DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 2 La fame nel Mondo è anche il risultato dell’intreccio perverso di guerre, shock economici e crisi climatica La malnutrizione acuta bloccherà la crescita di un bambino su cinque

DOSSIER AGENDA ONU – OBIETTIVO 2 La fame nel Mondo è anche il risultato dell’intreccio perverso di guerre, shock economici e crisi climatica

La malnutrizione acuta bloccherà la crescita di un bambino su cinque

Il raggiungimento dell’obiettivo 2 dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile “Sconfiggere la fame” richiede un’intensificazione degli sforzi per trasformare i sistemi alimentari nel Mondo in modo che siano sostenibili, resilienti ed equi. Per raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero di bambini che soffrono di denutrizione cronica sarebbe necessario accelerare il miglioramento delle diete alimentari, della nutrizione, della salute e dell’igiene ma la situazione attuale è molto preoccupante.

I dati delle Nazioni unite riportano che nel 2022 sono stati 148 milioni i bambini sotto i cinque anni che a causa della malnutrizione acuta hanno sofferto di arresto della crescita. Nei bambini, la malnutrizione acuta si riferisce allo stato di forte deperimento che causa l’arresto della crescita, ostacola lo sviluppo fisico e mentale, aumenta il rischio di contrarre malattie mortali, genera l’atrofia muscolare fino all’incapacità di muoversi e morire.

Conflitti, shock economici e condizioni climatiche estreme alla base delle carestie

Secondo l’Integrated Security Phase Classification (IPC) negli ultimi quindici anni sono state confermate quattro carestie: in Somalia nel 2011, in Sud Sudan nel 2017 e nel 2020, e più recentemente in Sudan nel 2024. Queste crisi alimentari estreme sono state caratterizzate da gravi carenze alimentari, malnutrizione acuta diffusa e decine di migliaia di morti.

L’IPC ha indicato  condizioni di carestia nello Yemen nel 2018, in Somalia nel 2022 e nel 2022 e in Palestina nel 2024, e in molti casi la carestia è causata da una complessa interazione di molteplici fattori, che possono essere causati dall’uomo, dalla natura o da una combinazione di entrambi. 

La complessa interazione di conflitti, shock economici e condizioni climatiche estreme è la causa delle carestie più recenti. La classificazione delle fasi della sicurezza alimentare integrata (IPC) definisce la carestia come una situazione in cui almeno una famiglia su cinque ha un’estrema carenza di cibo e deve affrontare la fame e l’indigenza, con conseguenti livelli estremamente critici di malnutrizione acuta e morte.

(©IPC)

La classificazione di carestia (fase 5 dell’IPC) è la fase più alta della scala di insicurezza alimentare acuta dell’IPC e viene attribuita quando un’area ha almeno il 20% di famiglie che affrontano una mancanza estrema di cibo, almeno il 30% di bambini che soffrono di malnutrizione acuta e due persone ogni 10 mila muoiono ogni giorno per fame vera e propria o per l’interazione di malnutrizione e malattie.

Quando la carestia è  dichiarata ufficialmente è già troppo tardi 

L’IPC denuncia che è urgente un’azione umanitaria mirata per salvare vite umane e proteggere i mezzi di sussistenza in tutti i punti caldi della fame, ma le azioni che vengono intraprese dagli organismi internazionali sono inevitabilmente una risposta tardiva alle situazioni di crisi alimentari perché molte persone saranno già decedute nel momento in cui viene ufficialmente dichiarata una carestia. 

L’organizzazione sostiene la prevenzione delle carestie evidenziando che messaggi di allerta precoce dovrebbero innescare una risposta tempestiva per proteggere i mezzi di sussistenza e salvare vite umane, la cessazione dei conflitti e l’accesso umanitario.

Cinque zone calde del Mondo rischiano la fame estrema

Un nuovo rapporto congiunto delle Nazioni unite lancia l’allarme su cinque zone calde del Mondo dove le persone rischiano di soffrire la fame in modo estremo e di morire di fame nei prossimi mesi, a meno che non ci sia un’azione umanitaria urgente e uno sforzo internazionale coordinato per attenuare i conflitti, arginare gli sfollamenti e organizzare una risposta urgente e su larga scala agli aiuti. 

Il rapporto classifica Sudan, Palestina, Sud Sudan, Haiti e Mali come punti caldi di massima preoccupazione.

Fonte dei dati: PAM e FAO. 2025. Analisi dei punti caldi della fame (giugno-ottobre 2025). Roma. Fonte della mappa: Geospaziale delle Nazioni Unite. 2025. Mappa del mondo. In: Nazioni Unite. [Citato il 7 aprile 2025]. Nota: l’icona dello sfollamento viene utilizzata quando lo sfollamento è un fattore chiave dell’insicurezza alimentare acuta, o quando è un fattore significativo che contribuisce alla vulnerabilità, anche se non è un fattore diretto. Si applica agli sfollati interni, ai migranti e ai rifugiati.

Nell’ultimo rapporto Hunger Hotspots 2025, i partner della GNAFC (Global Network Against Food Crises) l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Food and Agricolture Organization, FAO) e il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite (Pam) – prevedono un grave deterioramento dell’insicurezza alimentare in tredici punti caldi della fame da giugno a ottobre 2025. 

Queste comunità sono già a rischio di carestia o stanno affrontando una catastrofica insicurezza alimentare acuta a causa dell’intensificarsi dei conflitti, degli shock economici e degli eventi climatici estremi. 

Lo Yemen, la Repubblica Democratica del Congo, il Myanmar e la Nigeria sono ora punti caldi molto preoccupanti e richiedono un’attenzione urgente per salvare vite umane e mezzi di sussistenza. Nel caso di Myanmar, l’impatto del recente terremoto rischia di peggiorare situazione di insicurezza alimentare del Paese, che era già grave a causa dei conflitti interni, degli sfollamenti diffusi, delle gravi restrizioni di accesso e alti prezzi dei generi alimentari.

Altri punti caldi sono Burkina Faso, Ciad, Somalia e Siria mentre la Repubblica Democratica del Congo è stata reinserita nell’elenco degli hotspot a causa dell’intensificarsi della guerra in corso.

Antonio Gutierrez, Segretario Generale delle Nazioni Unite (©wikipedia)

Nelle parole del segretario generale delle Nazioni unite Antonio Gutierrez a introduzione del citato rapporto “La fame non è un’emergenza limitata a certe sacche del Mondo o a certi periodi di tempo. Sta rapidamente diventando una cicatrice impressa nella vita di milioni di persone in tutto il Mondo. Alimentate da conflitti, tensioni geopolitiche, caos climatico, vulnerabilità ambientali e sconvolgimenti economici, le crisi alimentari e nutrizionali definiscono la vita di milioni di persone, non per settimane o mesi, ma per anni e persino per tutta la vita.”

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