DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 3 L’Oms è indispensabile ma va riformata. Si comincia dai finanziamenti dopo la defezione USA

DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 3 L’Oms è indispensabile ma va riformata. Si comincia dai finanziamenti dopo la defezione USA

Che l’Oms, fondamentale per la salute globale, andasse riformata  era opinione diffusa anche circa le modalità di finanziamento. 

La stessa Agenzia ha evidenziato come la cronica insufficienza di finanziamenti prevedibili abbia storicamente limitato la capacità dell’Oms di pianificare e attuare progetti a lungo termine, rendendola anche troppo dipendente da un ristretto numero di donatori tradizionali. Questo problema era stato identificato come una delle principali criticità nel piano di riforma e trasformazione avviato nel 2017.

(Fonte: World Health Organization)

Ad inizio 2025 il direttore generale dell’Oms aveva rivolto un appello alla comunità internazionale con una richiesta di 1,5 miliardi di risorse aggiuntive per rispondere alle crisi sanitarie senza precedenti. 

A questa carenza si è aggiunto l’annuncio del presidente Trump dell’uscita degli Stati Uniti dall’Organizzazione con la quale l’Oms perderà il suo primo finanziatore.

Secondo la piattaforma pubblica dell’Oms sui propri finanziamenti, gli Stati Uniti, nell’ultimo biennio hanno destinato all’Agenzia 260 milioni di contributi fissi e 698 milioni di contributi volontari. 

Tali risorse hanno finanziato per il 23,35% programmi per “l’accesso a servizi sanitari essenziali”, per il 23,05 la risposta a emergenze sanitarie “acute”, per il 18,43% il programma per l’eradicazione della poliomielite nel Mondo. 

 Inoltre il 7,62% è servito all’identificazione di minacce alla salute attraverso strumenti di sorveglianza ed  il 5,43% per i programmi di preparazione alle emergenze. 

Quanto alla destinazione geografica delle risorse, circa la metà è stata divisa tra l’Africa e la regione Orientale del Mediterraneo -dalla Tunisia al Pakistan- sede delle principali emergenze sanitarie globali riguardanti Sudan, Somalia, Siria, Palestina, Afganistan.

Approvato un aumento del 20% dei contributi degli Stati membri  

Durante la 78ª Assemblea mondiale della sanità, lo scorso maggio, gli Stati membri dell’Oms hanno approvato un aumento del 20% dei contributi obbligatori e un bilancio da 4,2 miliardi di dollari per il biennio 2026–2027. 

La decisione segna un passo storico per rafforzare la risposta alle emergenze sanitarie e garantire l’accesso universale alla salute, nonostante il budget originariamente proposto di 5,3 miliardi di dollari sia stato ridotto del 22% a causa delle attuali restrizioni finanziarie, portandolo alla cifra attuale di 4,2 miliardi. 

Già nel 2022, gli Stati membri avevano concordato un aumento storico delle quote obbligatorie, con l’obiettivo di arrivare, entro il ciclo 2030–2031, a coprire almeno il 50% del budget centrale dell’Oms (a fronte del 16% registrato nel biennio 2020–2021).

Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ringraziato i Paesi membri per il loro sostegno, definendo l’approvazione del bilancio un “profondo voto di fiducia nella missione dell’Oms e nell’impegno collettivo per la sicurezza sanitaria globale e la resilienza dei sistemi sanitari”.

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