Il sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati non funziona nonostante buone leggi di tutela Sono oltre 20 mila quelli  che vivono in Italia, spesso soli e male accompagnati come denunciano le associazioni e i tutori legali

Il sistema di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati non funziona nonostante buone leggi di tutela

Sono oltre 20 mila quelli che vivono in Italia, spesso soli e male accompagnati come denunciano le associazioni e i tutori legali

Secondo i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, i minori stranieri non accompagnati (Msna) censiti in Italia al 30 giugno 2024 sono oltre 20 mila, in maggioranza maschi (88,4 %) e hanno per la maggior parte 17 (49,8 %), 16 (25,1 %) e 15 anni (13,7 %).

I Paesi di provenienza sono Egitto (3.924 minori), Ucraina (3.811), Gambia (2.274), Tunisia (2.145) e Guinea (1.679), mentre le Regioni che ne accolgono di più sono la Sicilia (5.174 minori, 25%), la Lombardia (2.588, 12,8 %), l’Emilia-Romagna (1.681, l’8,3 %) e la Campania (1.646, 8,1%.

Con l’approvazione della legge Zampa n. 47/2017 si è stabilita una normativa che equipara i Msna ai minori di cittadinanza italiana, riconoscendone uguali diritti e parità di trattamento e introducendo il divieto assoluto di respingimento alla frontiera, che non può essere disposto in alcun caso. 

Secondo questa norma, i Msna hanno diritto a essere correttamente identificati e collocati in una struttura di prima accoglienza a loro dedicata, con operatori e strutture specializzati ma la realtà è molto più complessa perché l’accoglienza territoriale è spesso carente e viene lasciata alle associazioni o agli ordini religiosi.

Il rapporto  Naga: arrivano spaventati e traumatizzati  e spesso le leggi non sono rispettate 

Il rapporto Soli e male accompagnati dell’associazione Naga, un’organizzazione di volontariato laica, indipendente e apartitica che opera Milano dal 1987 garantendo assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a cittadine e cittadini stranieri irregolari e non, fotografa la situazione dei Msna arrivati a Milano nel periodo dal 31 gennaio 2023 al 17 dicembre 2023 e dal 6 gennaio 2024

al 6 novembre 2024. In questo periodo, le associazioni di volontariato che operano sul territorio, in particolare l’associazione Rete Milano che da anni offre un soccorso emergenziale ai profughi in transito a Milano, hanno intercettato 133 MSNA.

Si legge nel rapporto che spesso, i minori si muovono in gruppo, ma di frequente sono completamente soli. La maggior parte dei minori incontrati proviene dall’Afghanistan e, dopo aver attraversato la rotta balcanica, è in transito verso un altro Stato. Sono infatti 89 su 133 i minori che hanno dichiarato di essere “in transito”, tra questi 54 hanno esplicitamente rifiutato l’accoglienza (35 erano afgani).

Fausta Omodeo, presidente di Rete Milano descrive la situazione di due minori seguiti dall’associazione “A. pachistano e L. del Gambia sono arrivati in Italia a 16 anni dopo un traumatizzante passaggio attraverso i centri libici e la traversata del Mediterraneo. Arrivati a Milano affamati, spaventati e con i segni delle percosse subite, li abbiamo aiutati a trovare una sistemazione. Entrambi sono stati ospitati presso un centro di accoglienza per adulti per diversi mesi prima di essere accolti in un centro per minori.

Dal 2023 il sistema di accoglienza nazionale consente a chi ha superato i 16 anni di età di essere ospitato nei Centri di accoglienza straordinaria – Cas per adulti ma i Cas non sono posti adeguati dove ospitare minori che hanno alle spalle esperienze traumatiche, che non parlano italiano e che non sono iscritti a scuola o non hanno alcuna assistenza sanitaria.

 La legge ha introdotto la possibilità per i minorenni di essere assegnati al Cas per un tempo limitato a un massimo di 150 giorni ma questo termine viene quasi sempre superato perché in Lombardia non ci sono sufficienti strutture per i minori”. 

Il rapporto del Naga conclude che le criticità spesso sconfinano nel non rispetto della normativa e avvengono a tutti i livelli del percorso di accoglienza dalla fase di accettazione e presa in carico a quella dell’accoglienza di primo e secondo livello e nella fase di passaggio alla maggiore età.

Il tutore volontario sarebbe una risorsa importante se il meccanismo di assegnazione funzionasse

Un tentativo per affrontare il problema dei Msna è stato fatto con la legge Zampa che ha istituito la figura del tutore volontario per il minore. In base all’articolo 11 della legge n. 47/2017, infatti, per ogni Msna presente sul territorio nazionale dovrebbe essere nominato un tutore volontario selezionato e adeguatamente formato, al fine di rappresentare e assistere il minore in tutte le scelte che lo riguardano, vigilando sul corretto adempimento delle procedure, nel rispetto del suo superiore interesse.

I tutori volontari sono privati cittadini disponibili a esercitare la rappresentanza legale di un minorenne straniero arrivato in Italia senza adulti di riferimento e l’aspirante tutore deve partecipare a uno dei bandi dei garanti locali per poter fare il corso di formazione previsto dalla legge.  

Come racconta a Agenda17 Plus Marzia Marchi, già presidente dell’associazione Tutori nel tempo di Ferrara, parte della rete nazionale Tutori in rete: “Sono tutrice volontaria dalla fine del 2017 e ho avuto quattro ragazzi in gestione in questi anni, solo due con un atto ufficiale, mentre gli altri due purtroppo sono diventati maggiorenni prima che il Tribunale ci chiamasse per effettuare il giuramento.  

Per i primi anni la figura del tutore volontario a Ferrara e in Emilia-Romagna ha funzionato bene poi purtroppo le cose hanno smesso di funzionare.

Marzia Marchi, già presidente dell’associazione Tutori nel Tempo di Ferrara

Continua Marzia Marchi “Dal 2020 si è inceppato il meccanismo, i Tribunali per i minorenni (Tm) devono nominare il tutore sulla base di un elenco di tutori ma riteniamo che stia facendo una politica che giudichiamo volutamente ostacolante rispetto al sistema delle nomine. 

Abbiamo un solo tribunale a Bologna che fa riferimento al tribunale dei minori per tutta l’Emilia-Romagna e ci è stato detto che non riescono a tenere aggiornati gli elenchi dei tutori anche se parliamo di un numero esiguo. 

Infatti, sono 25 i tutori formati che aspettano le nomine mentre i minori aspettano l’assegnazione in strutture non adeguate ai loro bisogni.

La situazione al momento è che il prefetto chiede al vescovo della nostra città di offrire dei posti dove accogliere i ragazzi, oltre alle due comunità di accoglienza che vengono gestite da una cooperativa in subappalto dai servizi sociali e che a volte non ha posti a sufficienza per cui i ragazzi vengono messi nei centri per adulti.

Specialmente nei comuni dove governa la destra, come nel caso di Ferrara, le amministrazioni hanno interrotto il meccanismo perché non hanno la volontà politica di gestire questo fenomeno. 

Come conclude Marzia Marchi, che insegna anche in una casa circondariale, succede sempre più spesso di incontrare dei Msna che a 19 anni sono già in carcere perché non sono stati accompagnati in maniera efficace verso l’integrazione. E questa situazione drammatica è simile in tante altre regioni italiane.

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