È ormai imminente la catastrofe alimentare a Gaza secondo l’IPC Global Initiative Oltre 1 milione di persone, metà della popolazione, al livello più alto della scala della crisi per fame

È ormai imminente la catastrofe alimentare a Gaza secondo l’IPC Global Initiative

Oltre 1 milione di persone, metà della popolazione, al livello più alto della scala della crisi per fame

A Gaza la guerra e la fame colpiscono duramente, la  carestia è imminente nel Nord si prevede che diventerà più severa durante il periodo da metà marzo a luglio prossimo. 

Secondo i dati forniti dalla Integrated Food Security Phase Classification (IPC) Special Brief, la situazione alimentare raggiungerà il Livello 5 di catastrofe alimentare alla fine del mese di maggio se non si arriverà a un immediato cessate il fuoco e se non sarà garantito un accesso prolungato alla fornitura di servizi essenziali alla popolazione.

Classificazione IPC da fase 1 a fase 5 con le proiezioni fino al 15 luglio 2024, con 1.1 milioni di persone a rischio catastrofe alimentare. (©IPC)

L’intera popolazione della Striscia di Gaza, 2.23 milioni di persone, sta affrontando livelli elevati di insicurezza alimentare e la soglia di carestia acuta delle famiglie è già stata ampiamente superata. Gli ultimi dati dimostrano una tendenza in forte aumento di casi di malnutrizione acuta e un aumento della mortalità collegata.

Bambini trasportano sacchi di farina dopo la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza City (©Handout/AFP)

Il documento dell’IPC riporta che le ragioni di questa grave carestia sono le ostilità prolungate degli ultimi cinque mesi, l’assedio diffuso della popolazione, le intense e continue operazioni militari che hanno causato oltre 31mila morti e 73mila feriti, lo sfollamento di circa 1,9 milioni di persone, la distruzione di oltre la metà degli edifici e delle infrastrutture indispensabili alla sopravvivenza, alla fornitura di cibo, alla sanità e ai sistemi idrici.

Le organizzazioni umanitarie denunciano il blocco degli aiuti

L’accesso umanitario estremamente limitato verso e all’interno della Striscia di Gaza continua a ostacolare la sicurezza e la fornitura di assistenza umanitaria delle organizzazioni non governative, fondamentale per la prevenzione e la risposta all’imminente carestia. 

La settimana scorsa una nave della organizzazione non governativa spagnola Open Arms ha consegnato quasi 200 tonnellate di cibo alla popolazione palestinese attraverso l’associazione World Central Kitchen. (©Open Arms)

In un report del 15 marzo Oxfam ha dichiarato che Israele sta usando la burocrazia per ostacolare ‘deliberatamente’ gli aiuti diretti a Gaza. Da parte sua, Israele ha chiesto alla Corte internazionale di giustizia (ICJ) di non emettere ordini di emergenza per aumentare gli aiuti umanitari a Gaza per far fronte all’incombente carestia, respingendo la richiesta del Sudafrica in tal senso.

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