori più inquinanti vanno annoverate l’agricoltura e attività come l’utilizzo di camini e stufe (a legna o a pellet). 

Quali iniziative andrebbero attuate per ridurre l’inquinamento dell’aria? Secondo più della metà degli intervistati (52%) sono tre le principali strategie da adottare: applicare controlli più severi alle attività industriali e produzione di energia (24 %), facilitare la transizione verso mezzi a “zero emissioni” (14%) e il finanziamento per sviluppare e commercializzare prodotti a basse emissioni (14%).

Significativo che meno di un intervistato su dieci (7%) ritiene necessario “fornire maggiori informazioni sulle conseguenze dell’inquinamento su salute e ambiente”. Come a dire: “ il problema lo conosciamo, è ora che le istituzioni agiscano controllando e spostando risorse sulla transizione”.

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