Prevenzione del rischio sismico: un nuovo metodo per stimare la magnitudo e un simposio a Ferrara

A dieci anni dal sisma dell’Emilia, nuovi studi e vecchie criticità

Uno studio di un team di ricerca del Los Alamos National Laboratory, pubblicato sulla rivista Nature, propone un nuovo metodo per prevedere i terremoti. Si basa sui segnali di elastogravità: perturbazioni transitorie del campo gravitazionale generate dal terremoto che si propagano alla velocità della luce, e quindi molto più rapidamente delle onde elastiche più veloci (onde P) utilizzate oggi.
Queste onde gravitazionali possono infatti fornire una stima accurata della magnitudo dei terremoti in modo pressoché immediato, evitando la latenza associata alla lentezza delle onde sismiche.

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