Aumentare la produzione di proteine animali salvaguardando l’ambiente grazie agli insetti Meglio comunque puntare a un’alimentazione a base di vegetali

Aumentare la produzione di proteine animali salvaguardando l’ambiente grazie agli insetti

Meglio comunque puntare a un’alimentazione a base di vegetali

Gli alimenti a base di insetti sono ancora un prodotto di nicchia, ma potrebbero diventare presto una promettente soluzione per le sfide che l’industria alimentare deve affrontare.

In questa direzione sembra muoversi l’approvazione del Regolamento (UE) n.2021/1372 del 17 agosto 2021 che ora consente di alimentare anche suini e pollame con farine derivate da insetti.

Il provvedimento rimuove il limite imposto nel 2017, con il quale la Commissione europea aveva approvato l’uso di proteine derivate dagli insetti per i mangimi, ma limitandone la destinazione alle sole acquicolture (pesce, crostacei e molluschi).

La strategia “Farm to Fork” della UE

Obiettivo dichiarato è contribuire a creare una “catena alimentare più sostenibile”, in linea con la strategia Farm to Fork (F2F), una politica di punta dell’Unione europea che mira a rimodellare l’ambiente e le ambizioni climatiche nell’agricoltura europea.

La strategia F2F punta a ridurre la dipendenza da materie prime molto impattanti per il consumo di suolo e acqua, come la soia, spesso coltivata su terreni deforestati, favorendo la produzione di proteine vegetali coltivate nell’UE e materie prime alternative come gli insetti.

D’altro canto, fornire un sufficiente apporto proteico a quella parte della popolazione che tuttora soffre di una tale carenza e farlo in modo sostenibile è una delle sfide più urgenti dei prossimi decenni.

E il consumo di carne, almeno per ora, continua a giocare un ruolo fondamentale in questo.

La domanda mondiale di carne è in costante crescita: negli ultimi cinquant’anni la produzione di carne è più che triplicata. Il Mondo ora produce più di 340 milioni di tonnellate ogni anno.

Nel grafico è riportata la produzione globale di carne dal 1961 al 2018 (© Food and Agriculture Organization FAO)

Il provvedimento legislativo appena entrato in vigore ha creato reazioni contrastanti.

Per il presidente dell’International Platform of Insects for Food and Feed (IPIFF), Adriana Casillas, il nuovo regolamento rappresenta un passo avanti “nel promuovere la circolarità nella produzione alimentare, migliorando al contempo la sostenibilità e l’autosufficienza del settore zootecnico europeo.”

Secondo L’IPIFF “l’obiettivo perseguito dagli allevamenti di insetti edibili, in accordo con le linee guida suggerite anche dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), è produrre in modo innovativo all’interno di spazi notevolmente ridotti un’ottima fonte di proteine animali, con minor impiego di acqua e mangime rispetto ai normali allevamenti intensivi per alimentazione umana.”

Ma altri stakeholder del settore agroalimentare, come Eurogroup for Animals (EfA), ritengono che l’atto della Commissione “potrebbe portare a false soluzioni e distrarre dall’urgente necessità di trasformarsi in sistemi alimentari sostenibili.

Soluzione inadeguata: puntare sugli alimenti vegetali

Nell’evidenziare che la strategia F2F riconosce anche l’impellente necessità di un cambiamento nelle diete europee verso alimenti più a base vegetale, EfA ha avvertito che consentire l’uso di proteine ​​di insetti per i mangimi rischia di preservare lo status quo dell’allevamento intensivo invece di orientare a una dieta maggiormente a base vegetale in combinazione con sistemi di agricoltura sostenibile.

L’uso di proteine di insetti rischia di andare contro la dieta a base vegetale (© pexel)

“Siamo profondamente preoccupati che le proteine ​​degli insetti siano annunciate come una soluzione sostenibile per l’alimentazione animale”, ha affermato Reineke Hameleers, CEO di Eurogroup for Animals, secondo la quale il nuovo regolamento sostiene la produzione animale intensiva nell’UE piuttosto che la transizione verso un nuovo approccio alimentare davvero sostenibile.

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