DOSSIER ALLUVIONI CATASTROFI E POLITICHE TERRITORIALI Come si generano gli eventi estremi di precipitazione in Emilia-Romagna Il ruolo dell’aumento delle temperature dell’aria e del Mediterraneo

DOSSIER ALLUVIONI CATASTROFI E POLITICHE TERRITORIALI Come si generano gli eventi estremi di precipitazione in Emilia-Romagna

Il ruolo dell’aumento delle temperature dell’aria e del Mediterraneo

Per capire come si formano dal punto di vista meteorologico gli eventi estremi di precipitazione che hanno causato così tanti danni recentemente nel territorio dell’Emilia Romagna, dobbiamo innanzitutto chiarire che quando si parla di eventi estremi ci si riferisce alla loro intensità rispetto alla norma climatica per una data regione.
Quindi quella che è considerata una pioggia estrema per l’Emilia o la Romagna non è detto che sia altrettanto anomala rispetto a regioni con una differente piovosità. 

Se ci confrontiamo con le zone tirreniche per esempio, caratterizzate da piogge più intense, un evento che noi consideriamo statisticamente estremo in quelle regioni potrebbe risultare meno anomalo e impattante perché il territorio naturale è “abituato” a piogge più intense rispetto al versante adriatico. 
Ovvero versanti montani e bacini fluviali si sono modellati nei secoli seguendo quel regime caratteristico delle piogge. 
Ma se il regime delle piogge cambia rapidamente con l’intensificazione indotta dal cambiamento climatico, l’aumento dell’intensità produce uno squilibrio, con maggiore erosione e più danni nelle aree non tipicamente “abituate”, al netto degli interventi umani che spesso ingessano ulteriormente il territorio. 

Poi c’è il tema che eventi estremi di precipitazione possono essere generati da situazione meteorologiche diverse. Per esempio le alluvioni del maggio 2023 e di settembre e ottobre 2024 sono state dovute a sequenze di tipi di circolazioni particolarmente impattanti per le zone adriatiche. 
Circolazioni in assoluto non troppo frequenti nella normale alternanza dei tipi di tempo che si susseguono sul Mediterraneo. 

Aumentano le temperature e l’umidità dell’aria 

Al netto quindi della chiara e generale tendenza dell’aumento dell’intensità di pioggia dovuta al maggiore contenuto di vapor d’acqua in atmosfera per effetto dell’aumento di temperatura (7% in più per ogni grado di aumento di temperatura media) c’è il problema di capire che esiste anche un concomitante effetto di alterazione della circolazione meteorologica alle nostre latitudini che potrebbe aumentare la frequenza della circolazioni sfavorevoli pericolose per la nostra regione. 

Temperatura media annuale sull’Emilia-Romagna dal 1961 al 2024 ottenuta tramite il dataset osservativo di ARPAE Emilia-Romagna ERG5 Eraclito. Negli ultimi tre anni sono stati battuti in sequenza i record precedenti. Il trend di aumento della temperatura è in aumento rispetto al precedente trentennio 1961-1990.

Sono quelle caratterizzate da una depressione al suolo che si muove tipicamente dal Mar Libico verso il Tirreno meridionale e poi l’Adriatico centrale. 
In questo movimento convogliano grandi quantità di vapor d’acqua sul loro bordo orientale tramite correnti di scirocco che soffiano lungo tutto l’Adriatico e poi impattano sul nostro Appennino.

Due esempi di circolazione meteorologica associata alle recenti alluvioni. Il pannello di destra (seconda immagine) si riferisce al 16 maggio 2023, il pannello di sinistra (prima immagine) al 19 ottobre 2024. Le linee continue mostrano le pressione al suolo, evidenziando la presenza di una minimo depressionario centrato sull’Italia centrale nel primo caso e sul Tirreno meridionale nel secondo caso. La campitura colorata mostra il flusso di vapor d’acqua, con quantità crescente indicate dai colori più rossi. Le frecce indicano invece la velocità del vento a 500 metri nella libera atmosfera, evidenziando la convergenza delle correnti verso la pianura emiliano-romagnola e l’Appennino.

L’aumento della frequenza di queste configurazioni è incerto, ma è indubbio che la vastità degli effetti che abbiamo osservato nelle ultime alluvioni è stata provocata non solo dall’intensità dei singoli eventi ma dalla loro successione in tempi molto ravvicinati (15 giorni per maggio 2023) e un mese per l’autunno 2024. 

Questa particolare successione ha determinato una iniziale quasi totale saturazione dei suoli, che all’arrivo dell’evento successivo, sono stati incapaci di trattenere ulteriore acqua al loro interno e tutta la pioggia è andata a gonfiare direttamente torrenti e fiumi o appesantire ulteriormente i versanti che poi sono franati verso il fondovalle. 

Il ruolo del riscaldamento del Mediterraneo nelle ipotesi sul cambiamento delle dinamiche meteo

L’approfondimento delle ricerche sul fatto che ci sia in atto anche un cambio nella dinamica dei tipi di tempo sul Mediterraneo è un fattore molto importante che deve essere ulteriormente studiato. 

Esso potrebbe essere dovuto per esempio al forte riscaldamento del mare Mediterraneo, particolarmente continuo e forte negli ultimi 3 anni, che altera i gradienti termici fra nord e sud Europa e quindi anche le correnti in quota, che mediamente rispondono a questo gradiente termico nord-sud, che guidano e orienta le perturbazioni che interessano il Mediterraneo. Alcune analisi preliminari sembrano indicare una maggiore persistenza di questo tipo di circolazione, ma sono studi che vanno consolidati, visto che si parla di trend, soprattutto quelli sui tipi di circolazione e sulle precipitazioni intense, che stanno emergendo in maniera più netta solo nell’ultima decina d’anni. 

Ecoscienza, la rivista di Arpae Emilia Romagna ha dedicato su questi temi un approfondimento sull’alluvione del 2023 e uno su quella del 2024.

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