Non sono rassicuranti i dati del monitoraggio sul raggiungimento dell’obiettivo 4 “Garantire un’istruzione di qualità, inclusiva ed equa, e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”. Nella sintesi contenuta nel sito nelle Nazioni unite si parla infatti di progressi ancora insufficienti mentre i risultati dell’apprendimento in molti Paesi mostrano un calo rispetto al passato. Centinaia di milioni di persone nel Mondo sono ancora analfabete e le donne continuano ad essere le più svantaggiate e ad avere le difficoltà maggiori ad accedere all’istruzione.
Esistono poi profonde disparità nel mondo con alcune zone, come l’Africa subsahariana, che si trovano in una situazione di particolare svantaggio.

A Firenze si trova l’UNICEF Innocenti Global Office Research and Foresight, una sede distaccata delle Nazioni unite che si occupa di bambini ed educazione, compiendo studi e ricerche, proponendo progetti e fornendo una piattaforma per il dibattito e l’advocacy su un’ampia gamma di questioni relative ai diritti dell’infanzia. Abbiamo chiesto a Linda Jones, Chief of Education, di fornirci un quadro sulla situazione mondiale.
Uno dei parametri per valutare il livello di apprendimento dei bambini, strettamente connesso con quello di povertà educativa, è quello di learning poverty, in italiano povertà nell’apprendimento. Cosa si intende con questo concetto?
La learning poverty rappresenta un parametro chiave per la valutazione dei risultati scolastici. Il termine è stato introdotto dalla Banca mondiale e dall’UNESCO e si riferisce all’incapacità di un bambino di leggere e comprendere un testo semplice entro i dieci anni. L’importanza rivestita da questo fattore sottolinea quanto l’alfabetizzazione precoce rappresenti un fondamento per tutto l’apprendimento futuro.
Inoltre la learning poverty offre un indicatore chiaro e misurabile per valutare se i sistemi educativi stiano producendo risultati significativi. Questo indicatore prende in considerazione diversi parametri che tengono conto sia della qualità che dell’equità dei sistemi educativi.
Quali sono i maggiori ostacoli per sconfiggere la povertà nell’apprendimento?
Sconfiggere la povertà nell’apprendimento è ostacolato da una serie di barriere interconnesse.
Uno dei problemi più urgenti è la carenza di insegnanti qualificati e motivati. In un recente report l’UNESCO stima la necessità di oltre 44 milioni nuovi insegnanti entro il 2030, soprattutto nelle aree rurali e a basso reddito.
Un altro ostacolo importante è l’insufficiente investimento nell’istruzione, soprattutto in quella della prima infanzia. Molti Paesi stanziano quote di bilancio inferiori a quella raccomandata per l’istruzione, con il risultato di scuole con risorse insufficienti, aule sovraffollate e infrastrutture inadeguate.
Quali sono le conseguenze per un bambino che non può accedere a un’istruzione di qualità?
L’impossibilità di accedere a un’istruzione di qualità ha conseguenze di vasta portata che toccano quasi ogni aspetto della vita di un bambino, sia nell’immediato che nell’età adulta.
Senza un apprendimento di base i bambini spesso faticano a progredire a scuola e incontrano ostacoli nell’ingresso nel mondo del lavoro. Perdono l’opportunità di sviluppare il capitale umano necessario per costruire carriere di successo, contribuire all’economia e partecipare pienamente alla società.
L’impossibilità di accedere a un sistema educativo e di poter sviluppare, attraverso l’apprendimento, le competenze di base nei primi anni di vita non solo limita il potenziale individuale, ma perpetua anche cicli di povertà e vulnerabilità tra le generazioni.
Quali sono i Paesi nel Mondo in cui per i bambini oggi è più difficile avere accesso a un’istruzione di qualità?
I Paesi più critici, basandoci sui dati riportati nel Country Learning Poverty Brief, sono l’Africa subsahariana (ad esempio, il Mali, dove il 90% dei bambini nella tarda età della scuola primaria non è competente in lettura), l’Asia meridionale (ad esempio, il Pakistan, dove 23 milioni di bambini non vanno a scuola) e stati fragili o colpiti da conflitti come il Sud Sudan, lo Yemen e Haiti, in cui troviamo problemi sistemici come scuole sottofinanziate, disuguaglianza di genere e analfabetismo diffuso.
Questi Paesi soffrono di una povertà di apprendimento estremamente elevata, che spesso supera il 70-80%, causata da povertà, crisi, governance deboli e mancanza di insegnanti qualificati.
Esistono progetti specifici che hanno dato buoni risultati?
Esempi di progetti che hanno prodotto risultati significativi nel miglioramento dell’apprendimento di base sono i programmi di apprendimento accelerato e differenziato, che sono finalizzati ad aiutare i bambini a recuperare terreno rispetto ai loro coetanei, consentendo loro di progredire a un ritmo adeguato alle loro capacità.
Molti progetti sono inoltre in fase di sviluppo e implementazione. Fra le varie ricerche troviamo quella su un programma menzionato nel blog Counting on teachers e finalizzato a migliorare le conoscenze e le competenze degli insegnanti delle scuole elementari, EdTech in emergencies, che tenta di proporre soluzioni innovative per mantenere e migliorare l’istruzione in contesti difficili e Accessible digital textbooks, che mira a sviluppare strumenti digitali accessibili per consentire a tutti i bambini, con e senza disabilità, di apprendere.