L’Orto botanico di Ferrara compie 250 anni Le celebrazioni coinvolgono cittadini e territorio

L’Orto botanico di Ferrara compie 250 anni

Le celebrazioni coinvolgono cittadini e territorio

L’Orto botanico di Ferrara compie 250 anni. Per celebrare questa ricorrenza è stato indetto il concorso 1771-2021 Orto botanico di Ferrara in festa. Partecipo anch’io. Fino al 30 aprile, giovani, scuole e organizzazioni possono inviare un elaborato creativo che comunichi la propria visione culturale, artistica o scientifica dell’Orto, seguendo le indicazioni del regolamento del concorso. Visite guidate con i ricercatori, buoni acquisto per libri e semi sono alcuni dei premi in palio.

Un ricco programma di iniziative e partecipazione

Al concorso si aggiunge un programma di iniziative, tra cui un ciclo di conferenze online. Dal 22 aprile alla fine del mese di maggio saranno organizzati cinque webinar con la partecipazione di esperti esterni, mentre altri eventi e attività sono ancora da confermare a causa delle misure di restrizione per la pandemia.

Alla celebrazione dell’anniversario partecipa il Liceo artistico “Dosso Dossi” di Ferrara. Docenti e studenti sono stati coinvolti dallo scorso anno con visite all’Orto botanico e per l’elaborazione di un francobollo commemorativo e di un nuovo logo dell’Orto. Il logo selezionato è stato realizzato da una studentessa dell’istituto e viene già utilizzato per la promozione del concorso.

Orto botanico dell’Università di Ferrara – crediti: Unife

Anche il Garden club Ferrara contribuisce al programma delle iniziative con una conferenza prevista per il mese di maggio che riguarderà i risultati di uno studio sulle opere di Gherardo Cibo, artista e scienziato che nel XVI secolo ha realizzato importanti illustrazioni botaniche corredate da paesaggi.

L’associazione collabora da diversi anni con l’Orto botanico ad attività legate alla cura e alla divulgazione della bellezza ambientale del verde pubblico e privato. 

Per il Garden club la pandemia obbliga a ripensare il bello e la salute ambientale

La pandemia fa però riflettere i soci sulle loro priorità e sulle forme di partecipazione a spazi come gli orti botanici.

“Anche se le nostre giardiniere volontarie continuano a occuparsi della manutenzione di giardini, i nostri incontri purtroppo avvengono solo online – afferma Paola Roncarati, vicepresidente del Garden – e questo ha sicuramente causato un disagio nel rapporto con i soci. C’è bisogno di recuperare quella socialità degli spazi aperti in mezzo al verde.”  

“Un aspetto molto interessante è vedere anche come la pandemia potrà cambiare la direzione futura del Club – continua la vicepresidente – dobbiamo riflettere molto di più a questo punto sulla salute dell’ambiente piuttosto che sulla bellezza dello stesso. Non si può rimanere indifferenti e continuare a guardare la bellezza, dobbiamo iniziare a considerare bello tutto il verde che ci mantiene in vita, superando anche le gerarchie tra gli esseri viventi dato che dobbiamo riuscire tutti a vivere su questo pianeta.”

Nuovi compiti e nuove collaborazioni

Incentivare la partecipazione dei cittadini è importante anche per la governance dell’Orto botanico, ma il coinvolgimento dei non addetti ai lavori non ha sempre fatto parte della storia dell’Orto botanico di Ferrara. “Fino a venti anni fa – afferma Renato Gerdol, prefetto dell’Orto – gli orti botanici erano addirittura chiusi al pubblico, non era quindi possibile visitarli. Solo negli ultimi decenni infatti ci si è resi conto che l’Orto botanico è un patrimonio della città e della cittadinanza.”

Con il passare degli anni queste istituzioni si sono via via aperte, prima alle scuole e agli studenti universitari per le attività pratiche dei corsi di botanica, infine a tutti i cittadini con diverse attività di Terza missione e diffusione del sapere, arrivando a 12mila visitatori nel 2019 per l’Orto di Ferrara. 

La trasformazione del rapporto degli orti botanici con il territorio ha portato inoltre questi enti scientifici a collaborare con l’autorità giudiziaria, supportando il lavoro di sequestro delle piante protette dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione.

Tutelare la biodiversità

Tra gli obiettivi principali degli orti botanici vi è infatti la tutela della biodiversità attraverso attività di ricerca scientifica, istruzione e conservazione di semi e piante adulte ex situ, ossia al di fuori delle aree in cui crescono naturalmente.

L’Orto botanico di Ferrara ospita in particolare diverse collezioni di piante originarie di quasi tutti i continenti e a rischio di estinzione, così come anche piante grasse cui è stata recentemente dedicata una piccola serra. 

Tra le circa 2mila specie presenti, sono conservate anche specie minacciate del territorio ferrarese: “una di queste – afferma Gerdol – è Trachomitum venetum, una pianta tipica del litorale che vive in ambienti sabbiosi e un tempo diffusa in aree come la foce del Po di Goro, il Boscone della Mesola e Volano. È estremamente sensibile ai cambiamenti ambientali della costa in larga parte causati dall’uomo. Una pressione turistica forte nei Lidi ferraresi ha fatto quasi del tutto estinguere la specie in queste zone. Noi la custodiamo ex situ in Orto come forte supporto alla tutela della biodiversità.”

Trachomitum venetum - crediti: Andrea Moro
Trachomitum venetum – crediti: Andrea Moro

Parte della ricerca scientifica dell’Orto ferrarese si concentra proprio sullo studio delle specie tipiche del territorio a rischio di estinzione. “Per alcune di esse – conclude Gerdol – si possono anche valutare le condizioni ambientali per reimmetterle in situ nel loro ambiente naturale.”

(Marco Maria Grande, membro del Laboratorio DOS dell’Università di Ferrara)

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