DOSSIER ONU: CLIMA Triplicati i decessi da caldo estivo in Europa. L’Italia in testa per numero di vittime

DOSSIER ONU: CLIMA Triplicati i decessi da caldo estivo in Europa. L’Italia in testa per numero di vittime

Uno studio condotto da ricercatori dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine sui decessi avvenuti in 854 città europee fra giugno ed agosto 2025 ha evidenziato che i decessi causati dal caldo estivo sono più che triplicati a causa del cambiamento climatico. 

L’intensificazione delle temperature estive (aumentate fino a 3,6 °C) dovuta al cambiamento climatico in tutta Europa ha causato 16.500 decessi in più rispetto a un’estate non riscaldata dalle attività umane, ed  è stato responsabile del 68% delle 24.400 morti stimate per caldo quest’estate. 

Media dei 5 giorni più caldi in ciascuna località d’Europa confrontata al clima estivo (giugno-agosto) nel periodo 23/06/2025 – 02/07/2025. In evidenza le dodici città studiate in questa analisi: Londra, Parigi, Francoforte, Zagabria, Budapest, Atene, Roma, Milano, Sassari, Barcellona, Madrid, Lisbona. Dati ERA5 [Imperial Grantham Institute – Climate Change and the Environment report 2025]

I ricercatori avvertono che il risultato è solo un’istantanea del bilancio delle vittime legate al caldo estremo, poiché le città studiate rappresentano circa il 30% della popolazione europea. L’analisi fa seguito a uno studio dello stesso team che ha scoperto che i cambiamenti climatici avrebbero potuto triplicare il bilancio delle vittime di un’ondata di calore di luglio in Europa.

Utilizzando modelli, dati storici sulla mortalità e metodi sottoposti a revisione paritaria, lo studio fornisce stime preliminari sui decessi di quest’estate e sottolinea che “il caldo estremo è noto come un killer silenzioso: la maggior parte dei decessi correlati al caldo non viene segnalata, mentre i dati ufficiali del governo possono impiegare mesi per apparire, se mai vengono pubblicati”.

Secondo lo studio, il cambiamento climatico è stato la causa di 4.597 delle morti stimate dovute al caldo in Italia, 2.841 in Spagna, 1.477 in Germania, 1.444 in Francia, 1.147 nel Regno Unito, 1.064 in Romania, 808 in Grecia, 552 in Bulgaria e 268 in Croazia.

Le città italiane sono le più colpite 

Le città italiane sono tra quelle più colpite in Europa, piazzandosi tra le prime dieci della classifica delle 854 città analizzate e degli oltre 16mila morti registrate in tutto il continente europeo: “Al primo posto figurano Milano (1156 decessi) seguita da  Roma (835 ) al secondo e Napoli (579) al quinto, Torino al decimo con 230 decessi ”.

Riferendosi solamente alle  capitali europee, il cambiamento climatico avrebbe colpito anche in questo caso soprattutto il nostro Paese, causando 835 decessi dovuti al caldo a Roma, 630 ad Atene, 409 a Parigi, 387 a Madrid, 360 a Bucarest, 315 a Londra e 140 a Berlino.

Le persone di età pari o superiore a 65 anni rappresentano l’85% dei decessi in eccesso, il che evidenzia come le estati più calde diventeranno sempre più letali per la popolazione anziana europea.

“Le ondate di calore sono killer silenziosi – ricordano i ricercatori – la stragrande maggioranza dei decessi dovuti al caldo avviene nelle case e negli ospedali.”

Gli autori evidenziano il ruolo dell’ urbanizzazione e dell’invecchiamento della popolazione nel rendere rendano più vulnerabili e difficile l’adattamento al cambiamento climatico. 

Un problema quello della maggiore vulnerabilità legata all’età già sollevato  con esito favorevole dalle “Anziane per il clima” che avevano citato la Svizzera davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo per inazione climatica.

A conclusione dello studio i ricercatori dell’ Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine avvertono “Si prevede che le attuali politiche in atto in tutto il Mondo porteranno a un riscaldamento di circa 2,7°C al di sopra dei livelli preindustriali entro il 2100, il che comporterebbe molti più decessi legati al caldo e impatti a livello globale. 

Ciò evidenzia ancora una volta l’urgente necessità di una rapida transizione dai combustibili fossili per garantire un futuro vivibile”.

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